
Originariamente Scritto da
Absint
Serian cercava quella offerta. Ne voleva godere anche lui, un giorno.
Di tante storie che aveva sentito riguardo a offerte incredibili, una in particolare era rimasta nella sua memoria.
Fu Megan a raccontargli questa storia, che qui riassumeremo brevemente.
Com'e' come non e', Megan, ragazza spigliata dei quartieri alti, sui 30 anni, si era ritrovata a quella cena.
Non era convinta di aver fatto la scelta giusta, ma era in citta' da poco, voleva farsi conoscere.
L'invito le era giunto tramite un rapido, secco, messaggio di whatsapp della sua amica Jenny.
"Stasera, alla Villa dei Murphyns, vestiti bene...e poco."
Non specificava un orario, ma Megan era solita fare sempre lo stesso: arrivava verso le 22:30, quando sapeva che la cena sarebbe gia' stata servita, che l'alcol gia' aveva cominciato a scorrere, e male che vada si sarebbe potuta dileguare presto con una qualche scusa improvvisata.
Decise di indossare quell'abito semi trasparente di tessuto simile al lino che le aveva regalato sua zia prima del viaggio.
Era lungo, molto scollato, le lasciava scoperta gran parte della schiena, era come vestire un leggero pareo.
Sotto, indossava un bikini bianco.
"Vedrai che ti verra' utile" le disse la zia "Li' ci badano a queste cose e tu sei cosi' irresistibile, che invidia."
Megan era in effetti ben difficile da ignorare.
Non era granche' alta ma aveva un corpo da modella. Le linee erano tutte giuste, i seni erano contenuti e sodi, aveva un culo da mordere.
I piedi di piccole dimensioni, morbidi ma ben sagomati. I capelli neri, lisci, lucenti. La pelle ambrata. Gli occhi azzurri come il mare.
A questo punto Serian, che ascoltava Megan persa nel racconto, decise che ne aveva abbastanza.
"Affrettati, Megan, che non ho tutta la sera!" , le grido'.
Megan obbedi'.
Era tardi, le 2 forse.
Aveva bevuto anche lei un po' troppo.
Era nella stanza, ampia e dalle luci soffuse, in stile moderno, del famoso produttore Jarv Seghveirn
Lui, con fare disinteressato, le porgeva un piccolo smartphone.
Lei era nuda. Il vestito, il bikini, erano per terra.
Il suo corpo era come teso da corde invisibili: i capezzoli erti, le gambe toniche e tese sui muscoli, solidamente spingendo a terra sui tacchi delle sue eleganti scarpe di fili di perla. I piedi nudi erano perfetti, autorevoli.
Le sue braccia cadevano lungo i fianchi, lisce come i suoi neri e lucenti capelli.
Quello che a Jarv interessava era la vagina di Megan. Lei poteva percepirlo.
E il suo corpo rispondeva.
Cosi', esposto, non riusciva a tenersi.
Era come se stesse gia' tutto succedendo.
E bastava poco per oltrepassare quella linea prima del..piacere.
Lui disse: "adesso ti faro' una telefonata. Tu non rispondere. Lascialo vibrare"
Lo Smartphone vibro' nella mano di lei.
"Ora riponilo e vai".
Lei aveva capito.
"Ma....e cos'e' successo dopo!?!?" grido' Serian, che stava ora a 4 zampe sul letto dove Megan si era lasciata cadere per raccontargli tutto, una volta tornata dalla cena quella notte stessa, dopo averlo svegliato suonando al campanello per quella che sembrava un'eternita'.
"Be' Serian...vedi.." e mentre parlava , si sfilava i piccoli slip bianchi e li lasciava scivolare lungo le giovani gambe.
"Voglio chiederti un favore, so che non potrai dire di no.."
Apri' le gambe di fronte a lui. La pelle perfetta che cambiava sfumatura rivelando l'anatomia sensuale del suo interno coscia, del suo monte di venere. Lui allibito che fissava proprio li'... cos'era quella luce che brillava a intermittenza...cos'era quel leggero tremore?
Lei con occhi socchiusi, gelidi eppure in fiamme:
"...potresti... rispondere tu al telefono? Ti offro di rispondere al telefono"