A tal proposito, io sto ancora aspettando il tuo commento sul nuovo ambasciatore USA in Israele made in Trump.
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avevo scritto (o forse non l'ho piu' postato?) che c'e' stato un cauto ottimismo sulla nomina in se, ma generalmente molto entusiasmo e aspettative sulla prossima presidenza all'interno di certi partiti.
Essenzialmente i partiti e le fazioni piu' a destra hanno accolto entrambe le notizie con entusiasmo, Netanyahu, centristi del Likud e altri partiti centristi sicuro godono dentro casa ma sono apparsi calmi finora (anzi fino all'altro ieri), i partiti di sinistra e estrema sinistra sucano e rosicano perche' sanno che Trump li detesta.
Riguardo la popolazione in se, finora tutti molto cauti. Molti ancora preferiscono la Clinton, ormai anche qui la popolazione e' cresciuta indottrinata e ci mette un po' a digerire cambiamenti....
EDIT: se vuoi il mio commento personale, invece, ti riporto quanto mi ha detto un amico che lavora all'ambasciata: "Dimmi la verita', l'ambasciatore l'hai scelto te!" :asd:
Davvero? Non ricordavo che Israele avesse vinto la seconda guerra mondiale.
O che avesse un paese che potesse entrare in guerra. O che avesse un esercito.
Gli alleati hanno vinto la guerra, e loro li hanno mandati in quelle terre, che fino a prova contraria erano già abitate.
E non ritirare fuori la balla che la Palestina fosse una landa desolata prima che ci andassero gli ebrei pls. Posto da poco, ma lurko da molto. Me lo ricordo.
ma qua bisogna fare lezioni di storia a ognuno che entra e ripete le solite str***ate lette sul manifesto? :bua:
allora dimmi tu quale nazione abitava in Israele prima del 48, facciamo prima. Chi governava, che moneta veniva utilizzata, che lingua si parlava, come era composta la popolazione.
E sei pregato di citare fonti che non siano electronic intifada o stormfront.
L'impero ottomanno prima e una forza franco-inglese dopo.
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nell'originario progetto a cui fai riferimento erano assegnate a israele zone di territorio in cui gli ebrei già costituivano la maggioranza della popolazione, o perlopiù disabitate. un territorio di estensione largamente inferiore all'israele attuale.
se gli arabi non avessero avuto la bella pensata di dichiarare guerre e perderle a ripetizione, il territorio di israele sarebbe rimasto quello lì.
non esattamente, tu ti riferisci al piano di spartizione ONU del 47 che avrebbe avuto valore legale solo se fosse stato accettato da entrambe le parti. Come ormai e' storia, gli ebrei accettarono mentre gli arabi rifiutarono, muovendo guerra al neonato stato d'Israele e perdendo.
Quindi ad oggi la mappa con valore legale e' quella a cui ho fatto riferimento sopra. Successivamente, Israele si e' impegnata a riconoscere i confini della Giordania e dell'Egitto (siglando accordi di pace), quindi la mappa valida legalmente e' quella post 67. E improvvisamente si scopre che esiste una nazione palestinese che ritiene quei territori persi come suoi....
yuki faceva riferimento alla spartizione del 47
E' qui che si fanno i casting per il nuovo inviato in Israele del TG3?
:bua:
(non si azzardino, ché Marrazzo va più che bene :sisi:)
E dove avrebbe sbagliato?
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Oltretutto, intelligentemente, ha anche aggiunto che il suddetto, ributtante baraccone sprecherebbe da decenni un potenziale enorme.
(verissimo, per quanto mi riguarda)
Per quanto vale, per ora sto vedendo un uomo, un "politico", prendere decisioni ed esprimere pareri non incaccolati nella solita melassa del ca**o: ho praticamente le lacrime agli occhi:cattivo:
P.S.: Poi, sempre in seno a Nazioni Unite e relative propaggini, ci sarebbe anche l'antica e mai risolta questione delle incrostazioni di puro antisemitismo...li ci sarebbe da passare con un bel po' di lanciafiamme, ma i tempi sono tutt'altro che maturi per un'azione tanto sacrosanta e coraggiosa :uhm:
E perche' mai ilo presidente di uno stato dall'altro capo del mondo dovrebbe essere a favore di uno stato dall'altro capo?
Cioe' fondamentalmente dovrebbe fregargli una sega. ma vabbe'.
