
Originariamente Scritto da
Bobo
Hind Rajab viveva a Tel al-Hawa, un quartiere di Gaza. Un cugino, Mohammed Hamada, la ricorda come una bambina simpatica, con il sogno di diventare un medico. La sua storia è stata raccontata nel film “The voice of Hind Rajab”, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia di quest’anno.
La tragedia inizia la mattina del 29 gennaio.
L’esercito israeliano ordina l’evacuazione di alcuni quartieri di Gaza, compreso Tel al-Hawa. La mamma di Hind, Wissam Hamada, decide di affidarla ai suoi zii, che hanno posto per lei in macchina. Ma poco dopo la partenza, la Kia Picanto nera dove viaggiano la bambina, i suoi zii e quattro cugini, viene colpita da un carro armato.
Quasi tutti vengono uccisi da una prima scarica di colpi. Sopravvivono solo Hind e una cugina di 15 anni, Layan Hamadeh. Entrambe sono ferite, ma poco dopo le 14:30 Layan riesce a chiamare la Mezzaluna Rossa Palestinese, parte della Croce Rossa internazionale.
“Ci stanno sparando. Il carro armato è vicino alla nostra macchina”
Sono le ultime parole di Layan prima che una raffica di colpi - più di 60 in 6 secondi - si abbatta su di lei. È caduta la linea, ma gli operatori della Mezzaluna richiamano subito. Ferita, circondata dai corpi dei suoi familiari, Hind trova il coraggio di rispondere al telefono. Per delle lunghissime ore Hind resta in chiamata, terrorizzata, mentre il personale della Mezzaluna cerca di rassicurarla. Solo alle 17.40, dopo estenuanti trattative, Israele autorizza il salvataggio. Ma alle 18 un’esplosione interrompe le comunicazioni sia con Hind che con l’ambulanza, che era quasi arrivata sul posto.
Bisogna aspettare il ritiro delle truppe, 12 giorni dopo, prima che i soccorritori possano recuperare i corpi di Hind e dei suoi familiari. Sulla macchina ci sono 335 fori di proiettili. A poche decine di metri, ci sono anche i resti dell’ambulanza distrutta, con dentro i corpi carbonizzati dei due soccorritori. L’esercito ha negato qualsiasi coinvolgimento, sostenendo che, in quelle ore, non ci fossero truppe nei pressi del massacro. Ma numerose inchieste giornalistiche hanno smentito questa versione.
Incrociando video e immagini satellitari, testimonianze e registrazioni delle chiamate, è stato dimostrata la presenza di un carrarmato vicino alla macchina. Per la Mezzaluna Rossa l’esercito israeliano ha “deliberatamente colpito” tanto Hind e i suoi parenti quanto i soccorritori.
Purtroppo la storia di Hind è una fra tante. Nella registrazione della telefonata in cui implora di essere salvata riecheggiano le vittime del genocidio che Israele sta commettendo a Gaza. Un genocidio che viene perpetuato giorno per giorno e davanti al quale non possiamo restare in silenzio. Facciamo sentire la nostra voce.
(Fanpage)