Mi fa sempre ridere il nome.
I separatisti filo-armeni del Nagorno-Karabakh hanno affermato che le forze azere "hanno violato il regime di cessate il fuoco lungo tutta la linea di contatto lanciando attacchi missilistici e di artiglieria". Lo riferisce l'agenzia russa Interfax.
Secondo il primo ministro armeno, Nicol Pashinian, le forze dell'Azerbaigian hanno iniziato "un'operazione di sfondamento" in Nagorno-Karabakh per prendere il controllo dei centri abitati dell'enclave armena in territorio azero.
Le autorità dell'Azerbaigian hanno lanciato "un'operazione antiterrorismo" nella regione contesa del Nagorno-Karabakh dopo diverse esplosioni in cui sono rimasti uccisi due civili e 4 agenti di polizia. Hanno accusato "gruppi di sabotaggio" mentre le tensioni con l'Armenia sono in aumento.
La regione contesa ha portato due volte Armenia e Azerbaigian sull'orlo della guerra a inizio degli anni Novanta, dopo il collasso dell'Urss, la seconda nel 2020. A livello internazionale il Karabakh è riconosciuto come parte dell'Azerbaigian ma è in gran parte popolato da armeni.
Esplosioni sono state udite a Stepanakert, la roccaforte separatista della regione, dopo che Baku ha annunciato il lancio di "misure antiterrorismo", segnala la Afp.
Il ministero degli Esteri armeno ha chiesto al Consiglio di Sicurezza dell'Onu e alle forze di pace russe di adottare misure per fermare "l'aggressione dell'Azerbaigian" nel Nagorno-Karabakh, riferisce l'agenzia russa Interfax.
E in un tweet il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, ha rilevato: "Notizie devastanti arrivano oggi dall'ex oblast' del Nagorno-Karabakh. Le azioni militari dell'Azerbaigian devono essere immediatamente interrotte per consentire un dialogo autentico tra Baku e gli armeni del Karabakh".
Anche Russia è preoccupata per la "repentina escalation" in Nagorno-Karabakh e ha chiesto ad Armenia e Azerbaigian di rispettare gli accordi sul cessate il fuoco, come ha indicato la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, citata da Ria Novosti.