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Orologio
Analisi interessante...e poi con un orizzonte temporale brevissimo...entro fine settimana prossimo si vedrà qualcosa.
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Spese militari, ecco perché le distanze tra Usa ed Europa potrebbero ridursi al vertice Nato
Al summit dell’Aja la Ue si impegnerà ad aumentare le spese militari dal 2 al 5% del Pil come vuole Trump
Servizio*
di*Adriana Cerretelli
18 giugno 2025
Non è stato un vertice di ritrovate armonie quello di Kananaskis ma nemmeno di risse sgangherate come molti temevano. Assediati da guerre senza fine, militari ed economiche, le vecchie sicurezze condivise in pezzi, i Sette Grandi dell’Occidente in crisi (Stati Uniti, Canada, Germania, Gran Bretagna, Francia, Italia e Giappone) si sono punzecchiati con ritegno e buone maniere.
Donald Trump ha criticato il G-7 canadese senza la Russia, «un vero errore». Non ha sposato le nuove sanzioni Ue a Mosca. Ha strapazzato Macron, «cerca sempre pubblicità ma sbaglia regolarmente». Ha aperto all’Ue ma con mannaia incorporata: «Parliamo ma per ora non offre un accordo equo.
O facciamo un buon accordo sui dazi oppure pagherà quel che diremo di pagare».
C’è stata piena sintonia invece, dichiarazione comune del G7, sull’urgenza della pace «vera, non un cessato il fuoco» sul fronte Israele-Iran. Il negoziato commerciale con l’Europa resta difficile ma continua, in vista della scadenza del 9 luglio.
Fallito nelle incarnazioni di fulmineo broker di accordi di pace e profeta di una nuova età dell’oro a suon di dazi - per ora ne ha ricavato boomerang e burrasche - sei mesi dopo il ritorno alla Casa Bianca il presidente forse ha capito che, per non continuare a collezionare fiaschi, deve smussare angoli e imboscate.
E se alla fine fossero proprio la vituperata Europa e la Nato minacciata dal suo disimpegno a regalargli il primo grande successo politico del secondo mandato? In questo senso Kananaskis potrebbe essere stata la prova generale del vertice Nato che si terrà tra una settimana all’Aja. Niente idilli, litigi in famiglia ma anche costruttivi.
I giochi non sono ancora chiusi. Si lavora a un nuovo “contratto transatlantico” con la “formula del 5x5”, approvata all’unanimità dai ministri della Difesa Nato per ricomporre la frattura che divarica il rapporto Usa-Ue, con tutti i rischi che comporta per l’euro sicurezza. Secondo la formula 5x5 l’Europa si impegna ad aumentare, come vuole Trump, dal 2 al 5% del Pil le spese militari in cambio della salvaguardia dell’art. 5 sulla difesa collettiva, oggi essenzialmente sulle spalle degli Stati Uniti.
Saranno i 32 leader dell’Alleanza Atlantica al vertice dell’Aja del 24-25 giugno, a fissarne i dettagli in termini di tempi di realizzazione e contenuti.
Operazione non facile per i Governi, visti il peso sulle finanze pubbliche e le resistenze in società culturalmente allergiche alla svolta e timorose di perdere le garanzie del welfare state. Operazione però obbligata per non perdere lo scudo americano: l’Europa da sola non può sostituirlo, non prima dei prossimi 5-10 anni.
Operazione con effetti positivi su crescita e competitività economica e industriale: quando l’America di Ronald Reagan negli anni ’80 decise di investire massicciamente nello scudo spaziale per la propria difesa riuscì in una mossa a far crollare Muro di Berlino e Unione Sovietica e a far decollare la Silicon Valley con le ricadute civili della ricerca militare.
Se nascerà all’Aja, la nuova Pax Atlantica tra Europa e America sarà una vittoria per tutti.
Per la presidenza Trump che, incassando il 5% del Pil europeo, otterrà il riequilibrio degli oneri della difesa collettiva e la corresponsabilizzazione dei partner. Per l’Occidente che, invece di indebolirsi, si ricompatterà e potrà così più agilmente affrontare la comune sfida russa e cinese. Per l’Europa che, investendo nella propria autonomia, potrà meglio negoziare sui dazi, forte di una nuova credibilità politica.
Se sarà Pax Atlantica, poi, la Russia di Putin incasserà l’ennesimo autogol dopo l’aggressione all’Ucraina: non solo l’operazione speciale da 3 giorni dura da più di 3 anni e non se ne vede la fine, non solo ha allargato la Nato a Svezia e Finlandia regalandole il controllo del Mar Baltico, non solo ha resuscitato la potenza militare della Germania. Infine, invece di dividerla allontanando l’Europa dagli Stati Uniti, ne farebbe un’Alleanza più forte e bilanciata al proprio interno.
Tutto da verificare naturalmente. Per Trump sarebbe un colpo da maestro, fine dell’Europa a carico, un successo storico, sempre mancato dai predecessori. Purché il fascino di Putin non lo confonda come Ulisse al canto delle Sirene.