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Orologio
Orologio in classe a scuola quel giorno era abbacchiato.
Conosceva a memoria la guida TV settimanale, che da teledipendente sfogliava avidamente per programmarsi le giornate, eppure la sera precedente aveva guardato “I ragazzi della terza C” dimenticandosi che sull'altro canale era in programma la prima TV di Ghostbusters.
Quella mattina in classe tutti i compagni stavano parlando di quel film, invece Orologio poteva solo immaginarlo dai loro racconti. Lo slimer, il fantasma verde, la biblioteca coi libri volanti e gli acchiappa fantasmi, cercava di visualizzarli mentalmente.
ChissÃ* quanto tempo sarebbe passato prima che in TV lo riproponessero, pensava mestamente Orologio, seduto nel suo banchetto di legno laccato d'azzurro, mentre sfogliava a malavoglia le pagine del suo sussidiario.
Orologio ogni tanto guardava la maestra spiegare qualcosa di troppo lontano e distante dai suoi pensieri e davanti cÂ’era quel libro noioso dalle tante scritte che vomitava tra un disegno e lÂ’altro nozioni come gli affluenti del Po, la suddivisione della flora e della fauna in montagna in base allÂ’altitudine, il terreno argilloso e poco incline ai terremoti della Pianura Padana, il riciclo degli oggetti come lo spazzolino vecchio usato per pulire lÂ’accendino e tantissime altre informazioni che per Orologio erano troppo astratte da dimenticare subito.
Nella classe era appesa una grande cartina colorata con le nazioni europee con indicate le loro produzioni principali, dalla barbabietola da zucchero, all'industria metallurgica e siderurgica e altre informazioni assolutamente inutili.
Orologio su quella mappa si era perso tante volte nei suoi pensieri. Aveva ad esempio passato settimane a ripensare alla pubblicitÃ* del gioco in scatola LÂ’Isola di Fuoco che ogni giorno vedeva in TV e che il papÃ* gli aveva promesso per natale.
Sempre con lo sguardo assente sulla cartina, vicino all’Italia poco più a est c’era la nazione più grande di tutte, l'URSS, da Orologio poco conosciuta ma presente in tanti film.
Da quel grande paese arrivavano molti cattivi e se non erano cattivi in quel posto non si viveva bene, pensava Orologio.
Poi ad Orologio piacevano tantissimo i film dei ragazzi americani che si imbattevano in varie avventure e spesso cÂ’erano spie russe oppure cÂ’era chi rimaneva bloccato in URSS e doveva tornare a casa.
Ad ogni modo dell'URSS Orologio pensava che era un posto dove era meglio non andare.
Per qualche ragione Orologio collegava quel paese alla canzone Alexanderplatz di Milva che la mamma canticchiava spesso, una canzona pallosa su un posto freddo, solo I treni di Tozeur era una canzone peggiore, pensava Orologio.
Ad Orologio invece piaceva The Final Countdown degli Europe e l’aveva più volte ascoltata dalla musicassetta preparata dalla mamma che l’aveva registrata dalla radio. Orologio l'aveva ballata più volte facendo finta di fare il grande in discoteca.
Improvvisamente la maestra si mise a chiamare Orologio e lui distolse lo sguardo assente dalla cartina con le nazioni.
La maestra gli fece notare che aveva il sussidiario aperto alla pagina sbagliata.
Orologio mentre sfogliava le pagine pensava ancora al film Ghostbusters perduto forse per sempre, che peccato rimuginava.
Nella pagina del sussidiario indicata dalla maestra c'era unÂ’altra cartina dellÂ’Europa, questa volta con vari colori, dal bianco al rosa fino al rosso cupo.
La maestra spiegava che era lÂ’indice di disoccupazione delle varie nazioni europee.
Orologio la osservava e lÂ’URSS era tutta bianca, lÂ’indice era a zero.
La maestra spiegava che in quella nazione cÂ’era un sistema diverso dal nostro e tutti lavoravano e nessuno era disoccupato.
Orologio rimuginava su questo concetto, forse dopotutto stavano bene in URSS pensava.
Quel pensiero lo collegava a suo papa che stava cambiando lavoro perché la ditta per cui aveva da sempre lavorato portandolo in giro per lÂ’Italia ora era in crisi. LÂ’esercito non acquistava più la loro carne in scatola e ben presto la sede generale si sarebbe spostata dalla cittÃ* in cui abitava la famiglia di Orologio.
Se in URSS tutti lavoravano, nessuno aveva la preoccupazione di portare a casa i soldi e tutti potevano comprare quello che volevano, si interrogava Orologio.
Orologio aveva ascoltato quello che il papÃ* aveva raccontato alla mamma. Doveva andare a lavorare per una ditta di formaggi, ma che stavano ipotizzando di iniziare a vendere un prosciutto cotto allo stesso prezzo di un prosciutto crudo. Un qualcosa di più buono di tutti.
Il papÃ* diceva che doveva pensare a come vendere questo prosciutto cotto.
Bho, pensava perplesso Orologio, forse in URSS non cÂ’erano di questi problemi.
In seguito, Ghostbusters è stato riproposto in TV e Orologio lÂ’ha visto sul divano insieme al papÃ*. A lui era piaciuto tantissimo, al papÃ* un po' meno
Era anche l’anno dello sfaldamento dell’URSS, ma ad Orologio non interessava, la notizia la notava solo perché ne parlavano a Striscia la Notizia con le statue appese per lo studio.
Però quella sera il film non se lo era guardato con tranquilitÃ*, Orologio era ansioso e incurosito per il fatto che il papÃ* gli aveva promesso che lo avrebbe portato in televisione a vedere la registrazione di una puntata di un programma TV, in quanto il presentatore pubblicizzava quel prosciutto cotto della ditta per cui ora lavorava da un po'...
[ I SABATI POMERIGGIO PIOVOSI SERVONO ANCHE A QUESTO... SCRITTO CON SOTTOFONDO MUSICALE ANNI 80 ]