Ma Grillo ha visto il video del figlio che scopa? Ma Grillo ha visto il video del figlio che scopa? - Pagina 8

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Discussione: Ma Grillo ha visto il video del figlio che scopa?

  1. #141
    Major Sludgebucket (ABS)
    Guest

    Re: Ma Grillo ha visto il video del figlio che scopa?

    Sono due giorni che penso alla faccenda di Grillo. Ne ho parlato in privato, con amici e amiche. Ne ho letto, più o meno ovunque. Eppure l’inquietudine è rimasta piantata lì, in mezzo al cervello.

    A turbarmi non è solo il video di un uomo vecchio e verbalmente violento che in poco più di un minuto dimostra quanto anni di clic-femminismo siano inutili (d’altra parte, siamo il Paese che nelle fiction nazionalpopolari mette in scena finte denunce di stupro, lo stesso in cui centinaia di migliaia di utenti - dai pre-adolescenti ai padri di famiglia - si scambiano fotografie e video intimi di minorenni nei canali Telegram, appellandole con qualsiasi epiteto compreso tra “cagna” e “troia”… questo per dire che la “rape culture” purtroppo non inizia e non finisce in Beppe Grillo, per quanto negli ultimi giorni ne sia diventato il più eccellente testimonial).
    A turbarmi non è solo il deplorevole victim blaming, in merito al quale più o meno chiunque si è già espresso, giustamente, nelle ultime 48 ore.

    A turbarmi, anche, è l’apparente inafferrabilità del concetto di consenso che pure ricorre sempre in questi frangenti. Il consenso, questa materia dai contorni incerti, questo terreno impalpabile e mutevole che sta alla base di una sessualità sana e libera, del quale continuiamo a parlare e sul quale continuiamo a non capirci.

    Il consenso. Quando c’è? Quando non c’è? Come si esprime? Come si riconosce? E’ sempre chiaro? Fino a quando vale? Si può essere consenzienti se si è sbronze? Si può essere consenzienti all’inizio e poi cambiare idea se, magari, la natura dell’incontro prende una piega che non ci sta bene? Si può essere consenzienti se si è in presenza di uno squilibrio di potere, che sia simbolico oppure fisico, oppure numerico? Si può essere consenzienti se qualcuno ci filma nell’atto? Si può essere consenzienti se qualcuno ci procura del dolore? Come si fa a comunicare e recepire il consenso? Se il consenso è la base di una sessualità consapevole (e, di solito, quanto più è consapevole tanto meno si creano equivoci attorno a esso), è lecito supporre che il problema sia anche nella sessualità così com’è diventata?

    Ieri, mentre m’arrovellavo, mi è tornata in mente un’intervista a Madame che ho visto qualche settimana fa, in cui dichiarava di aver iniziato a guardare il porno a 8 anni (e di aver visto TUTTO nel giro di pochissimo tempo). Otto anni. Noi, a 8 anni, ci chiedevamo se essere Sailor Moon o Sailor Mars. Le più sgamate, erano team Brenda o team Kelly. I maschi coetanei (quelli cis ed etero), forse, vivevano i primi smottamenti ormonali di fronte alle copertine de L’Espresso o di Panorama. Nessuno, comunque, avrebbe potuto immaginare cosa fosse un facial o una doppia penetrazione e, dieci anni dopo, nessuno avrebbe pensato di mettere in pratica l’uno oppure l’altra.

    Ecco, parlare di consenso senza collegarlo all’assenza di qualsiasi forma di dialogo e di educazione sessuale in proposito, in nessun ambito della nostra società, è incompleto.

    Parlare di consenso senza porlo in relazione al consumo precoce di pornografia mainstream (basata sull’umiliazione, l'oggettificazione e la sottomissione del femminile, nella quale il consenso è quasi sempre non pervenuto e sostituito da una brutalità punitiva), è incompleto, tanto più se si considera che quella pornografia nella maggior parte dei casi è l’unico strumento pedagogico a disposizione dei più giovani per apprendere la sessualità e gettare le fondamenta del proprio immaginario.

    Parlare di consenso senza chiarire che c’è una differenza tra fantasia e realtà sessuale, senza chiarire cosa sia il sesso in effetti, o cosa dovrebbe essere (e cioè un’attività vitale, che coinvolge il corpo e il cervello, un atto di comunicazione tra due o più persone, un gioco di reciprocità tra le parti, uno scambio di umanità che rispetti la volontà di tutti, e non una performance, un consumo, un abuso della dignità e dell’intimità altrui), ecco mi sembra che resti sempre fine a se stesso, un discorso amputato della sua componente più essenziale.

