Va tutto bene in Ucraina oppure... Va tutto bene in Ucraina oppure... - Pagina 3566

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Discussione: Va tutto bene in Ucraina oppure...

  1. #71301
    Senior Member L'avatar di Brambo
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    Re: Va tutto bene in Ucraina oppure...

    Beh mica tanto, se accetti 90 domani trump smette di dare le armi e hai finito, trump per altro non vedrebbe l'ora
    invece se continui a rifiutare ti tocca continuare a conquistare pochi km al mese al prezzo di migliaia di uomini
    poi capisco anche che per putin così come netamiao queste guerre siano di sopravvivenza per loro stessi, nel senso che il giorno in cui cala la pace quei 2 sono nella merda nella migliore delle ipotesi e in una cassa da morto nella peggiore

  2. #71302
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    Re: Va tutto bene in Ucraina oppure...

    Come dice il buon Stirpe, dipende tutto dall'UE

  3. #71303
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    Re: Va tutto bene in Ucraina oppure...

    Citazione Originariamente Scritto da showa Visualizza Messaggio
    l'incompetenza del comando Ucraino genererà tanti lunghi libri
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  4. #71304
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    Re: Va tutto bene in Ucraina oppure...

    Citazione Originariamente Scritto da Pinhead81 Visualizza Messaggio
    Come dice il buon Stirpe, dipende tutto dall'UE
    In che senso?

    No, perchè al momento l'UE pare il due di coppa con briscola a bastoni

  5. #71305
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    Re: Va tutto bene in Ucraina oppure...

    Non mi va di fare copia/incolla del wottone, sta sul suo profilo ufficiale su faccialibro.

    Anzi eccolo.

    Gli “Altri”: La Russia di Putin.

    Qui è più che mai necessario precisare.
    Poiché la Russia è un’autocrazia e Putin ne è padrone assoluto, la popolazione non può essere una parte attiva del discorso, ma solo una massa inerte che rappresenta al tempo stesso un mezzo e un peso morto per lo Stato impegnato ad eseguire la volontà del Capo. Per questo è assurdo parlare di “russofobia”: l’unico elemento “russo” per il quale ha senso provare una “fobia” (antipatia, paura, ostilità) è lo stesso Putin con il Regime che lo serve. Per tutti gli altri si può provare pena, indifferenza o disprezzo a seconda di ciò che uno pensa, ma non “fobia”.
    In Russia si tengono le elezioni, ma sono completamente controllate dallo Stato, e quindi hanno un significato minimo dal punto di vista democratico; in particolare quelle presidenziali non prevedono ormai da tre tornate consecutive un’alternativa politica a Putin, e quindi vanno considerate più come dei “referendum” su di lui dove però non esiste la possibilità di votare contro. In effetti ha molto più interesse valutare l’affluenza alle urne che non l’esito elettorale, in quanto fornisce un dato maggiormente significativo e più difficilmente manipolabile, almeno a livello indicativo.
    Rimane comunque un fatto che la popolazione russa nella sua larghissima maggioranza NON si oppone in alcun modo a Putin; ne consegue che segue passivamente il suo destino.
    Giva aggiungere che quando gli autocrati cadono, le rispettive popolazioni precedentemente apatiche tendono ad allestire patiboli.

    La politica estera russa nei confronti del Zapad – l’”Occidente collettivo”visto da Mosca – è sempre stata caratterizzata da un giustificato complesso di inferiorità civile e tecnologico e da un potente senso di superiorità morale nutrito da un acceso nazionalismo. Questa combinazione, unita alla consapevolezza da parte degli autocrati di turno che le loro armi principali erano e sono tuttora costituite dell’enormità della loro massa territoriale e dalla disponibilità al sacrificio delle loro popolazioni, ha sempre portato ad una strategia tendente alla divisione del nemico per poterne attaccare solo metà per volta e rosicchiare lentamente la preda designata: tutto ciò che c’è a ovest.

