Beh, sarai morto prima che accada, immagino
(in senso generazionale, non come augurio)
Beh, sarai morto prima che accada, immagino
(in senso generazionale, non come augurio)
Ultima modifica di Necronomicon; 01-06-20 alle 11:31
Dunque, capisco la proletarizzazione del professionista - piu' accesso all'educazione, piu' concorrenza, introiti piu' bassi.
Allora, mettiamola cosi'. Un ragioniere negli anni 80 da che tipo di famiglia veniva, e che tenore di vita poteva permettersi? (nemmeno un avvocato o un medico, eh)
E' vero in parte perché se io assumo 2 operai specializzati è per riuscire a fare di più aumentando la produttività, non per aumentare le spese. Stessa cosa se investo in macchinari, anche se al contrario
Diverso invece il discorso sui bar che ormai ne trovi anche 5 in 300 m, ma lì ci sarebbe da fare qualche ragionamento su cosa pensava di ottenere CHI ha liberalizzato certi settori...
Non parlo di dipendenti, parlo di figli di proprietari che di solito entrano come soci dell'attività, comunque. Quelli a volte entrano in azienda perché sì, non per produttività o necessità. Per dire, dove lavorava mio padre i tre soci hanno fatto entrare in azienda i vari figli. Che ovviamente non prendevano stipendi da operai. E che han fatto fallire l'azienda
Questo non è pensiero laterale, è pensiero fallimentare
E' evidente che se lavori in due si presuppone che si possano fare più lavori rispetto ad una persona sola, oltretutto a fronte di costi fissi che restano pressoché invariati, se c'è un ufficio già avviato.
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E infatti il tuo pensiero pezzente si manifesta in questo messaggio.
Ultima modifica di Necronomicon; 01-06-20 alle 12:56
Il concetto è lo stesso perché se tiri dentro il figlio solo per fargli fare il mantenuto alla fine è giusto che salti per aria.
Pure io sono entrato in azienda come "figlio del titolare" ma con stipendio da operaio e orari da titolare (quindi straordinari a gogo compresi i sabati e pure con 38,5° di febbre ). Tutto dipende dalla mentalità imprenditoriale, ci sono quelli che passano più ore in azienda che a casa e quelli che passano il meno ore possibili in azienda che tanto la mandano avanti gli operai.
Ultima modifica di sacramen; 01-06-20 alle 14:31
La discussione sta deragliando, non contesto l'ereditarietà aziendale dell'impresa di famiglia, semplicemente dico che man mano che passano le generazioni e che entrano in azienda nuovi soci anche i profitti si dividono e possono concorrere a formare un benessere un po' meno benessere, tutto qua.
Sinceramente sono molto piu' interessato alla classe media e dintorni, con lavoro dipendente, piu' professionisti come un ragioniere. Le aziende piccole o grandi sono un po' meno interessanti.
Gli anni 80 e 90 sono abbastanza legati,
stabilità economica e geopolitica, crescita costante, stessa valuta ( ), meglio gli 80 dei 90 of course, (nei 90 ricordo almeno la crisi del 92 che si fece sentire), ma tutto sommato ci si era ripresi benone
Le prime crepe sono arrivate nei primi 2000 con st Euro del cazzo ( ), salari stagnanti e demolizione graduale delle tutele dei lavoratori (coccodè e somministrazioni nel culo varie), ma fino a metò 2000 ancora ancora si tirava avanti. L'ultimo anno buono che ricordo è stato quello del Mondiale.
Poi c'è stata la crisi del 2008 che da noi è arrivata nel 10,
subito dopoi nonno Monti e Renzi che tra una faccetta buffa e l'altra che c'han dato la mazzata finale.
Il Covid lo vedo come l'ultimo chiodo sulla bara.
Ah è per rispondere alla tua domanda, babbo ragioniere che un po' per culo un po' per bravura ha fatto il carrierone, e di soldi ne ha fatti.
Io con la laurea in economia, masterini, esperienze in consulenza cazzi&mazzi, tra i 1300/1400
Con la ciliegina sulla torta di aver perso il lavoro nel 2018, eh però li ne pigliavo ricchi 1500, con una mensilità in meno però