
Originariamente Scritto da
Carver
Ho pianto come non mai. La mia ex mi aveva chiesto di manetenere l'amicizia, salvo poi ritorcersi rabbiosa al primo disappunto.
"Ma che amicizia è questa? Mi rinfacci sempre d'averti lasciato!"
"Lo capisci che parlo da uomo ferito?"
Un breve scambio di messaggi, lei che mi ignora di nuovo. Di nuovo! Come un anno prima, quand'eravamo solamente amici. Un amore dichiarato ma mai esistito, abbandonato da quella donna.
"Cresci un po'"
"Ciao, Shogun."
"Bloccami!"
"Non prendo ordini da te, faccio quello che mi pare, sfigato"
"Se non mi blocchi poi ti scrivo furbona!"
"Furbone, scrivimi allora."
E l'ho bloccata.
Preso dalla rabbia, scrissi a quella nuova fiamma. Quella che "scusa ma ora in questo momento esisto solo io, e questa settimana ho degli impegni che per te non sposto". Le spiego un po' arrabbiato della litigata con questa persona per me importante.
Mi manda un vocale: "Scusa ma, dopo i discorsi di ieri, mi parli di te e della tua ex, io cosa dovrei dirti?"
Le rispondo con un vocale elegante, in cui mi scuso. Lei fa scena muta per un giorno e, tolgo il suo numero.
La sera sono lì, seduto sul divano, con il panno scozzese dono della mia ex, le ascelle pezzate. Piano, provo a piangere, senza riuscirvi. Sto male. L'angoscia mi prende, alzo la cornetta e faccio per chiamare l'ambulanza, poi capisco che sarebbe un gesto avventato.
Vado a letto, prendo una pastiglia di ansiolitico maggiore al bisogno. Mi fa venire mal di testa, le ascelle puzzano sempre di più, prendo anche una benzodiazepina e mentre lo stomaco duole, mi addormento.
Mi sveglio il giorno dopo, il calore delle coperte ha assorbito il puzzo delle ascelle, la maglia è quasi asciutta. I capelli sono sparati all'insù e unti e schiacciati ai lati. Sono ancora addormentato ma, rilassato. Gli psicofarmaci hanno fatto il loro dovere.
Comincio a pensare. Accendo il cellulare e la mia nuova fiamma non mi ha scritto; me lo prendo in mano ma il pensiero mi nausea.
Vado in bagno per lavarmi; tolgo la maglia, passo un dito sui peli delle ascelle, lo annuso e sento l'odore forte. Accendo l'acqua, non c'à pressione.