I 12 Sabre già pronti vengono divisi tra due missioni, 6 sono assegnati a Trieste e 6 al gruppo India. Ogni missione avrà una coppia di caccia in volo alla volta e in ciclo rapido vista la situazione: 2 sortite fino a esaurimento carburante o munizioni con tempo di volo totale di 4 ore, 30 minuti di riarmo tra ogni sortita e poi riposo a terra per 3 ore. È ancora buio, quindi i due ricognitori Thunderflash dovranno aspettare le prime luci dell'alba per alzarsi in volo. Da notare l'enorme raggio d'azione dei SAM Nike Hercules, che coprono fino a Lubiana e Fiume.
Altra cosa interessante: l'Andrea Doria imbarca due missili antiaerei RIM Terrier con testata nucleare da 1 kt. Forse non tutti sanno che negli anni '60, grazie al trattato di nuclear sharing con gli USA, alcune navi italiane vennero modificate per imbarcare armi nucleari. L'esempio più noto è l'incrociatore Garibaldi, ammiraglia della flotta, sul quale vennero installati addirittura tubi di lancio per missili balistici Polaris. Ovviamente, l'utilizzo di queste armi richiede l'autorizzazione degli americani, quindi i due Terrier nucleari sono tenuti in un deposito speciale sottocoperta e sulle rampe sono montati solo missili convenzionali.
Le prime due coppie di Sabre sono in volo, una ha già raggiunto il golfo di Trieste dove avvista un mercantile, mentre la seconda sta scendendo lungo l'Adriatico. Sul radar compaiono 4 contatti aerei (bogey), decollati dagli aeroporti militari di Pola e Fiume.
L'antenna Radar Warning Receiver dell'Impavido rileva un radar di navigazione 7 miglia davanti al gruppo, probabilmente un altro mercantile. Una coppia di bogey è ora sopra la Dalmazia.
I due bogey si avvicinano pericolosamente al gruppo navale, a 90 metri di altitudine, con i due Sabre in coda. Ha tutta l'aria di un profilo di attacco, bassa quota e approccio finale nella nostra zona cieca non coperta dai missili antiaerei.
I due Sabre restano a media altitudine pronti a piombare sui bogey ma le regole di ingaggio sono chiare, non possiamo sparare per primi. Il comandante dell'Andrea Doria li lascia avvicinare fino a 6 miglia prima di ordinare timone tutto a dritta. I due bogey, sorpresi dalla manovra, si dividono: uno si dirige verso la fregata "Canopo" mentre l'altro cerca di restare sulla rotta dell'Andrea Doria.
I bogey sono abbastanza vicini da essere identificati: sono F-84 Thunderjet jugoslavi. Il primo passa con un boato sopra l'incrociatore sganciando 4 bombe. Le batterie antiaeree OTO-Melara della nave aprono il fuoco con i loro cannoni da 76mm. L'Impavido lancia il suo missile Tartar contro un F-84 e ne carica subito un altro sulla rampa.
Grazie alla virata, le 4 bombe da 500 libbre mancano il Doria e finiscono in mare. Una cade molto vicina, meno di 30 metri. L'onda d'urto investe lo scafo e un muro d'acqua si abbatte a poppa.
Il jet jugoslavo non riesce ad allontanarsi abbastanza velocemente dalla portata dei cannoni del Doria. Viene colpito e abbattuto. L'altro F-84 è a tiro delle batterie del Canopo, che cominciano a bersagliarlo.
L'F-84 nemico riesce a evadere lo sbarramento ma non riesce a trovare una linea di tiro libera per le sue bombe. Il Doria lancia un Terrier, e anche il secondo Thunderjet viene distrutto.
Non ci sono altre minacce e il gruppo può riprendere la rotta. Rapporto dei danni: il pad dell'elicottero del Doria è stato leggermente danneggiato dall'onda d'urto delle bombe, ma per il resto le navi non hanno subito danni.