    Pietro il Grande parlava di separare l’Austria (che all’epoca includeva un po’ tutta la Germania e quasi tutta l’Italia) dalla Francia (che all’epoca poteva contare anche sulla Spagna). Nel primo XX Secolo si trattava ancora di separare la Germania dalle Democrazie. L’URSS della Guerra Fredda e poi Putin hanno sempre cercato di separare L’Europa dall’America. In generale, laddove esiste una piccola crepa fra due componenti del Zapad, Mosca cerca di incunearsi favorendo l’elemento genericamente considerato meno pericoloso; il che spiega le strane “simpatie” sovietiche per elementi di estrema destra (come l’Argentina dei Colonnelli ai tempi delle Falkland) o quelle putiniane per elementi integralisti islamici (come i talebani o l’ISIS e oggi l’Iran e Hamas). Putin ha sostenuto la Brexit contro la EU, e sostiene i movimenti nazionalisti europei e nord-americani, non per vicinanza ideologica ma per utilità spicciola: anche se la sua politica ormai non ha più nulla di marxista, lui continua a considerarsi “comunista” a livello affettivo, promuove il folclore sovietico e persegue gli scopi strategici e i metodi di Josip Stalin. In America preferirebbe sostenere i castristi cubani e BLM piuttosto che i suprematisti bianchi, ma il nostro Vladimir è un tipo pragmatico come il suo idolo e si adatta a adoperare gli strumenti che gli capitano alla mano di volta in volta.

    Esattamente come Trump, che, come abbiamo visto, è un aspirante autocrate alle prese con una democrazia reale che limita il suo potere, Putin non capisce veramente la EU. Come già Stalin chiedeva con sarcasmo di quante divisioni disponesse il Papa – laddove poi Giovanni Paolo II senza averne allestita neppure una fu uno dei principali artefici della dissoluzione dell’URSS – Putin non afferra il potenziale effettivo dell’Europa. Fintanto che questa cresceva all’interno dello Zapad fino ad acquisire la capacità di opporsi a volte all’America, ne ha perfino avuto un’opinione positiva: l’idea di un’”Europa neutrale” fra America e Russia era estremamente appetibile sia alla tarda URSS che al primo Putin.

    L’avvento di Trump in America ha creato un cortocircuito nel meccanismo della guerra ibrida russa: finora quella in Ucraina era “la guerra di Biden”, e l’Europa si appercoronava passivamente alla politica aggressiva dell’America, chiaramente protesa a “negare i legittimi diritti” della Russia. Trump, nella sua ferocia contro Biden, ha letteralmente sposato molti temi russi cavalcando una tendenza già creata dalla propaganda del Cremlino. Nel fare ciò, da una parte ha mandato Putin in visibilio, facendogli vagheggiare perfino una possibile convergenza di interessi russo-americani. Ma dall’altra parte, ha messo in difficoltà la sua stessa narrazione circa un’Ucraina “fantoccio degli USA” e un’Europa “appecoronata”.
    Secondo la logica della propaganda russa, tanto cara anche da noi agli estremisti di destra e di sinistra, una volta che l’America cambia la propria posizione, i suoi fantocci e i pecoroni dovrebbero adeguarsi. Invece così non è stato: l’Ucraina è rimasta orgogliosamente decisa a difendere i propri diritti, e l’Europa ha mantenuto invariata la propria traiettoria politica e diplomatica in difesa dello Stato di Diritto almeno nel suo estero più vicino.
    A questo punto, la vecchia concezione russa secondo cui l’Europa appecoronata all’America dovesse essere da questa separata tramite la guerra ibrida e resa “neutrale” (isolando così fisicamente l’Ucraina) ha dovuto essere ribaltata completamente. Così l’America è diventata un potenziale partner, o almeno una controparte “neutrale e comprensiva”, e l’Europa (EU + Gran Bretagna + Ucraina… + Canada) è diventata il “nemico russofobo”, principale bersaglio e avversario nella guerra ibrida.
    In questo modo Putin ha involontariamente “promosso” NOI da pecoroni ad attori protagonisti e principali avversari della sua politica revanscista. Ma ha anche mandato in confusione i suoi agenti e i minions nostrani: abituati com’erano a sottolineare le nostre debolezze e contraddizioni a fronte della granitica solidità della Russia guidata dal loro eroe, hanno trovato estremamente difficile accettare che la decadente Europa e la “non-Nazione” ucraina potessero resistere da sole alla volontà e alla potenza del grande Putin.
    Per assurdo abbiamo così assistito prima ad una serie di casi in cui i sostenitori nostrani del Regime russo si sono trovati a negare e contraddire le dichiarazioni ufficiali di Putin e del Cremlino (come quelle in cui si riafferma la volontà di disarmare e “neutralizzare” l’Ucraina oltre che ad annettere completamente i famosi 4 oblast e la Crimea), e poi a concentrare il dibattito addirittura sulla debolezza russa, che “ovviamente” non potrebbe costituire una minaccia per l’Europa. Più recentemente ancora, in attesa di poter vantare qualche grande successo sul campo (tipo la presa di Prokovsk) che però non vuole arrivare, è evidente il tentativo di smorzare i riflettori dall’Ucraina e accenderli il più possibile su Gaza, dove l’attacco mediatico a un “Occidente collettivo” ancora presumibilmente unito risulta più credibile e sicuramente ha maggior presa sull’opinione pubblica.
    Di fatto, in Ucraina muoiono quasi 2000 persone al giorno e quasi quaranta milioni di civili sono a rischio, mentre a Gaza nei giorni peggiori ne muoiono 200 e sono a rischio due milioni, però il focus mediatico appare concentrato assai più lì che sull’Ucraina (dei curdi, dei drusi, dei sudanesi, dei congolesi e dei birmani ovviamente non frega niente a nessuno perché a massacrarli sono islamisti o autocrati emergenti e quindi è difficile dare la colpa all’”Occidente collettivo”).
    La ragione addotta è che a Gaza le “nostre colpe” sarebbero conclamate e quindi è possibile indirizzare l’indignazione pubblica contro i Governi di quell’Europa che insiste a sostenere l’Ucraina a dispetto dell’ondivaga politica di Trump.
    Insomma: si sfrutta ancora e sempre la nostra tendenza ad auto-limitarci, criticare noi stessi e minimizzare le nostre stesse capacità… Proprio nel momento in cui nell’ottica di Putin NOI assurgiamo a minaccia più grave per le sue ambizioni.

