In che senso? Secondo me quello è uno dei motivi sottesi alle istanze di riforma dell'istruzione pubblica, ma non so a che punto è il dibattito in Italia. Un aspetto è quello relativo all'abolizione del valore legale della laurea ed alla apertura delle università pubbliche ai capitali privati, con progressiva uscita dello Stato dal settore (salvo compiti di vigilanza).
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Sono d’accordo sul fatto che ognuno ha la sua indole e sicuramente io ho una visione limitata dalla mia esperienza e di quelli che mi stanno attorno, ma credo che ragionare per obiettivi semplifichi molto la vita e aiuti a portare a casa risultati in maniera molto più concreta. Tra l’altro anche lavorare per portare benefici agli altri è un modo per fare i propri interessi , non ci vedo grossa differenza.
Quello che mi domando, vedendo anche le vostre reazioni stizzite, è percentualmente quanti siano le persone che vanno a scuola per ragioni diverse rispetto a prendere il pezzo di carta o cazzeggiare con gli amici.
Se mi dite che la maggioranza dei ragazzi vanno a scuola con piacere , si sentono di crescere umanamente e come cittadini non posso che esserne lieto. Cozza con la realtà che percepisco anche leggendo l’altro topic di Hoffman e si distanzia dalla mia esperienza personale , ma credo che uno studente in quelle condizioni percepirebbe la scuola meno perdita di tempo di come l’ho vissuta io.
Purtroppo hanno elevato l'obbligo scolastico a 16 anni. Così gente che vede la scuola come una perdita di tempo è costretta ad andarci così tanto tempo, 10 anni in tutto.
Still, dopo i 16 -dopo i 14 quando eravamo giovani noi- si può mollare. Non capisco pertanto tutte queste persone che si ostinano a prendere un diploma, magari pure una laurea, e poi dicono che è tutto inutile.
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Cmq non capito la logica di ND in tutto questo.
Posta una stronzata da amerigano, in cui le premesse e il ragionamento sono deliranti e per pura coincidenza la conclusione è accettabile.
E si dice "d'accordissimo".
Ma è d'accordissimo... con cosa? Con le conclusioni?
Perché a me sembra che ND dica che bisogna studiare solo ciò che è utile per il lavoro ovvero per i $$$
Ma le conclusioni del tipo sono:
"Education is all about capitalism. "You need to learn these skills to get a good job." [...] THAT is why modern education is a failure. Its basic premise is monstrous.
[...] Because reading is magical. It makes life worth living. And being able to read, you can decode the strategies of your oppressors & stop them w/ their own words"
Quindi, boh.
Abbiamo mischiato temi abbastanza diversi.
Per fare chiarezza, dal mio punto di vista se la scuola è finalizzata al lavoro (che mi sembra sia l’obiettivo principale attuale ) sta producendo poco e male , la domanda incontra poco l’offerta e si insegna un mucchio di roba che è una perdita di tempo.
Se la scuola - come mi piacerebbe, ma nella
mia esperienza non è - è un posto dove crescere , capire le tue attitudini e sarcazzo sono d’accordo che forse una riflessione sui metodi sarebbe utile , visto che anche così la mia impressione è che non è che abbiate classi piene di gente super motivata. Quello che mi sembra è che quando lamentate delle modifiche al metodo devastanti fate riferimento alle varie facilitazioni che stanno venendo date agli studenti, che mi sembra siano cagate pure a me.
Sull’obbligo allo studio, sorvoli su un passo fondamentale : senza pezzo di carta l’accesso a certe professioni non è possibile. Quindi questo crea naturalmente studenti svogliati che si devono sorbire materie per loro inutili e insegnanti incazzati perché insegnare a gente disinteressata credo sia uno schifo, sbaglio? Se le due cose non fossero collegate quanti studenti rimarrebbero in classe?
La domanda però è mal posta. I ragazzi vanno a scuola perché è obbligatorio; e (pressoché) chiunque rispetto ad un obbligo preferirebbe fare altro. Però la scuola è obbligatoria perchè: a) avere cittadini scolarizzati (anche mediocri) è meglio che non averli; b) i ragazzi tra i 6 e i 19 anni non hanno sufficiente capacità di discernimento per scegliere liberamente se investire e come investire nella loro formazione. In una società con rigide classi sociali e professione assicurata sin dalla nascita sarebbe diverso, ma non è quella la nostra società.
Ultima modifica di Zhuge; 19-10-20 alle 09:01
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Si, capisco quello che intendi. Credo anche che la scuola faccia ben poco per indirizzarti: è vero che tra i 6 e i 19 anni non hai le idee molto chiare, ma anche perchè la massima valutazione che ricevi ( o almeno ricordo di aver ricevuto ) è quella che ti dice alle medie che indirizzo dovresti prendere con la logica che se sei intelligente vai al liceo, se sei un po' somaro vai al tecnico, e così a scalare fino a zappare la terra. Non è una grande indicazione.
Proprio per questo per me sarebbe fondamentale imparare cose diverse, e la scuola avrebbe un boost enorme per farlo perchè almeno ha spazi che potrebbero essere usati. Non sarebbe una figata se la sera i laboratori dei tecnici fossero aperti agli studenti dei licei per imparare a lavorare anche con le mani? O viceversa se agli studenti dei tecnici o dei professionali interessati fosse data la possibilità di fare corsi di letteratura la sera?