Poi:
Quindi, l'ONU nel suo consiglio di sicurezza ha approvato una risoluzione.Citazione:
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione che chiede al governo di Israele di “interrompere ogni attività” nei propri insediamenti nei cosiddetti “territori occupati” palestinesi e a Gerusalemme est, dove complessivamente vivono circa 630mila persone, definendo l’occupazione “senza validità legale” e rischiosa per il processo di pace. 14 paesi membri su 15 del Consiglio hanno votato a favore della risoluzione, che è anche passata grazie alla decisione degli Stati Uniti di astenersi. Per passare il provvedimento aveva bisogno di almeno 9 voti a favore e di nessun veto dei membri permanenti del Consiglio, cioè Stati Uniti, Francia, Russia, Regno Unito e Cina.
Hanno votato ed e' passata.
Quindi non e' che si puo' fare come i bambini, le risoluzioni che piacciono si applicano, le altre no.
Non mi sembra che ci sia molto da criticare.Citazione:
La decisione non obbliga Israele a fare qualcosa ma ha comunque un alto valore simbolico, soprattutto per la posizione degli Stati Uniti. Motivando la scelta dell’astensione, la rappresentante permanente degli Stati Uniti alle Nazioni Unite, Samantha Power, ha ricordato che da quasi 50 anni il suo paese chiede che siano fermate le attività di espansione negli insediamenti: ”Uno non può approvare l’espansione degli insediamenti israeliani e al tempo stesso sostenere una soluzione per i due stati che porti alla fine del conflitto. Si deve fare una scelta tra le occupazioni e la separazione” dei due stati, ha detto Power nel suo intervento
Se vuoi fare la pace.
Altrimenti c'e' la soluzione NOXx. :boh2:
la soluzione dare tutto in cambio della pace e' stata proposta piu' volte, sempre rifiutata.
In ogni caso a maggior ragione come dici tu, se vogliamo proseguire il negoziato basato su "terra in cambio di pace", devo avere terra da cedere per poter ricevere pace in cambio. Per come e' formulata la risoluzione, la terra che ho non e' legittima, quindi te la devo dare a prescindere. Poi per avere la pace che ti devo dare? Due fette di culo?
e dopo lo sgambetto dell'amministrazione dell'inetto abbronzato rosicone ad Israele (per sfregio anche a Trump) visto che in 8 anni non hanno mai fatto nulla a riguardo e se ne ricordano un paio di settimane prima di andarsene...
se questo è un nobel per la pace dovrebbero dare un nobel per la merda a chi glielo ha conferito. :facepalm:Citazione:
L'ultimo attacco di Obama: "Verso nuove sanzioni a Putin"
L'amministrazione Obama sta per annunciare, entro questa settimana, una serie di misure per punire la Russia per la sua ingerenza nelle elezioni presidenziali Usa dell'8 novembre 2016, e tra queste misure ci sono sanzioni economiche e censura diplomatica
Luca Romano - Mer, 28/12/2016 - 18:28
L'amministrazione Obama sta per annunciare, entro questa settimana, una serie di misure per punire la Russia per la sua ingerenza nelle elezioni presidenziali Usa dell'8 novembre 2016, e tra queste misure ci sono sanzioni economiche e censura diplomatica.
È quanto riporta il Washington Post, citando fonti ufficiali Usa secondo cui il piano, di cui si stanno mettendo a punto i dettagli, prevedrebbe anche operazioni informatiche sotto copertura.
La decisione delle sanzioni giunge dopo settimane di dibattito alla Casa Bianca su come rivedere un ordine esecutivo del 2015, che mirava a dare al presidente l'autorità per rispondere ai cyber-attacchi oltreoceano ma non copriva i casi di tentativo di influenza sul sistema elettorale. L'amministrazione sta provando a fare in modo da adattare questo al caso della Russia. Sempre secondo le fonti, le autorità vorrebbero anche rendere più difficile per il presidente eletto Usa Donald Trump ridimensionare le azioni che verranno intraprese.
Se gli Stati Uniti intraprenderanno nuovi passi ostili contro la Russia, riceveranno una risposta. È quanto afferma il ministero degli Esteri russo, secondo quanto riporta l'agenzia di stampa Interfax. La risposta di Mosca, fa sapere ancora il ministero degli Esteri russo, riguarderebbe ogni tipo di azione contro missioni diplomatiche russe.
http://www.ilgiornale.it/news/mondo/...n-1346550.html
Le ripicche come i bambini lol.
Certo che i democratici non sanno proprio perdere.