    Alla luce di quanto sopra, appare del tutto funzionale alla politica e soprattutto alla propaganda di Putin accettare almeno in principio il dialogo diretto con Trump, rifiutando allo stesso tempo di parlare con la EU o con Zelensky. Da un lato si riafferma così il concetto bipolare che tanto sta a cuore al regime (essere IL partner paritetico dell’America), e dall’altro si da adito alla narrazione secondo cui l’EU è irrilevante e l’Ucraina un fantoccio manovrato da altri.
    Il problema però è che contrariamente alla vulgata filo-russa, Trump non ha affatto il mandato di trattare per conto dell’Ucraina, e non avrebbe alcuna possibilità di imporre la pace a condizioni non accettabili per Kyiv e Bruxelles. A seguito dei recenti eventi transatlantici poi (questione dazi e accordi sulla vendita di armamenti), non ne avrebbe neppure la convenienza economica.
    Quindi perché il progetto dell’incontro fra Trump e Putin? Perché Trump vuole una tribuna per essere al centro dell’attenzione, e Putin vuole apparire come un suo pari. Insomma: apparenza.
    Non aspettiamoci niente di significativo da questo show diplomatico, perché Trump non ha grandi carte in mano, e Putin non ha intenzione neppure di vederle.
    Nel frattempo, l’Ucraina è sempre più parte del NOI, e l’Europa suo malgrado parte della soluzione al conflitto.

    ORIO GIORGIO STIRPE
    Ultima modifica di Pinhead81; 12-08-25 alle 15:09

  6. #71306
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    Re: Va tutto bene in Ucraina oppure...

    Citazione Originariamente Scritto da Bobo Visualizza Messaggio
    In che senso?

    No, perchè al momento l'UE pare il due di coppa con briscola a bastoni
    A me fa morire st'idea che conta di più chi urla di più. Senza l'UE e i suoi stati membri l'Ucraina parlerebbe solo russo già dal 2023.


    Ci sono gli Orban, i Fico ed i Salvini, ma al netto delle teste di minchia l'UE ha un peso che né lo zio Putin né nonno Trump possono ignorare.

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  7. #71307
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    Re: Va tutto bene in Ucraina oppure...

