
Originariamente Scritto da
Sinex/
Oggi me ne stavo sul mio furgone con una voglia matta di zucca.
Chiama il capo per consegnare l'ennesima puttanata al tipo che non ha voglia di alzare il culo dalla sedia.
Cialde del caffè. Io dico con tutto quello che succede al mondo oggi... Ma lo sanno i bambini negri del ghana che qua c'è la gente che si fa portare le cialde del caffè a casa? Evidentemente no, perché se lo sapessero verrebbero coi barconi per ammazzarci. Sti negri.
Accendo il furgone e non riesco a smettere di pensare che ad ogni metro che faccio sto bruciando carburante per portare delle cialde di caffè a un coglione qualunque.
Benzina persa. Benzina dei miei fratelli neri.
Arrivo e c'è sto cancello che non posso attraversare col furgone perché oltre c'è tutta della marmaglia di robe, tipo una motozzappa arrugginita e un mucchio, ma davvero una montagna di zucche. Avrei potuto essere a casa e mangiarmi un bel piatto di risotto alla zucca, cazzo.
Insomma citofono e ovviamente guarda caso il destinatario non c'è. Perché stranamente lo stronzo ha qualcosa di meglio da fare che starsene a casa tutto il giorno ad aspettare che un corriere gli consegni delle cialde di merda. Bestemmio due volte quando penso cosa abbia deciso valga più la pena acquistare di persona piuttosto che le cialde. Stronzo maledetto.
Risponde una voce gentile per fortuna e arriva una gnocca. Mi vede da dieci metri co sta scatolina in mano e mi lancia uno sguardo tipo quelli che fa un padrone quando torna a casa e scopre che il proprio cane gli ha cagato di nuovo sul divano.
Sorrido perché scopro che in famiglia c'è una normale.
Mi dice "non dire niente guarda... Caffè?"
Io rispondo "sembra roba nespresso"
questo odio in comune verso il destinatario ci porta ad avere feeling e un minuto dopo mi trovo su in casa loro a bere un caffè di quella cialda con lei. Faceva davvero cagare e ridiamo come matti. Due minuti dopo stiamo scopando all'ingresso, sopra le zucche, crogiolandoci sopra la polpa umida dei frutti e della gnocca. A lavoro finito lei mi dà il suo numero e mi chiede di fare sparire le zucche, prova della chiavata efferata.
Mentre risalgo sul furgone la vedo impensierita, le chiedo perché. "mi stavo chiedendo -risponde - che palla inventarmi per spiegare come mai siano sparite le zucche". La guardo mentre il suo faccino crucciato mi fa venire più voglia di scoparmela di prima e le rispondo "digli che le ho rubate io".
Che bella vita cazzo, alla faccia tua sfigato.