Originariamente Scritto da
Glasco
Ciome era alla ricerca di un appartamento da affittare per il suo primo anno di università. Aveva consultato vari siti e annunci, ma nessuno sembrava adatto alle sue esigenze e al suo budget. Finché non vide un annuncio che attirò la sua attenzione: “Affittasi appartamento nuovo, ammobiliato, luminoso, con tutte le spese incluse. Solo 300 euro al mese. Zona centrale. Chiamare il numero 555-1234 per fissare una visita”. Ciome non ci poteva credere. Era troppo bello per essere vero. Cercò l’indirizzo su Google Maps e vide che si trattava di un vecchio palazzo in una strada poco frequentata. Non c’erano foto o altri dettagli sull’appartamento. Incuriosito, Ciome decise di chiamare il numero e prenotare una visita.
Il giorno dopo, Ciome si presentò all’indirizzo indicato. Il palazzo era ancora più fatiscente di quanto sembrasse dalle foto. Le finestre erano sporche e rotte, la porta d’ingresso era graffiata e ammaccata, le scale erano scure e puzzolenti. Ciome si chiese se fosse una buona idea entrare. Ma poi si ricordò del prezzo e della possibilità di avere un appartamento tutto per sé. Si armò di coraggio e salì al terzo piano, dove si trovava l’appartamento in affitto.
Bussò alla porta e attese qualche secondo. Nessuna risposta. Bussò ancora più forte e sentì una voce dall’interno: “Avanti, è aperto”. Ciome aprì la porta e entrò. L’appartamento era completamente diverso da quello che si aspettava. Era nuovo, ammobiliato, luminoso, come diceva l’annuncio. C’era un soggiorno con un divano, una TV, un tavolino, una cucina con frigo, forno, lavastoviglie, una camera da letto con un letto matrimoniale, un armadio, una scrivania, un bagno con doccia, lavabo, wc. Tutto sembrava perfetto. Troppo perfetto.
Ciome si guardò intorno e vide un uomo seduto su una poltrona in un angolo del soggiorno. Era anziano, calvo, con gli occhi azzurri e il viso scavato dalle rughe. Indossava un abito scuro e teneva in mano un bastone. Ciome si avvicinò a lui e si presentò: “Buongiorno, sono Ciome. Ho chiamato ieri per l’appartamento”.
L’uomo lo guardò con uno sguardo penetrante e gli sorrise: “Buongiorno, Ciome. Sono il signor Bicio, il proprietario dell’appartamento. Benvenuto nella tua nuova casa”.
Ciome rimase sorpreso dalla risposta dell’uomo: “Come? Non devo visitare l’appartamento prima di decidere? Non devo firmare nessun contratto? Non devo pagare nessuna cauzione?”
Il signor Bicio scosse la testa: “No, no, no. Questo appartamento è speciale. Non ha bisogno di nessuna formalità. E’ tutto incluso nel prezzo. Basta che tu accetti le mie condizioni”.
Ciome sentì un brivido lungo la schiena: “Quali condizioni?”
Il signor Bicio alzò il bastone e indicò una piccola targa appesa alla parete accanto alla porta: “Leggi qui”.
Ciome si voltò e lesse:
"Regole dell’appartamento:
Non puoi uscire dall’appartamento tra le 22:00 e le 6:00.
Non puoi invitare nessuno nell’appartamento.
Non puoi cambiare o spostare nessun oggetto nell’appartamento.
Non puoi fare rumore o ascoltare musica ad alto volume nell’appartamento.
Non puoi aprire le finestre o le tende dell’appartamento.
Non puoi chiamare la polizia o chiedere aiuto dall’appartamento.
Se infrangi una di queste regole, ne pagherai le conseguenze."
Ciome rimase senza parole. Quelle regole erano assurde e inquietanti. Cosa significava “pagare le conseguenze”? Cosa nascondeva quell’appartamento? Cosa voleva da lui il signor Bicio?
Ciome si voltò di nuovo verso l’uomo e gli disse: “Mi scusi, signor Bicio, ma questo appartamento non fa per me. Grazie lo stesso, ma preferisco andarmene”.
Il signor Bicio sbiancò e si alzò in piedi con fatica: “No, Ciome, non puoi andartene. Questo appartamento è tuo. L’hai scelto tu. E ora devi restare qui. Per sempre”.
Ciome cercò di liberarsi dalla presa dell’uomo, ma sentì una forza invisibile che lo trascinava verso l’interno dell’appartamento: “No, no, no! Aiuto! Qualcuno mi aiuti!”
Il signor Bicio lo seguì con un sorriso malvagio: “Nessuno ti aiuterà, Ciome. Nessuno ti sentirà. Nessuno ti troverà. Questo appartamento è il tuo destino. E il tuo incubo”.
Ciome urlò disperatamente, mentre la porta si chiudeva alle sue spalle con un rumore sordo.
Ma quello che Ciome non sapeva era che l’appartamento nascondeva un segreto ancora più orribile. Un segreto che avrebbe scoperto presto. Un segreto che aveva a che fare con dei pinguini.
Sì, dei pinguini.
Perché in quell’appartamento vivevano dei pinguini. Dei pinguini inquietanti. Dei pinguini malvagi. Dei pinguini assassini.
Dei pinguini che aspettavano solo di fare la loro mossa.
Dei pinguini che erano al servizio del signor Bicio.
Dei pinguini che volevano la pelle di Ciome.
Fine del primo capitolo.