    Il problema c’è? Sì, enorme.
    Esisteva anche prima? Sì, ma ora è persino più complesso.
    Possiamo fare qualcosa per risolverlo? Sì, parlarne bene, cogliendo la questione nella sua complessità, fuori dai social network, in famiglia, a scuola, nel tempo libero, laddove la realtà è fatta di sfumature e differenze.

    Per esempio, mi chiedo: non sarebbe bello se, magari, oltre a mandare i bambini a fare corsi per imparare a nuotare, a suonare il clarinetto, o a parlare 2 o 3 lingue, iniziassimo a pensare a degli incontri per imparare a essere persone capaci di comunicare, di sentire l’altro, di divertirsi senza farsi male, di vivere il sesso nel rispetto di se stessi e del prossimo?
    Non so, ipotizzo.

    Intanto, favorisco nei commenti un articolo sull'educazione sessuale che scrissi nel 2018 per Corriere. È datato, ma forse non troppo.

  2. #142
    Sciamano Metropolitano L'avatar di kyashan
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    Re: Ma Grillo ha visto il video del figlio che scopa?

    Citazione Originariamente Scritto da Major Sludgebucket (ABS) Visualizza Messaggio
    Si può essere consenzienti se si è sbronze? Si può essere consenzienti all’inizio e poi cambiare idea se, magari, la natura dell’incontro prende una piega che non ci sta bene? Si può essere consenzienti se si è in presenza di uno squilibrio di potere, che sia simbolico oppure fisico, oppure numerico? Si può essere consenzienti se qualcuno ci filma nell’atto? Si può essere consenzienti se qualcuno ci procura del dolore
    1) in teoria si, ma meglio evitare perchè se poi dice che il consenso non c'era le viene data ragione a prescindere
    questo se è leggermente allegra, se è completamente sbronza la domanda non devi neanche portela.
    2) Certo, ed in quel caso devi andare via e darti una stecca forte per farlo andare giù, non provare a insistere
    3) In teoria si può essere consenzienti, ma l'abuso di autorità è espressamente previsto dal 609bis, quindi anche li eviterei
    4) Si, puoi dare il consenso ad essere filmato ed è quasi meglio, così magari si vede pure il consenso
    5) Si, potrebbe piacerti il dolore, ma eviterei perchè è facile dire "mi ha violentato, ho pure i lividi e i graffi"

    Se dalle mie risposte ti è sorto il leggero dubbio che oggi scopare sia pericoloso, hai ragione.
    Ultima modifica di kyashan; 22-04-21 alle 11:10

  3. #143
    Filastrocchiere di STOCAZ L'avatar di Skywolf
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    Re: Ma Grillo ha visto il video del figlio che scopa?

    Citazione Originariamente Scritto da kyashan Visualizza Messaggio
    1) in teoria si, ma meglio evitare perchè se poi dice che il consenso non c'era le viene data ragione a prescindere
    questo se è leggermente allegra, se è completamente sbronza la domanda non devi neanche portela.
    2) Certo, ed in quel caso devi andare via e darti una stecca forte per farlo andare giù, non provare a insistere
    3) In teoria si può essere consenzienti, ma l'abuso di autorità è espressamente previsto dal 609bis, quindi anche li eviterei
    4) Si, puoi dare il consenso ad essere filmato ed è quasi meglio, così magari si vede pure il consenso
    5) Si, potrebbe piacerti il dolore, ma eviterei perchè è facile dire "mi ha violentato, ho pure i lividi e i graffi"

    Se dalle mie risposte ti è sorto il leggero dubbio che oggi scopare sia pericoloso, hai ragione.
    quindi niente gangbang e sm? :'(

  4. #144
    Giuntoling... L'avatar di DigitalPayne
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    Re: Ma Grillo ha visto il video del figlio che scopa?

    Ci vuole l'educazione sessuale nelle scuole.

  5. #145
    Major Sludgebucket (ABS)
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    Re: Ma Grillo ha visto il video del figlio che scopa?

    Ho fatto le medesime riflessioni ieri, parlando del video di Grillo con mio marito. Abbiamo una bambina di quasi 10 anni e questa storia ci ha abbastanza angosciato. Nell’immagine di questi 18enni che vanno al Billionaire (già abbastanza triste così) e fanno sesso di gruppo, non può che aver influito anche la pornografia online, che dà una visione così deformata della sessualità.

