Io, fedele alla stessa azienda per 50 anni: da dattilografo 15enne a direttore !!
Assunto il 19 novembre 1973, andrà in pensione il prossimo 31 dicembre. «È stata dura, studiavo e lavoravo. Ho costruito la mia carriera un passo alla volta. Con i colleghi non ho mai litigato»
La lettera di assunzione porta la data del 19 novembre 1973. Roberto Villa, nato e cresciuto a Lissone, aveva 15 anni ed era assunto a tempo determinato per due anni come impiegato di secondo livello presso l’Anonima Lombarda Costruzione Pompe di Concorezzo, società fondata in Germania nel 1871 che oggi è la Ksb. Prima busta paga: poco più di 120 mila lire. Quel primo contratto racconta una storia di fedeltà aziendale lunga 50 anni e una carriera da dattilografo a direttore commerciale.
Cosa ricorda di quel giorno di 50 anni fa?
«Avevo finito la terza media e per un anno avevo frequentato un corso di dattilografia. Ero uscito di casa alla mattina, mi ero presentato in tre posti diversi e nel pomeriggio avevo già il mio contratto»
Di cosa si occupava?
«Dovevo scrivere a macchina le offerte e riportare tutta la descrizione dei nostri macchinari».
Lavoratore e studente. Come era la sua giornata?
«Partivo alle 6,45 da Lissone, arrivavo a Milano dove avevamo la prima sede. Lavoravo per otto ore. Alla sera scendevo a Monza perché frequentavo le serali di ragioneria al Mosè Bianchi. I corsi terminavano alle 23 e spesso non c’erano più autobus e quindi mi facevo sei chilometri a piedi fino a Lissone».
Le piaceva studiare?
«Sì, avrei voluto iscrivermi ad Economia e Commercio. Ho voluto però imparare il tedesco e questo è stato un grande vantaggio nei rapporti con la sede centrale».
Quando ha scoperto il suo talento commerciale?
«Mi diedero un fascicolo in tedesco delle pompe dosatrici. Era un prodotto che non si vendeva molto, ma strappai il primo contratto e in un anno raddoppiai le vendite».
Il segreto?
«Andavo a suonare il campanello dei clienti. Li trovavo consultando le Pagine gialle».
La vendita più importante?
«Nel 1978 per la Edison feci realizzare una pompa per la centrale idroelettrica di Lasa, costruita con il piano Marshall in Alto Adige. Ancora oggi funziona con quel sistema per pompare l’acqua sopra la diga durante la notte in modo da vendere più energia di giorno. Un affare da 78 milioni che festeggiai con una spremuta di arancia».
Da impiegato a direttore commerciale. Oggi sarebbe possibile?
«È stata dura. Ho costruito la mia carriera un passo alla volta, ho dovuto sempre dimostrare di valere.
Racconta la sua storia ai neoassunti?
«Nei lunghi viaggi in auto mi capita. Il lavoro è fatica, ma se c’è la passione non si sente fatica. Mi piace lavorare con i giovani, sono rimasto in azienda anche se ho maturato l’età per la pensione da sei anni, proprio per formare un bel gruppo pronto a prendere il testimone. Dal 31 dicembre sarò a casa».
Cosa farà?
«La mia passione è correre sulle colline brianzole, ma tornerò spesso in azienda. Dal 2020 sono Maestro del Lavoro e giro le scuole per parlare di orientamento».
La sua fedeltà all’azienda è rarissima. Mai stato tentato di cambiare posto?
«Ho rifiutato tante offerte. Mi piace stare qui, abbiamo seguito progetti importanti, dal Canale di Panama alla Costa Concordia per cui abbiamo fornito le valvole per riportarla in superficie. La Ksb è nell’elenco dei luoghi dove si lavora meglio, abbiamo una palestra aziendale, una biblioteca, un orto, un frutteto, una mensa curata, ma soprattutto c’è un bel clima. Con i colleghi non ho mai litigato».
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