Originariamente Scritto da
ZaeN
Un caro collega usava dire: "trovami una persona che senza averne alcun bisogno (economico probabilmente) si alzerebbe presto tutti i santi giorni per fare un lavoro mediocre".
A confronto con i miei coetanei sento di essermela cavata bene. Non ho scritto "mi sento fortunato" perché oggigiorno la fortuna te la dai in faccia.
Ho scelto un campo che spinge forte (IT), mi sto costruendo un cv e delle competenze (per ora sono 8 anni e già mi reputano "senior" anche se non mi ci considero per niente) che in Italia è difficile avere e inizia a dare bei frutti, la cosa bella è che ne ho per almeno altri 10 anni di crescita.
Capisco comunque i sintomi del OP. Anche io di media dopo 2 anni mi strarompo del posto dove sono, in Italia mi licenziavo, qui accetto la prima offerta interessante che mi fanno. È una questione di rompersi semplicemente le balle, è una condizione conosciuta (burnout).
Io sono del partito in cui si pensa che, in questo tanto decantato mondo del progresso - con roba come automazioni varie, machine-learning, automobili autonome, droni, razzi riutilizzabili, hyperloop, auto elettriche e uni svario infinito di altre cose - dobbiamo ancora fare i conti con l'inerzia del lavoro tradizionale, dove facciamo tante cose inutili solo per guadagnare la pagnotta.
La cosa che più mi urta è ancora oggi sapere dell'esistenza di mansioni inutili dove team di 20 persone sono tenute a fare azioni manuali (tipo cliccare form e fogli excel per ordinare/formattare dati o simili), con salari ridicoli, per anni.
Posso dare un paio di consigli, fai qualcosa che ti abiliti altre possibilità in futuro, pensa già al passo successivo. Non fare lavoretti che non ti portano a nulla una volta conclusi. Devi metterti in una situazione in cui l'aggregato delle tue esperienze passate sia tale che sia il lavoro ad inseguire te e non vice versa.
Così quando ti rompi passi tranquillamente (con dovute tempistiche) al prossimo come faccio io
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