niente solo che oggi dopo l'ennesima sparata che mi cercano mi sono girate le pelotas e ho voglia di sfogarmi un po' non si può?
tieni per te e gli altri.
https://www.laleggepertutti.it/48368...social-e-reato
Ci si chiederà allora se esiste un limite di tolleranza entro il quale tali manifestazioni del pensiero, per quanto sprezzanti e negative, possano essere espresse. In verità, le manifestazioni di odio (online ed offline) possono integrare reato solo quando sono rivolte nei confronti di soggetti protetti dall’ordinamento come, ad esempio, le etnie diverse o le forze dell’ordine. Dire «Poliziotti bastardi» integra infatti il reato di vilipendio, mentre usare lo stesso epiteto nei confronti, più in generale, dei propri connazionali non costituisce alcun reato. E lo stesso dicasi quando la vittima è una singola persona. Insomma, il reato scatta solo quando si divulgano, sui social network, nei blog e su Internet in generale, frasi che incitano alla discriminazione o a commettere violenze per motivi religiosi, etnici o razziali. A prevederlo è la cosiddetta legge Mancino (legge 205/93). Si tratta peraltro di reati procedibili d’ufficio, che non richiedono la querela della vittima.
Augurare la morte è reato?
Secondo la Cassazione, il malaugurio non è reato. E questo perché le conseguenze dannose per la vittima non dipendono dall’agente. Il nostro diritto non è superstizioso e sa bene che, se anche si augura disgrazia e sfortuna a una persona, ciò non è sufficiente a far verificare tali eventi.
Quando invece, dietro l’augurio, si nasconde una minaccia velata allora le cose cambiano radicalmente. Facciamo un esempio pratico, tratto purtroppo dalla vita di tutti i giorni.
Dire «Ti auguro di morire» non è illecito perché la morte, almeno così come configurata da chi parla, è sempre quella naturale. Lo stesso dicasi «Spero che tu venga investito da un’auto», «Ti auguro di spendere tutti i tuoi soldi in medicine», «Devi prendere una brutta malattia» e così via.
Dire invece «Prima o poi ti ammazzo», «Ti investo», «Non sai che ti faccio», «Ti riduco a brandelli» configura invece il reato di minaccia perché, in questo caso, l’evento – ossia la morte o le lesioni fisiche – viene fatto dipendere proprio da un comportamento volontario dell’agente.
Non conta quindi che, dietro la frase violenta e malaugurale, vi sia una violenza psicologica. Il destinatario delle parole deve essere in grado di percepire l’assoluta innocuità delle stesse.
La minaccia scatta solo quando l’evento dipende dalla volontà dell’agente e non da fattori esterni, come potrebbe essere una malattia o un incidente stradale. E secondo la Cassazione, il semplice odio non è un reato.
Ripercorrendo le stesse parole della Suprema Corte, «augurarsi la morte di un’altra persona è certamente manifestazione di astio, forse di odio» ma è «penalmente irrilevante», poiché violare «il precetto evangelico di amare il prossimocome sé stessi» non ha «sanzione penale». Leggi sul punto “Augurare morte, disgrazia e sfortuna è reato?“.
Augurare la morte non può neanche configurare l’ormai abrogato reato di ingiuria, perché tale condotta non costituisce un’offesa contro l’altrui reputazione.
ovviamente perchè mi informo in siti di merda o dai peggiori forum di Caracas.![]()







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