    Metto anche quello subito successivo, ovviamente non è il vangelo ma io la penso come lui.

    FERRAGOSTO IN ALASKA: CHI CAMBIA STRADA E CHI NO

    (Mi tocca un altro post, poi mi dedico alla famiglia…)

    È incredibile quanto sia difficile destreggiarsi fra i media circa gli ultimi eventi diplomatici evitando la retorica disfattista: sembra davvero che il gusto supremo di sputarsi in faccia e votarsi alla subordinazione o almeno all’irrilevanza sia il passatempo preferito degli italiani ("noi facciamo schifo, sempre").

    Cerchiamo di capirci: la riunione in Alaska, presente o meno che sia Zelensky, e soprattutto che si tenga o meno in assoluto, non servirà a niente. Questo, perché mancano completamente i presupposti perché funzioni.

    Perché un incontro al vertice funzioni, occorre che sia preparato in anticipo e in sordina dai rispettivi inviati e che si sia raggiunto un accordo di massima almeno sui punti fondamentali. Poi i leader ci mettono la faccia e firmano qualcosa che potrà essere storico se sostanziale, oppure semplicemente scenico se tutti e due hanno bisogno di fare scena.

    In alternativa, se l’accordo non è già nei fatti, allora l’incontro si fa “a porte chiuse” e dura non poche ore ma diversi giorni e coinvolge intere delegazioni multinazionali.

    Quello in Alaska è un incontro a due (o a tre?) messo insieme in pochi giorni dopo una trattativa dove la “location” era l’argomento principale. Se si svolge a due, metterà un solo attore di fronte al presunto mediatore, quindi al massimo potrà fruttare l’ufficializzazione dell’ennesima reiterazione delle condizioni russe per un armistizio (non per la “pace”). Se invece si svolge a tre, vedrà contrapposti due avversari irriducibili entrambi decisi a continuare il conflitto nella convinzione di poterlo vincere e di non potersi più permettere una “vittoria mutilata” davanti al proprio popolo dopo le sofferenze patite, e a mediare ci sarà uno le cui proposte iniziali sono già state respinte da entrambi, e che non ha strumenti di pressione sufficienti a spezzare la risoluzione dei suoi interlocutori… O meglio li avrebbe, ma ha già abdicato all’ipotesi di impiegarli. È infatti evidente che Trump non vuole impegnarsi contro la Russia, e al tempo stesso gli accordi commerciali stretti con l’Europa (al CENTRO della sua politica e non ai margini come la guerra in Ucraina) prevedono proprio vendite massicce di armamenti da cedere all’Ucraina sotto la responsabilità europea.

    Trump ha castrato le capacità di pressione americane – potenzialmente decisive – riducendo la postura internazionale dell’America: è legittimo che gli USA non vogliano più essere un impero ma solo una “Repubblica imperiale” riducendo la loro postura internazionale (e quindi uscendo dal nostro NOI); ma questa decisione ha un prezzo: la perdita della centralità internazionale di cui l’America godeva – nel bene e nel mele – fino all’anno scorso.

    L’America ha cambiato strada, ma il resto del mondo no. L’errore di Trump è stato credere che il peso degli USA fosse tale che il resto del mondo si sarebbe adeguato e avrebbe cambiato strada a sua volta; ma così non è stato. L’Occidente ha perso il suo leader, si scopre orfano ed è confuso e spaventato… Ma NON ha cambiato strada: ha dolorosamente preso atto di aver perso la sua confortevole guida e si sta affannando per stabilirne al suo posto una collegiale. Non è detto che ci riesca, ma ci sta provando; il punto è che NON HA CAMBIATO STRADA.

    Il blocco più consistente e strategicamente “pesante” rimasto dell’Occidente orfano dell’America è l’Europa. Tutte le possibili critiche verso lo status e le capacità attuali dell’Europa sono lecite e in gran parte anche giustificate, ma il fatto resta: l’Europa esiste e ha deciso che l’Ucraina ne fa parte, proprio in quanto l’Ucraina vuole farne parte ed è per questo che è stata aggredita. Ripudiare l’Ucraina per l’Europa sarebbe come ripudiare sé stessa: un suicidio politico e soprattutto etico.
    L’Europa da Vancouver a Mariupol potrà essere disfunzionale, ondivaga, inefficiente quanto volete, però esiste; è un po’ come la Materia Oscura dell’universo: invisibile, inerte, ma parte imprescindibile di qualsiasi equazione fisica in virtù del semplice fatto di esistere. Non può essere ignorata.

