Tutta l'Italia non riesce a pensare ad altro
Chi vincerà?
Si sono chiuse alle 20 di domenica le operazioni di voto per le primarie del Partito democratico: ovvero la consultazione, aperta a tutti, per arrivare alla scelta del nuovo segretario del partito.
I candidati alla carica di segretario sono Stefano Bonaccini e Elly Schlein .
I risultati arriveranno non prima delle 22: al momento — con dati ancora del tutto parziali — Schlein sarebbe in vantaggio a Roma, a Milano e in Lombardia. «È avanti a Milano e anche in Lombardia in generale sta andando bene», ha detto un dirigente dem a spoglio in corso. Altre fonti parlano di un andamento molto buono, per Schlein, in tutto il Nord.
Secondo YouTrend, con dati ancora parziali,
- a Milano e provincia, Schlein ha il 68,8%, Bonaccini si ferma al 31,2%;
- a Roma e provincia, Schlein ha il 63,2% contro il 3,8 di Bonaccini;
- a Torino e provincia, Schlein ha il 63,8%, Bonaccini il 36,2%;
- a Bologna e provincia, Schlein ha il 53,7%, Bonaccini il 46,3%.
Bonaccini sarebbe in vantaggio nelle regioni del Sud.
«Dai primi dati la partita è aperta, sarà una lunga notte», spiega Dario Nardella, coordinatore della mozione Bonaccini. «I dati arrivano lentamente, lo spoglio sarà molto lungo. Dovremo aspettare tutta la nottata»
L’affluenza
I votanti, alle 13, erano stati quasi 600 mila: e l’attuale segretario del Pd, Enrico Letta, aveva detto che entro le 20 sarebbe stata ampiamente superata la soglia di un milione di voti — circa mezzo milione in meno dell’ultima volta, nel 2019.
I ritratti
Bonaccini, che ha 56 anni, è il presidente dell’Emilia-Romagna dal 2014; tra i suoi sostenitori ci sono Vincenzo De Luca, governatore della Campania; Lorenzo Guerini, ex ministro della Difesa; Dario Nardella, sindaco di Firenze; Sandra Zampa. Attenderà il risultato alla Casa del Popolo di Casalecchio di Reno.
Elly Schlein, che ha 37 anni, è stata vicepresidente dell’Emilia-Romagna (proprio con Bonaccini) ed è stata eletta alla Camera a settembre. A sostenerla, Andrea Orlando, ex ministro; Dario Franceschini, ex segretario del Pd; Marco Furfaro, ex Sel; Mattia Santori, ex leader delle Sardine. È arrivata da poco alla sede del suo comitato, a Roma, accolta da un fragoroso applauso.
Il segretario uscente
Enrico Letta aveva annunciato la decisione di non ricandidarsi alla guida del Pd dopo l’esito delle elezioni politiche del 25 settembre scorso, vinte dal centrodestra guidato da Giorgia Meloni, nelle quali il Pd non aveva raggiunto la soglia del 20 per cento. «Mi assumo la responsabilità del risultato», aveva detto, spiegando che lasciare la leadership era «un gesto d’amore» per il partito.
«Ci sono stati mesi in cui, anche io personalmente, sono stato oggetto di mille ironie, di mille critiche - ha detto oggi uscendo dal suo seggio, al Testaccio a Roma —. Io credo che» il percorso del congresso «sia stato un metodo giusto. Oggi chi viene eletto o eletta avrà una forte legittimazione. Esco di scena con questa giornata di democrazia e partecipazione. Questo partito ha bisogno di unità e di una leadership che sia in grado di dedicarsi più a quello che succede fuori che a quello che succede dentro fra le diverse anime. Ho passato troppo tempo a dover gestire le vicende interne. Chi mi succederà spero che abbia le condizioni per occuparsi soprattutto di quello che succede fuori, nella società. L’augurio è che abbia la possibilità di fare meglio di quanto abbia fatto io. Sarò lì ad aiutare discretamente dal mio posto, senza sgomitare».