  6. #146
    Senior Member L'avatar di Decay
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    Re: Ma Grillo ha visto il video del figlio che scopa?

    Gli schermi del PC son sempre più grandi col passare del tempo e la moda è iniziata con l'internet e porn di massa, coincidenze?

  7. #147
    Major Sludgebucket (ABS)
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    Re: Ma Grillo ha visto il video del figlio che scopa?

    Così il porno educa i nostri ragazzi

    In famiglia si parla poco di sesso e a scuola non si fa abbastanza educazione. Nessuno instaura con gli adolescenti un dialogo aperto sull’argomento. I siti di pornografia prendono il posto di genitori e insegnanti e attraverso il web i più giovani apprendono pratiche sbagliate: come il sesso non protetto, l’approccio brutale e il gusto per l’estremo

    HO SCOPERTO come il genere umano perpetra la sua esistenza quando avevo nove anni. Avevo sentito parlare dei preservativi in televisione, non capivo cosa fossero e chiesi chiarimenti a mia madre. Lei mi rispose fornendomi i rudimenti essenziali e mi liberò dal giogo culturale della cicogna o del cavolfiore. Lo chiesi a lei perché non avevo Google, naturalmente. Non esisteva ancora l’onnisciente puericultrice digitale, dalla quale apprendere (senza analisi, senza guida e senza imbarazzo) qualunque cosa. Da allora, per quanto mi dolga ammetterlo, è passato molto tempo e mi sono chiesta: come siamo messi oggi? Chi si occupa dell’educazione sessuale dei giovani italiani?

    IL PROFESSOR Emmanuele Jannini, specialista andrologo, docente all’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, mi spiega che l’agenzia fondamentale preposta alla sessualità giovanile si chiama YouPorn. D’altra parte, osserva, nell’università italiana non si insegna la sessuologia, nella facoltà di medicina non si parla di sesso e nella facoltà di psicologia raramente si insegna la psicopatologia del comportamento sessuale. Non possiamo lamentarci o stupirci del fatto che i giovani, o chiunque abbia bisogno di capire qualcosa della propria sessualità, si rifugi prevalentemente online. Il dato non è positivo, conclude Jannini, perché la vita sessuale è un aspetto fondamentale della salute generale e in quanto tale deve essere trattata. Silvia Ursoleo, psicoterapeuta e sessuologa di una delle sedi dell’Aied – Associazione per l’Educazione Demografica (una rete di consultori di natura laica presente in tutta Italia da circa 70 anni) –, mi confessa: «Un tempo facevamo educazione sessuale nelle scuole, oggi no, non ci vogliono più». Ne parlo anche con Marcello (che preferisce mantenere il riserbo sul suo cognome), docente di lettere a Milano, uno che ha scelto di insegnare negli istituti tecnici e professionali perché «è lì che c’è più bisogno di noi». Marcello conferma che nella scuola italiana non si fa nulla in termini di educazione sessuale e sentimentale. Gli chiedo se non siano previsti degli incontri con esperti esterni, corsi pomeridiani di Alfabetizzazione Sessuale o di Educazione al Consenso, come succede in molti college anglosassoni. No. Non c’è nessuno che apra una conversazione con i più giovani sul sesso, sulla prevenzione, sulla contraccezione, sul consenso, sulla tolleranza, sull’elaborazione del rifiuto, sui diversi orientamenti sessuali e sui pregiudizi di genere.


    IN UN’EPOCA IN CUI TUTTI (in particolar modo i più giovani, come dimostrano le statistiche del sito Pornhub) abbiamo un accesso illimitato alla pornografia, nessuno instaura con i ragazzi un dialogo aperto, schietto e contemporaneo sul sesso. La sola base su cui essi possono sviluppare un immaginario sessuale è la pornografia. Ci sono delle conseguenze? Innanzitutto bisogna chiarire il contesto culturale di riferimento, capire cosa sia il porno oggi e quanto pornificata sia la nostra società. I docenti e ricercatori universitari Claudia Attimonelli e Vincenzo Susca hanno scritto, a riguardo, un bellissimo saggio intitolato Pornocultura. Analizzano, con lucidità e imparzialità, il sottobosco incandescente e digitale, surrogato e feticista, in cui l’immaginario sessuale si sta dissolvendo e frammentando. «Il web a luci rosse è il luogo dell’educazione sessuale nell’era della pornocultura», dichiara Susca. «Ne consegue una disinibizione generale dell’immaginario e dei costumi sessuali, la diffusione di pratiche del piacere sempre più estreme, voluttuose ed eterodosse». «Il sesso diluisce il suo fascino» continua Attimonelli, «appare meno interessante e la precocità del consumo pornografico segna il trionfo, e al tempo stesso la fine, della pornocultura».