    L’idea stessa che Trump e Putin si possano mettere d’accordo alle spalle dell’Ucraina (e quindi dell’Europa), idea che piace tanto sia ai disfattisti nostrani che alle leadership MAGA e di Regime che tanto hanno in uggia la nostra stessa esistenza, è del tutto infantile.
    È infantile perché si è già visto come la cosa non funzioni: Trump ha già provato a “mettere al suo posto” Zelensky. Il risultato è stato nullo: l’Ucraina ha continuato a combattere, ma in più l’Europa si è data la sveglia. L’America di Trump ha le sue priorità, che sono tutte di ordine interno: legittimità del MAGA, reshoring industriale ed equilibrio commerciale. L’Ucraina è un problema di secondo ordine, mentre gli accordi commerciali con l’Europa sono di primo ordine; ma questi accordi includono le forniture all’Europa (pagate in contanti) che occorrono al sostegno dell’Ucraina, che invece per l’Europa è un problema di primo ordine. Insomma: sull’Ucraina Trump ha indirettamente abdicato alla sua leadership e delegato la gestione del conflitto all’Europa; le sue iniziative diplomatiche sono puramente cosmetiche, perché per impegnarsi a farle funzionare dovrebbe riassumere proprio quella politica imperiale “neocon” che lui ha rinnegato.

    Allora perché intraprenderle?
    Perché anche solo fornire a pagamento il materiale che serve all’Europa per sostenere l’Ucraina è letto dalla base MAGA (massimalista per natura) come un cedimento di stampo “neocon”, e Trump sa bene come coltivare la sua base. In sostanza lui parla a Putin soprattutto per essere ascoltato nel Kansas.

    Nel frattempo, quasi nell’indifferenza mediatica, si è tenuto il Vertice di Chevening, in Gran Bretagna. I principali Capi di Stato e di Governo europei (di Germania, Gran Bretagna, Finlandia, Francia, Italia e Polonia in rigoroso ordine alfabetico e guarda caso Paesi più rilavanti in ambito militare) hanno incontrato JD Vance, e hanno parlato con una voce sola. Hanno preso atto dell’iniziativa americana, ma hanno anche posto le LORO condizioni, che sono sempre le stesse: nessun accordo sopra la testa degli Ucraini, perché gli ucraini sono europei.

    La sostanza del vertice è stata che sull’Ucraina senza gli americani non si va da nessuna parte; ma senza gli europei gli americani non possono concludere niente in Ucraina.

    Le condizioni russe anche solo per un armistizio sono note: cessione di tutti gli oblast contestati e assoluta neutralità militare dell’Ucraina. L’Europa però ha posto le sue: cessate il fuoco sulle posizioni correnti e negoziato solo se accompagnato da un’architettura di sicurezza credibile con garanzie di difesa “molto forti”, con una presenza internazionale capace di dissuadere Mosca da nuove offensive. Le indiscrezioni (niente di ufficiale) sulle creative proposte americane sembrano voler proporre “scambi di territori” in stile Dayton, ma così come presentate finora sembrano essere più un argomento da presentare alla stampa in segno di buona volontà che uno strumento per la risoluzione del conflitto.
    Alla fine, l’esito del grande incontro di Ferragosto, oltre a fornire un’opportunità mediatica importantissima tanto per Trump che (soprattutto per il ricercato internazionale) Putin, consisterà solo nel vedere chi sarà il primo a dire NO. Spiace, ma è così.

    Dunque? La guerra continua.
    Contrariamente a quanto affermato da MAGA, Regime russo e disfattisti nostrani, l’Ucraina con il pieno sostegno europeo e senza quello americano non ha la forza di vincere sul campo, ma può resistere un giorno più della Russia. L’unica variabile è quel “pieno sostegno europeo”, che se venisse a mancare alla fine consegnerebbe l’Ucraina a Putin.
    La variabile siamo NOI.

    NOI, che non abbiamo cambiato strada; alla faccia dei disfattisti.

