Salvini parla a vanvera, tanto sa che i giornalisti parlano a vanvera, gli elettori parlano a vanvera, gli altri politici parlano a vanvera. Il livello del discorso pubblico dipende dal livello di chi parla, di chi modera, e di chi ascolta: inutile aspettare discussioni intelligenti in Italia.
In ogni caso:
1. Il bail-in si ha quando i creditori di una banca in crisi partecipano alle perdite, essendo il capitale proprio della banca insufficiente a garantirne l'operatività: è un eufemismo per "bancarotta", ed è la risposta giusta quando una banca non è solida, perché se i fondi degli azionisti non bastano, è chi vi ha investito che deve pagare: gli investimenti sono separati in classi di rischio proprio per separare chi non vuole rischi (e non ha rendimenti) e chi li vuole (e ha rendimenti, che occasionalmente possono essere molto negativi).
2. Il bail-out si ha quando sono i contribuenti a pagare quando una banca va in crisi, perché la banca riceve soldi pubblici per ricapitalizzarsi: è un eufemismo per "rubare ai poveri per dare ai ricchi", e produce azzardo morale perché incentiva comportamenti rischiosi. D'altro canto, in un contesto di fragilità strutturale, riduce il rischio di crisi sistemica tramite contagio.
Il problema economico del bail-in è che se le banche sono tutte molto deboli, c'è il rischio che il fallimento di una produca una reazione a catena (contagio). Il rischio è remoto per le banche piccole, ma potrebbe non esserlo per le banche maggiori.
Il problema economico dei bail-out è che le banche non hanno più alcun incentivo a non essere fragili finanziariamente, tanto paga sempre il contribuente, e dunque la probabilità di collasso aumenta notevolmente.
Ovviamente non ci sono alternative ad avere banche solide, ma bisogna arrivarci. L'opzione preferita dovrebbe essere sempre il bail-in, salvo in "casi eccezionali", che però per loro natura produrranno altri "casi eccezionali" subito dopo, fino a far diventare la fragilità sistemica la norma.