    QUANDO CHIEDO loro di spiegarmi, in parole semplici, cosa bisognerebbe fare, mi rispondono che bisognerebbe imparare ad affrontare questi argomenti nelle scuole e nelle famiglie, delineando ai ragazzi altre possibilità di esperire il piacere e chiarendo loro che ci sono modi diversi e alternativi di fare l’amore. Più facile a dirsi che a farsi. Tuttavia, se l’unica fonte da cui i ragazzi attingono le loro conoscenze sul sesso è la pornografia, dobbiamo chiederci quali codici e quali insegnamenti ne traggano. Allo stato attuale, il porno inscena spesso un immaginario punitivo, brutale, vendicativo (revenge-porn), con un punto di vista che è letteralmente maschile. La donna è sempre slut, whore, bitch, chick, doll (di facili costumi) e quasi sempre viene destroyed, banged, fucked in her whatever (distrutta, pestata, usufruita nei vari orifizi, anche in gruppo); oppure viene picked-up, cioè rimorchiata per strada in cambio di qualche banconota; o, in alternativa, molestata e abusata in un fake taxi, in un fake hospital o durante un fake casting. Si badi: non mi trastullo con la terminologia tecnica per sconvolgere e disturbare. Lo faccio perché queste sono le parole che i nostri adolescenti leggono online.

    MENTRE I GENITORIripongono le proprie speranze nel parental control, ignorano che i figli il porno non solo lo conoscono già, ma probabilmente lo girano, o lo gireranno a breve, con gli smartphone che hanno regalato loro a Natale. C’è chi coglie il senso del proprio tempo, come Erika Lust, che è una regista erotica indipendente, spagnola, madre di due figlie. Lust rivendica la necessità di un porno nuovo, fondato su una prospettiva di genere equilibrata. Soprattutto, un porno intento a mostrare i principi che sono la base di una sessualità corretta: il rispetto, la connessione, il consenso. Lo scorso febbraio il New York Times ha pubblicato un’inchiesta sul rapporto tra adolescenti e pornografia, secondo la quale i giovani americani pensano che alle ragazze piacciano i tipi dominanti e che per loro qualunque pratica sia ammessa, persino gradita: soffocamenti, capelli tirati, sesso anale, sculacciate, penetrazioni multiple, tracheoscopie falliche, eiaculazioni pirotecniche e molto di più. E se vero è che siamo tutti liberi di fare e guardare quello che ci pare, è anche vero che stiamo parlando di minori. È probabilmente una sfortunata coincidenza, ma in questi anni assistiamo a un crescente ricorso alla chirurgia intima per rifarsi la vulva, che deve (pure quella) conformarsi a uno standard dominante, risultare ideale (per chi, poi?) e presentarsi il più possibile giovane (e depilata) proprio come quella d’una bambina. Spesso, questi interventi comportano la rimozione di parti sensibili del nostro apparato esterno. In sostanza, nell’Occidente evoluto, siamo arrivate ad automutilarci per un fatto estetico.

    COSA POSSIAMO FARE, innanzi a tutto ciò? E soprattutto: dobbiamo fare qualcosa? Possiamo aiutare i ragazzi a sviluppare una sessualità sana e corretta? Per carità, magari non è necessario, magari i nuovi giovani sanno già tutto e possiamo serenamente subappaltare alla pornografia qualunque discorso attorno alla sessualità e ai sentimenti. Per chiarirmi le idee, però, consulto la Durex Global Sex Survey del 2017, un’analisi svolta in 36 paesi su un campione di circa 30.000 persone. Da essa emerge che un italiano su quattro non pratica sesso protetto e si affida sistematicamente al coito interrotto. Se in Spagna, Svizzera, Germania, Inghilterra, Francia e Austria il cosiddetto “salto della quaglia” è praticato al massimo dal 9% degli intervistati, in Italia raggiungiamo il 23%. Il segmento più fragile, inutile dirlo, sono i giovani tra i 13 e i 24 anni che, in percentuale, acquistano il minor numero di preservativi. Com’è possibile, mi chiedo. Negli Anni 90, dopo aver pianto davanti a Tom Hanks che moriva di Aids sulle note di Springsteen, la prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili era un tema culturalmente rilevante. Nel prime time passavano senza pietà gli spot dei profilattici, urtando il pudore delle famiglie italiane sedute a cena davanti alla tivù. Nel 1997, i condom erano diventati talmente pop che Magnum li inseriva in uno spot per promuovere un gelato.