    ORIO GIORGIO STIRPE

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    Citazione Originariamente Scritto da caesarx Visualizza Messaggio
    A me fa morire st'idea che conta di più chi urla di più. Senza l'UE e i suoi stati membri l'Ucraina parlerebbe solo russo già dal 2023.


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    Oh, vedi uno stronzo che la pensa come me!

  8. #71308
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    Re: Va tutto bene in Ucraina oppure...

    Belli entrambi i post di Stirpe, grazie del paste

  9. #71309
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    Re: Va tutto bene in Ucraina oppure...

    Io lo apprezzo, ha un sottilissimo bias ma cerca sempre di non farsene influenzare troppo o di farlo emergere in modo emblematico.

  10. #71310
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    Re: Va tutto bene in Ucraina oppure...



    alta probabilità il Donetsk sia virtualmente perso ed assisteremo ad una strage a Pokrovsk di dimensioni colossali a seconda di quanta gente rimarrà intrappolata
    a questo punto devono evacuare indietro fino a Dobropillia e cercare di tenere Kramatorsk. Dipende da quanto è grave la situazione, se è grave come sembra non vedo grandi speranze di tenere il Donetsk semplicemente perché i difetti endemici nel comando Ucraino non risolti in quasi un anno di lento attrito non verranno magicamente risolti in 4 mesi nel periodo geopoliticamente forse più arduo per l'Ucraina.
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  11. #71311
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    Re: Va tutto bene in Ucraina oppure...

    #Ucraina ��piccolo thread sulla "breccia" di Pokrovsk:

    1) Iniziamo col dire che non esiste alcun piano russo per una fantomatica azione verso Kramatorsk o verso Dobropillia. Non c’è un piano per l’aggiramento della linea del Donbass.

    2) Da quanto sappiamo, i russi hanno semplicemente colto un’occasione — come già fatto altre volte in passato — sfruttando lo scarso controllo ucraino.
    Sembra che alcune unità russe siano passate nei fondovalle senza essere intercettate dalla ricognizione dei droni e, di conseguenza, non siano state attaccate.

    3) Le unità di fanteria, prive di supporto corazzato, sono avanzate e si sono fortificate/nascoste in alcune posizioni. Sul loro numero ci sono molte speculazioni: credo siano consistenti, ma non elevatissime.

    4) L’Ucraina ha spostato forze rilevanti perché la breccia va chiusa il prima possibile, per evitare che il numero di unità aumenti e il saliente si allarghi. Alcune unità ucraine sono già operative nella zona.

    5) Il superamento della nuova linea del Donbass, sebbene sia uno shock, non significa bypassare le difese ucraine, che possono riposizionarsi. Il fatto stesso che si tratti di un’avanzata di fanteria la rende lenta, dando tempo di reazione agli ucraini.

    6) L’azione, pur se casuale, evidenzia gravi carenze nella struttura difensiva ucraina, che non si è ancora adattata alla nuova tattica russa.
    L’uso massiccio di DRG (gruppi da ricognizione e sabotaggio) in profondità richiede un cambio di approccio e un controllo maggiore non solo della LBZ, sempre più sfumata, ma di interi settori. Gli ucraini devono adeguarsi a questo nuovo contesto.

    7) Ritengo che l’Ucraina disponga comunque dei mezzi per chiudere la breccia. I salienti sono molto lunghi e stretti: allargarli significa salire sulle colline ed esporsi ai droni. Tant’è che, secondo le informazioni di oggi, i russi si stanno muovendo più a sud, in linea con il piano che probabilmente avevano per il lato orientale di Pokrovsk.

    Lo spostamento di unità implica inevitabilmente l’indebolimento di altri settori del fronte. Purtroppo, tappare la breccia è un male necessario. Come detto, non credo a fantomatici aggiramenti verso Kramatorsk o Dobropillia.

    9) Ritengo invece che il cuore dell’offensiva russa in questo settore resti Rodiske e probabilmente Blycke, che mi sembra il punto debole della linea. La spinta su tutto il fronte orientale è costante e sta mettendo in seria difficoltà gli ucraini.