Certo , ora lo puoi cmq fare in tua autonomia, ma devi pagare , devi avere gli spazi, magari allestire un laboratorio o orientarti su mille libri non è proprio banale etc.
Secondo me invece sarebbe importante perchè così chiarisci di più le idee alle persone su quello che vogliono fare.
E il sistema Montressori ?
in teoria ti spinge già da picciotto nella direzione a cui sei più interessato.
Ho la nipotina che nella grande Crucconia ha iniziato quest' anno ad andare in una scuola con sistema Montressori.
in realtà la scuola fa molto per indirizzare gli studenti, è che le famiglie poi fanno scelte diverse.
scelgono la tal scuola perché "è un bell'ambiente" o "è prestigiosa" o altre motivazioni inquietanti. I consigli dati in 3a media vengono spesso disattesi (anche io per es., mi avevano consigliato il classico e son finito a fare l'itis...). Noi poi alle superiori cerchiamo di ri-orientare quelli che, o si vede che proprio non ce la fanno, o si vede che non gliene frega niente delle materie/non sono portati (per es. io sono a ragioneria e c'è gente che va bene nelle lingue ma male in matematica diritto ed economia... ovvio che lo vogliamo riorientare per il linguistico no?), ma quasi mai la famiglia ci da ascolto.
non è quello il criterio si guarda le attitudini oltre alla... "intelligenza".è vero che tra i 6 e i 19 anni non hai le idee molto chiare, ma anche perchè la massima valutazione che ricevi ( o almeno ricordo di aver ricevuto ) è quella che ti dice alle medie che indirizzo dovresti prendere con la logica che se sei intelligente vai al liceo, se sei un po' somaro vai al tecnico, e così a scalare fino a zappare la terra. Non è una grande indicazione.
(e il tecnico può essere difficile come e più del liceo, cmq)
the american way, ti scegli i corsi.Proprio per questo per me sarebbe fondamentale imparare cose diverse, e la scuola avrebbe un boost enorme per farlo perchè almeno ha spazi che potrebbero essere usati. Non sarebbe una figata se la sera i laboratori dei tecnici fossero aperti agli studenti dei licei per imparare a lavorare anche con le mani? O viceversa se agli studenti dei tecnici o dei professionali interessati fosse data la possibilità di fare corsi di letteratura la sera?
ma quanti lo farebbero?
di un intero Liceo Classico, quanti dopo aver fatto lezione al mattino andrebbero a smanettare sui motori al pomeriggio invece di studiare, o giocare ai vg, o scopare, o altro? Uno? Due? Forse 10? Non di più.
Ne vale la pena? Le cose costano.
siamo d'accordo.
okSe la scuola - come mi piacerebbe, ma nella mia esperienza non è - è un posto dove crescere , capire le tue attitudini e sarcazzo sono d’accordo che forse una riflessione sui metodi sarebbe utile , visto che anche così la mia impressione è che non è che abbiate classi piene di gente super motivata. Quello che mi sembra è che quando lamentate delle modifiche al metodo devastanti fate riferimento alle varie facilitazioni che stanno venendo date agli studenti, che mi sembra siano cagate pure a me.
non sorvolo affatto, il punto è tutti lì: serve il pezzo di carta, alla faccia dei contenuti.Sull’obbligo allo studio, sorvoli su un passo fondamentale : senza pezzo di carta l’accesso a certe professioni non è possibile.
La colpa di ciò è da ricercarsi nella saturazione del mercato per quasi tutte le professioni "da titolo di studio", e dai concorsi pubblici, spesso strutturati per chiedere cose assurde che non si fanno a scuola / essere raccomandati, ma bisogna avere il pezzo di carta per partecipare. Quelli per le Forze Armate e di Polizia in primis, totale scollamento tra le prove di accesso e il contenuto di ciò che si fa a scuola (a parte saper scrivere in italiano decente)
Io ricordo che alle medie da me dipendeva sostanzialmente dal voto : Tra Ottimo e Buono = Liceo, sotto a scendere. Non c'erano ragionamenti particolari, era semplicemente a y è funzione di x. Se mi dici che ora è diverso, sono sol che contento. Sulle famiglie posso crederci, ma è sempre per il solito discorso che magari uno cerca di rompere i coglioni al figlio perchè arrivi al pezzo di carta x che da il risultato y.
Sicuramente hai ragione che attivare corsi costa soldi, è evidente che non puoi attivare tutto per tutti, ma tra aprire tutti i laboratori e fare conferenze tutte le sere ci possono essere vie di mezzo ( tipo open day, laboratori formativi ): a modena , ad esempio, un tecnico faceva corsi a gratis di lingue tipo russo la sera, era una bella iniziativa.
Sulla saturazione è un problema che riguarda molte professioni, altre invece sono tutto sommato ancora percorribili al netto che hanno corsi di studio rognosetti ( tipo le varie stem): il fatto è che se l'università e la scuola prima non ti indirizza pesantemente dove quel poco di offerta c'è ancora continueremo a produrre dottorandi in scienze delle merendine e il problema sarà sempre lì.
devo dire che capisco hoffmann, sto topic triggera me che non insegno, immagino lui