    COS’È ACCADUTO, DOPO? Secondo uno studio del Parlamento Europeo, i corsi di SRE (Sexual and Reproductive Education) sono formalmente previsti in 20 Paesi su 28, secondo modalità che variano da regione a regione (il che significa che spesso non sono de-facto obbligatori, come nel caso dell’Italia). Solo 12 Paesi su 20 includono temi legati al mondo Lgbt e quelli in cui le ingerenze religiose sono più forti, tendono a trattare la materia con un approccio puramente biologico. Nel Regno Unito, tra il 1998 e il 2013, il numero delle gravidanze indesiderate è diminuito del 56% grazie alla National Teenage Pregnancy Strategy. In Estonia, con l’educazione sessuale, tra il 2001 e il 2009, è stato possibile prevenire oltre 4.000 gravidanze, 7.000 casi di trasmissione di malattie sessuali e 2.000 contagi da Hiv. I Paesi più progressisti (che, chi l’avrebbe mai detto, si collocano all’estremo Nord dell’Europa, con la Danimarca in pole position) coinvolgono i Centri di Pianificazione Familiare nell’educazione dei ragazzi e sviluppano programmi educativi di lungo periodo, i cui contenuti sono elaborati a quattro mani dalla politica e dalle Ong. Le lezioni vengono affidate a tutor del settore, gli insegnanti vengono sottoposti a training specifici e i contenuti si sviluppano su linee-guida calibrate in base all’età della classe. Non è un caso che questi paesi vantino il minor numero di gravidanze non pianificate e di contagi da malattie sessualmente trasmissibili. Non è un caso che siano gli stessi Paesi a eccellere in termini di parità di genere e di diritti civili. Educare alla sessualità e ai sentimenti serve, i ragazzi dimostrano un sano appetito per l’argomento e, nonostante le resistenze di certe aree politiche e religiose, nella maggior parte dei paesi i genitori sono favorevoli all’educazione sessuale scolastica dei ragazzi.

    SECONDO un trattato dell’Unesco del 2015, il 90% dei genitori cinesi ritiene che i propri figli dovrebbero essere educati alla contraccezione, alla prevenzione e alla gestione delle avance inappropriate. L’88% dei genitori in Russia è dello stesso avviso. Negli Usa i genitori vorrebbero che il “debutto sessuale” dei propri figli fosse meno precoce e che fosse fatto con sicurezza. In Africa, oltre il 60% dei genitori pensa che i giovani tra i 12 e i 14 anni dovrebbero essere educati all’uso dei preservativi. Da questa panoramica globale, appare evidente come l’educazione sessuale sia un’esigenza del nostro tempo. L’approccio culturale e sociale, non esclusivamente scientifico, che aiuta i ragazzi ad acquisire abilità esistenziali, capacità di confronto, dialogo e negoziazione, si è dimostrato talmente efficace che verrebbe da chiedersi: perché in Italia non ce ne occupiamo affatto? Perché non ci interessa aprire una conversazione che abbia il coraggio di parlare anche di stereotipi di genere, di identità digitale e di pornografia (che è la vicaria unica dell’assenza totale di educazione sessuale nelle scuole e nelle famiglie)?

    SIA BEN CHIARA una cosa, però: questo discorso non intende colpevolizzare il progresso tecnologico in quanto tale, né condannare la pornografia (di cui sono una consapevole fruitrice). Questo discorso intende unire i punti e portare all’attenzione la necessità di parlare di sesso e di amore, perché il sesso è parte integrante e ragione attiva dell’amore, causa ed effetto, presupposto e conseguenza. Parlare di sesso vuol dire anche, e innanzitutto parlare di amore, di umanità, di consenso, di parità, di libertà, di accettazione. Se non ci credete, pensate alla migliore scopata della vostra vita, e ammettete di averla fatta con una persona che in quel momento amavate molto. Per quanto semplicistico e bucolico possa suonare, provate a rispondere a questa domanda elementare: se non parliamo di amore (e umanità, consenso, parità, libertà e accettazione), come facciamo a resistere all’odio? Se non abbiamo il coraggio di ammettere che c’è un bisogno urgente di dialogare su questi argomenti, allora forse non abbiamo tanto diritto di indignarci, e lamentarci, e scandalizzarci, poi, di questo mondo che va in malora. Non trovate?

