
Originariamente Scritto da
Litmanen
La questione è che "paralitici", "infelici", "disabili", "Portatori di handicap", per quanto ANCHE magari veritiere, limitano la descrizione di una persona al suo problema fisico o mentale.
Ma dato che, per fortuna, negli ultimi 4 milioni e mezzo di anni si è scoperto che l'essere umano presenta una complessità notevole, negli ultimi 10/20 anni si è preferito iniziare a non "definire" le persone in base alle loro difficoltà o problematiche fisiche o mentali, ma cercare di avere una definizione uguale per tutti.
È per questo che si è "Persone", innanzitutto, tutti, indifferentemente. Non è che io sono "normale" e un altro è "disabile". Perché, magari, quel "disabile" ha delle altre capacità che io non ho; magari non sa camminare, ma è un genio della fisica quantistica? Allora che facciamo? Definiamo lui "genio" e me "coglione"?
Quindi, prima di tutto, si dice di tutti di essere una "persona". Poi ci aggiungi delle specifiche "uniche" per ognuno, ma sempre portando il rispetto dovuto ad ogni PERSONA.
Si è una PERSONA con UNA disabilità, non si è un disabile. Perché "disabile" ti identifica in toto e non tiene conto del fatto che tutti, ma proprio TUTTI, abbiamo delle capacità e delle disabilità. Perché oramai problemi almeno di natura psicologica li abbiamo tutti, OCD, psicosi, nevrosi, ansie, stress debilitanti, paranoie, schizofrenie, bipolarismi. Saremmo TUTTI disabili, allora. O handicappati. O malati mentali.
Meglio essere "una persona con OCD", no?