Se Hakkinen vince si conferma campione, altrimenti vince Irvine. Semplice. Meno semplice la condizione psicologica di Irvine. Dopo aver vinto ridacchiando, sfruttando ogni occasione possibile come un Peter Pan moderno, Eddie arriva a Suzuka stravolto dall’ansia. Il peso di poter essere l’uomo che riporta il mondiale a Maranello dopo vent’anni lo ha distrutto: “Le mie speranze di vincere sono tutte legate a quello che vorrà fare quello là (Schumacher): se mi aiuterà posso vincere, ma stavolta non lo farà”. La gara è di una noia mortale: Hakkinen parte in testa, Schumacher lo segue per tutti i 53 giri, senza poterlo o volerlo attaccare. Uno vuotato Irvine finisce terzo la gara più importante della sua vita, a un minuto e mezzo dal vincitore, che si conferma campione del mondo.