"Buio... anche oggi è buio, qui. Quanto tempo è passato? Non ricordo, non so più nulla, ho perso la cognizione del tempo. Cosa sono io? Una spada, forse? Sì... La Spada, la più potente, l'Imbattibile. Venni forgiata da un Dio, usata per distruggere mondi interi con un sol fendente. Ma a ogni colpo, tremavo, soffrivo, fino a che... Giunti sull'ennesimo mondo che quel Dio intendeva distruggere, mi ribellai, non potevo più sopportare tutto questo, rinnegai la mia stessa esistenza, tutto il mio potere sfruttato per distruggere, era troppo. E mi incrinai. Il Dio mi osservò disgustato, capì che un oggetto rotto non gli occorreva più e mi scagliò via con così tanta forza che sprofondai nelle viscere della terra, dove rimasi, dormiente, fino ad ora.
Dei rumori mi hanno destata, qualcuno stava scavando nella caverna."
<< Cosa ci fa una spada, sepolta qui? Spezzata in più punti, ma il metallo non sembra minimamente arrugginito. >> "Disse, accarezzando la mia elsa e raccogliendo con cura i miei frammenti, riponendoli nella sua borsa. Questi, dunque, erano gli Uomini che meritavano la distruzione? Quali colpe potevano aver commesso? E se quel Dio, adirato, fosse nel torto? Questi dubbi erano troppo pesanti. Quest'uomo intendeva riforgiarmi, ma non sembrava un guerriero o un condottiero, o un nobile, o un sovrano alla guida di nazioni potenti. Lui non aveva bisogno di una spada potente, allora perché?"
"Il calore della sua forgia tuttavia era troppo debole, ma decisi di metterlo alla prova, aiutandolo a ripararmi, poiché le crepe sulla mia lama le avevo provocate di mia iniziativa per impedire altre devastazioni. Voglio rinascere, mi dissi, non come arma di distruzione, ma per proteggere."
"Il mio risveglio alimentò le fiamme della fornace, osservai con compiacimento il suo stupore mentre contemplava il mio potere, i miei pezzi che tornavano un tutt'uno, la mia lama che ridivenne affilata, l'incisione del mio vecchio nome che, ormai dimenticato, cambiò divenendo ciò che voglio realmente essere: Protettore."
"Il mio salvatore mi impugnò, incurante del calore della forgia, ma la mia elsa divenne immediatamente tiepida, sentii che era Lui per primo che volevo proteggere. Per la prima volta la mia anima era serena, completa, appagata, raggiunsi la sua mente e pronunciai la mia prima parola: << Ascoltami... >>
"E rinacqui, dalle profondità della terra rividi la luce, ridiventai una spada, chiusa in un fodero, nelle mani di un uomo umile e giusto, in viaggio per gli innumerevoli Regni e Città-stato del mondo, combattendo le iniquità, riparando torti, proteggendo tutte le genti del mondo. Finché un giorno avvertii la nascita della mia Sorella. A ogni colpo di martello, un sussulto nella mia anima. Quel Dio malvagio aveva forgiato una nuova spada, e si apprestava a completare quello che io gli impedii, chissà quanto tempo fa."
" << La guerra si scatenerà su questo mondo, amico mio, dovremo essere pronti. >> Gli dissi, e Lui sorrise, sicuro di sé e di me."