  8. #148
    Filastrocchiere di STOCAZ L'avatar di Skywolf
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    Re: Ma Grillo ha visto il video del figlio che scopa?

    Citazione Originariamente Scritto da DigitalPayne Visualizza Messaggio
    Ci vuole l'educazione sessuale nelle scuole.
    come se non ci fosse

  9. #149
    Malmostoso L'avatar di Necronomicon
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    Re: Ma Grillo ha visto il video del figlio che scopa?

    I giovani non usano i preservativi perché costano troppo nei distributori automatici, non lavorando è difficile chiedere 10 euro per andare a comprarli. Per cui i più giovani fanno disastri, soprattutto in contesti familiari dove il sesso è considerato come potrebbe considerarlo papa francesco o dove i genitori non sono soliti discutere con i figli o non in grado di affrontare argomenti con una certa sensibilità.

  10. #150
    Major Sludgebucket (ABS)
    Guest

    Re: Ma Grillo ha visto il video del figlio che scopa?

    Quello del "consenso" è un concetto troppo spesso volutamente frainteso e manipolato con violenza dal patriarcato della "Cultura dello stupro".
    Personalmente preferisco usare il termine "Partecipazione" che presuppone sempre la donna come soggetto di una relazione basata sul desiderio reciproco e consapevole e non su logiche di potere, esattamente dove "consenso", distorto ad arte, fa della stessa donna un oggetto da cui ci si aspetta solo che fornisca, attraverso un qualsiasi gesto, quello che sarà abusivamente interpretato come lasciapassare per qualunque cosa il maschio disponga.

  11. #151
    Sciamano Metropolitano L'avatar di kyashan
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    Re: Ma Grillo ha visto il video del figlio che scopa?

    Citazione Originariamente Scritto da Skywolf Visualizza Messaggio
    quindi niente gangbang e sm? :'(
    eviterei (cit.)

  12. #152
    Senior Member L'avatar di tigerwoods
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    Re: Ma Grillo ha visto il video del figlio che scopa?

    Citazione Originariamente Scritto da Skywolf Visualizza Messaggio
    come se non ci fosse
    con hands-on experience nei bagni

  13. #153
    Giuntoling... L'avatar di DigitalPayne
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    Re: Ma Grillo ha visto il video del figlio che scopa?

    Citazione Originariamente Scritto da Skywolf Visualizza Messaggio
    come se non ci fosse
    Non c'è. E se da qualche parte la fanno, non basta perché c'è tanta ignoranza in giro. A partire dalla quasi totalità di questo forum.
    No Mike. No, no Mike. That was so not right! You need to reinstate the lap before, that's not right.
    Toto? It's called motor race. Okay? We went car racing...

  14. #154
    Sciamano Metropolitano L'avatar di kyashan
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    Re: Ma Grillo ha visto il video del figlio che scopa?

    Citazione Originariamente Scritto da DigitalPayne Visualizza Messaggio
    Non c'è. E se da qualche parte la fanno, non basta perché c'è tanta ignoranza in giro. A partire dalla quasi totalità di questo forum.
    è che stanno riscrivendo il programma, che una volta stava in un brochure, ora richiede 12 tomi

  15. #155
    Major Sludgebucket (ABS)
    Guest

    Re: Ma Grillo ha visto il video del figlio che scopa?

    Tema estremamente complesso.
    Nel 2018 lessi in giro su Internet che molti esultavano perché le 2000 sarebbero diventate maggiorenni. La riflessione di costoro era la stessa che fai tu: si tratta di donne che non sono cresciute a bambole e cartoni animati melensi, ma guardando porno e desiderando di fare la loro parte e di divertirsi, proprio come i coetanei maschi.

    In realtà non credo affatto che le cose stiano in quei termini, ovviamente, anche se è un dato di fatto che a guardare i porno non sono più soltanto gli uomini (con tutto quello che questo comporta).

