Coronavirus, in Cina si torna a viaggiare: «Nel weekend 117 milioni di turisti»
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di Redazione Esteri01 mag 2020
Primo maggio, 5 giorni di vacanza: la prima festa nazionale dopo la pandemia. Il 70% delle mete turistiche del Paese, inclusa la Città Proibita a Pechino, ha riaperto. E i voli sono già tornati al 42% del volume d’affari pre-Covid
Il ministero dei Trasporti cinese diffonde una stima per il weekend del Primo maggio, 5 giorni di festività nella Repubblica Popolare: 117 milioni di persone in viaggio, cioè 24,5 milioni di turisti di nuovo in moto al giorno. È la prima festività nazionale da dopo il lockdown per la pandemia, e con questa stima il ministero sintetizza le aspettative per il turismo interno, che si prevede vivace. Il 70% delle attrazioni turistiche, circa 4 mila siti di interesse, sono di nuovo accessibili al pubblico.
Certo, non come «prima»: il ministro cinese della Cultura e del Turismo Luo Shugang ha imposto un sistema di prenotazione per scaglioni degli ospiti. Il numero giornaliero di visitatori non può superare il 30% della capienza massima solita durante la festività; misure stringenti di distanziamento devono scattare nei punti dove i turisti tendono a riunirsi, come i ristoranti e gli ingressi, per evitare assembramenti; i percorsi di visita vanno contingentati e ottimizzati. E così via, passando per migliorie nella ventilazione e controlli della temperatura e dei codici sanitari dei visitatori. Formulare piani di risposta al virus è in capo ai gestori delle attrazioni turistiche.
Ricomincia così, dunque, la «fase 2» del turismo domestico in Cina: da che Pechino ha rilassato le misure di lockdown i voli interni sono tornati ad aumentare di 15 volte rispetto alle ultime fasi della pandemia, e sono ormai (dati del portale di prenotazioni Qunar.com) tornati al 42% dei livelli pre-pandemia. A Pechino ora si può andare senza più dover stare 14 giorni in quarantena, se si proviene da aree del Paese «a basso rischio» , e ha riaperto la Città Proibita: nell’ora successiva a questo annuncio del governo le prenotazioni di voli sulla piattaforma Fliggy, gestita dal colosso dell’e-commerce Alibaba, sono aumentate di 5 volte.
Anche Shanghai riapre al turismo dopo l’epidemia di coronavirus, ma per evitare assembramenti è stato necessario prenotare in anticipo. Lo hanno reso noto ieri le autorità cittadine locali. Al 28 aprile 84 tra le principali attrazioni turistiche di Shanghai erano state riaperte, mentre 5.200 hotel e strutture ricettive avevano ripreso le attività. Per la festività hanno riaperto anche musei, gallerie d’arte, biblioteche, centri culturali e comunitari. Yu Xiufen, direttore dell’Amministrazione municipale per la Cultura e il Turismo di Shanghai, ha precisato che i visitatori dovranno comunque indossare le mascherine, presentare i propri codici sanitari QR e farsi misurare la temperatura corporea. Secondo il portale cinese Trip.com, Shanghai è la destinazione preferita dai turisti in questo periodo.
Pullulerebbe di turisti normalmente, ma oggi già festeggia la timida folla che vi passeggia, anche il villaggio Qing ricostruito a Gubei, a 100 km da Pechino, che una volta attirava 100 mila turisti al giorno. Oggi ce n’è un decimo, e nessuno straniero (normalmente è il 15% dei turisti) ma sembra una ripartenza comunque. Anche qui controlli della temperatura e dei codici sanitari all’ingresso. E il 90% delle camere d’albergo in città, riporta l’agenzia Reuters, è stato prenotato appena Pechino ha rilassato un po’ le severe norme di lockdown.
E intanto i tour operator del giovane mercato interno cinese sperimentano alternative. Come il tour virtuale del «villaggio dell’ibisco», cittadella antica di duemila anni nello Hunan, mandato in live streaming in questi giorni sul sito della piattaforma di e-commerce Pinduoduo: ha raggiunto 350.000 visualizzazioni e più di 6 miliardi di interazioni.