Nuovo episodio della Saga del Feel.

Le Giapponesi, o quella volta che ho tentato di ballare

Sono a Nizza con un amico per un po' di giorni. Una sera vengo sottoposto ad una terapia d'urto consistente nel fermare delle ragazze per strada con una scusa e parlarci e mentre siamo in giro vedo questa coppia di ragazze asiatiche carinissime, ma mi tiro in dietro. TF.

La sera dopo andiamo in discoteca con l'intento di portare la terapia del giorno precedente alla fase sucessiva, ma la serata sembra davvero moscia, visto che a mezzanotte passata non c'è quasi nessuno. Il mio amico vuole approciare due ragazze diciamo parecchio curvy, ma io mi oppongo. Siamo lì in piedi tristi e soli quando vedo entrare nel locale le due ragazze asiatiche della sera prima. Rigudagnango in un attimo la fede cristiana persa anni fa, prendo la cosa come un segno divino e decido che DOBBIAMO parlarci. Loro sono sedute a un tavolino, quindi vado lì dicendo qualcosa ma non mi sentono. Sono di nuovo ateo. Per fortuna il mio amico interviene e gridando cominciamo a parlarci. Dopo un po' ci invitano a sederci. Mentre nella mia testa ringrazio Dio recitando il Padre Nostro, scopro che le due ragazze sono giapponesi (Amen!), vengono da New York, sono gemelle (diverse), sono sulla trentina ma da buone asisatiche sembrano ventenni come me e che sopratutto è l'ultima sera che sono in città e che speravano di incontrare dei ragazzi francesi ed invece hanno incontrato due italiani. Le premesse sono buone, Cristo è santissimo e il mio amico propone di andare a ballare in pista. Gelo, non so ballare. Comincio a muovere il peso da un piede all'altro, ondeggiando a destra e a sinistra con un sorriso ebete stampato sul volto. Il mio amico cerca di intervenire ma è troppo tardi, dopo cinque minuti di questa farsa abbiamo già perso le ragazze e il mio amico mi porta via per risparmiarmi il doloroso spettacolo, ma purtroppo giro gli occhi e vedo la reazione degli altri avventori.





Quella sera Dio è morto. TF.