    Al di là di tutte le questioni biologiche, le persone sono tra loro estremamente diverse. Non mi riferisco a femmine e maschi (ammesso che esistano o che siano mai esistite due categorie così nette, distinte e inalterabili), ma a ciascun singolo individuo.
    Da uomo etero ("di mezza età, bianco, benestante e cattolico", come sono stato recentemente definito da alcune signore con cui avevo cercato di interagire sulla questione del linguaggio di genere) posso dire di aver incontrato nel corso della mia vita donne che vivevano la loro sessualità in modi talmente diversi da dover imparare tutto ogni volta.

    A volte mi è capitato di essere io a "insistere", altre mi sono trovato in difficoltà perché i miei tempi e il mio approccio al sesso erano più archetipicamente "femminili" dei loro. Non esiste una regola e non c'è statistica che tenga, ma di sicuro ci sono basi e principi su cui dobbiamo trovare una strada comune, condivisa e sufficientemente sicura per tutti, io credo. Quella strada passa per la formazione, l'informazione, l'educazione, il rispetto, la consapevolezza e la responsabilità di ciascuno. Ognuna di queste componenti riguarda molte più sfere di quelle che riusciamo a immaginare, la prima delle quali (probabilmente la più importante) è quella individuale.

    Se conosco, se amo e se rispetto davvero me stesso, allora posso iniziare a imparare a farlo anche verso gli altri. Si tratta di un percorso lungo e molto difficile, che richiede sinergie importanti e un impegno che non può essere soltanto formale, ma che a mio avviso richiede un passaggio fondamentale: sotterrare definitivamente la concezione cattolica del sesso e, per contro (ma forse più al contempo o addirittura di conseguenza), anche l'aura di trasgressione e di "epicità" che circonda questo naturalissimo atto. Se tutti riuscissimo a imparare che il sesso è una delle pochissime cose che davvero tutti possono fare, che non richiede nessun particolare talento, che è una cosa assolutamente normale e che farlo non dimostra assolutamente nulla, allora forse inizieremmo a viverlo con minore ansia, minori aspettative e un rischio molto più contenuto di farsi del male.

  16. #156
    Utente di Cinisello L'avatar di Glasco
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    Re: Ma Grillo ha visto il video del figlio che scopa?

    Citazione Originariamente Scritto da kyashan Visualizza Messaggio
    è che stanno riscrivendo il programma, che una volta stava in un brochure, ora richiede 12 tomi


    compiti a casa: imparare a memoria i gender dalla A alla L
    *eeeek*

  17. #157
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    Re: Ma Grillo ha visto il video del figlio che scopa?

    Citazione Originariamente Scritto da von right Visualizza Messaggio
    Disse quello che non ha mai scopato.
    Ti ho superato eoni fa, figurati adesso

  18. #158
    キントー LO Babbo L'avatar di Kinto
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    Re: Ma Grillo ha visto il video del figlio che scopa?

    Citazione Originariamente Scritto da Maybeshewill Visualizza Messaggio
    Ti ho superato eoni fa, figurati adesso
    Il pavimento non conta
    Blessed Mary of the crownad!
    Eye, evil eye, parsley and fennel.

    ai grillini è più facile metterglielo in culo che in testa (.cit Moloch)

    Laptop: Lenovo Legion 7 | Cpu: Ryzen 7 5800H | SVideo: nVidia 3070 140W | Ram: Kingston Fury Impact 32GB 3200 Mhz 2x16GB | SSD: 1TB SSD M.2 NVMe Samsung OEM PM981a + 2TB SSD Samsung M2 NVMe 970+| SO: Win 11 Home| Monitor: 16" WQXGA (2560x1600) IPS 16:10 500nits Anti-glare, 165Hz, 100% sRGB, Dolby Vision, HDR 400, Free-Sync, G-Sync, DC dimmer

  19. #159
    Sciamano Metropolitano L'avatar di kyashan
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    Re: Ma Grillo ha visto il video del figlio che scopa?

    Citazione Originariamente Scritto da Glasco Visualizza Messaggio


    compiti a casa: imparare a memoria i gender dalla A alla L
    *eeeek*


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  20. #160
    Utente di Cinisello L'avatar di Glasco
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    Re: Ma Grillo ha visto il video del figlio che scopa?

    COCOON, HAI MAI SCOPATLO GRAZIE AL MOVIMENTO??? :mmh:

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