    10) La breccia è quindi un errore ucraino che i russi hanno sfruttato, non tanto per sviluppare un’offensiva in quella direzione, quanto per indebolire la difesa del fianco orientale di Pokrovsk, che potrebbe trovarsi in grossa difficoltà — così come la zona a nord di Toreck, che potrebbe essere abbandonata a breve.

    Conclusione: L’azione è significativa soprattutto perché mette in evidenza le carenze ucraine da correggere, in particolare nella sorveglianza e nel contrasto ai DRG.
    La guerra è tornata a essere molto più di movimento rispetto alle fasi precedenti.
    Servono un maggiore contrasto alle unità dronistiche russe (anche con attacchi aerei mirati), più capacità antiaeree contro i droni e un miglior controllo aereo di una LBZ sempre più diluita. È altrettanto necessario colmare il gap che si sta creando con i russi proprio nel settore dei droni.
    dal canale di majakovsk

    non è una tragedia come paventata da molti ma è un problema che può diventare potenzialmente grave nel medio e lungo termine

  12. #71312
    Senior Member L'avatar di Galf
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    Re: Va tutto bene in Ucraina oppure...

    ma certo, la Russia resta bloccata dall'impossibilità di collegare la logistica allo sfondamento, ma l'Ucraina ora è colta di nuovo in reazione difensiva urgente ed uno sfondamento Russo su quel fronte, il più attivo, è segno che la linea Ucraina è una sottiletta gestita male.
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  13. #71313
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    Re: Va tutto bene in Ucraina oppure...

    non è uno sfondamento galf

    le infiltrazioni di DRG ci sono sempre state, la differenza è che ora c'è maggior difficoltà a far fronte a questi eventi

  14. #71314
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    Re: Va tutto bene in Ucraina oppure...

    Citazione Originariamente Scritto da BloodRaven Visualizza Messaggio
    non è uno sfondamento galf

    le infiltrazioni di DRG ci sono sempre state, la differenza è che ora c'è maggior difficoltà a far fronte a questi eventi
    "non è uno sfondamento, è una rottura!"

    è dal 2022 che non c'era uno sfondamento del genere Blood. Non fare il Russo.
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  15. #71315
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    Re: Va tutto bene in Ucraina oppure...

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  16. #71316
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    Re: Va tutto bene in Ucraina oppure...

    Citazione Originariamente Scritto da gmork Visualizza Messaggio
    A 0:31 gli dice "suca"?

  17. #71317
    Cchiù pilu pe' tutti! L'avatar di gmork
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    Re: Va tutto bene in Ucraina oppure...

    in ucraino vuol dire PACE PACE PACE
    Movement #Orcs love too

    - in una società in cui ogni più piccolo diritto è perseguito, nessuno ha più diritti - Kungfucio
    - sempre sano e ricco, mai povero e malato - kungfucio Vol.2
    - meglio un osso oggi che due domani - Alì Baubau e i quaranta cagnoni

  18. #71318
    Senior Member L'avatar di caesarx
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    Re: Va tutto bene in Ucraina oppure...

    PACIE!

    Tutto ti devo spiegare.
    ...there's no need to say thank you, the best way to say it is beeing here and fight with us. - Skip

  19. #71319
    #mainagioia L'avatar di von right
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    Re: Va tutto bene in Ucraina oppure...

    Citazione Originariamente Scritto da Lally Visualizza Messaggio
    A 0:31 gli dice "suca"?
    Si ma non è il nostro
    Mr Pink, Guerriero da tastiera !!! Profilo su steam.

    Lista chiavi Steam

    Problemi con l'inutile svapo o altri? La soluzione è qui.

    Citazione Originariamente Scritto da Moloch Visualizza Messaggio
    ai grillini è più facile metterglielo in culo che in testa

  20. #71320
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    Re: Va tutto bene in Ucraina oppure...

    Citazione Originariamente Scritto da Galf Visualizza Messaggio
    "non è uno sfondamento, è una rottura!"

    è dal 2022 che non c'era uno sfondamento del genere Blood. Non fare il Russo.
    hanno sfondato talmente tanto che 3a azov e 92a hanno già risolto

    - - - Aggiornato - - -

    Citazione Originariamente Scritto da Lally Visualizza Messaggio
    A 0:31 gli dice "suca"?
    "cyka"

    stessa pronuncia

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