Inviato dal mio LG-D855
I repubblicani hanno fatto lo stesso tutto il tempo nonostante Obama abbia cercato di fare accordi bipartisan anche nel primo periodo quando aveva ancora la maggioranza al congresso, credo che alla fine sia rinsavito e abbia deciso di ripagarli con la stessa moneta.
i 20 giorni di insediamento più lunghi dell'ultimo quarto di secolo...Citazione:
LA TRANSIZIONE PIÙ TESA DELLA STORIA: L'IPOTESI CHE OBAMA S'INVENTI UN'AMNISTIA PERSONALE PER LA CLINTON, LA GUERRA DEI TWEET DI TRUMP, LA RUSSIA, IL RAPPORTO CON ISRAELE FATTO A PEZZI DA KERRY E BARACK, LA CORSA AL RIARMO NUCLEARE. TUTTI I FRONTI APERTI DEL NUOVO PRESIDENTE
Maria Giovanna Maglie per Dagospia
Che non sarebbe stata una transizione pacifica lo sapevamo, troppo traumatica per la sicumera del Partito democratico americano la sconfitta cocente a opera del buffone, ma certamente il comportamento di Obama è inferiore a qualunque aspettativa, diciamo che sta raschiando davvero il fondo del barile, ma anche che in mezzo c'è lo scontro sulla politica estera più complesso dall'epoca della guerra fredda, forse visto il volume di nucleare in giro è peggio della guerra fredda.
E la storia, che i media mondiali evitano accuratamente ma che circola abbondantemente e velenosamente per i palazzi di Washington, dell'amnistia personale, il pardon presidenziale a Hillary Clinton, è parte integrante dell'intero pasticcio.
Che il Partito Democratico, ridotto nei ranghi e umiliato come mai nella propria storia dall'epoca di Carter e Reagan, sia in grado di reggere uno scontro del livello messo in piedi da Barack Obama, mi pare difficile da sostenere, ma certo saranno mesi di scontri tremendi, Israele e Russia al centro della rissa.
Come conseguenza la guerra dei tweet si infittisce. Cominciamo ad abituarci, a considerarli l'umore della giornata, l'atmosfera nel Palazzo che verrà ma anche un annuncio diretto di quel che Il presidente Trump intende cominciare a fare appena insediato saltando tv e giornali e comunicando direttamente con americani e resto del mondo.
Numerose le risposte a una dichiarazione davvero inappropriata del presidente uscente, che ha salutato gli americani e il suo partito con la polpetta avvelenata, sostenendo cioè che lui, se candidato per la terza volta, ipotesi non prevista dalla Costituzione quindi impossibile, avrebbe vinto le elezioni. Si fa? No, non si fa, ma ormai la regola e’ perduta. Twitta il presidente eletto: “Ha detto che avrebbe vinto contro di me, lo deve dire, io rispondo no way, posti di lavoro persi, Isis, assistenza sanitaria eccetera”.
Poi rincara la dose:” Il presidente Obama ha fatto campagna dura e personale nei più importanti Stati dal voto incerto e ha perso. Gli elettori volevano fare l'America grande di nuovo”. Un accenno a cosa intende per America di nuovo grande:” L'indice di fiducia dei consumatori nel mese di dicembre è salito di circa 4 punti a 113. 7, il livello più alto in più di 15 anni Grazie Donald”.
Segue una annotazione sul clima voluto da Obama: ”Ho fatto del mio meglio per ignorare le molte dichiarazioni provocatorie del presidente Obama e gli ostacoli che ha posto. Speravo di riuscire a farla essere una transizione serena non lo e’". Infine il vero e proprio incidente internazionale e il vero tentativo di boicottaggio della prossima Amministrazione a opera della vecchia: l'affare Israele e la condanna alle Nazioni Unite senza il veto consueto americano.
Twitta Donald Trump, ed è così indignato e intenzionato a fare il punto che non usa la consueta brevità del mezzo e fa due tweet di seguito “Non possiamo continuare a permettere che Israele venga trattato con totale rispetto e supponenza. Avevano la certezza di avere un grande amico negli Stati Uniti ma non ce l'hanno più. L'inizio della fine è stato l'orribile accordo con l'Iran e ora questa storia delle Nazioni Unite. Resta forte Israele, il 20 gennaio sta arrivando in fretta”. Notare la frase sul l'Iran.
La relazione con Israele è precipitata ai minimi storici, non era mai accaduto nemmeno nei primi tempi con Bill Clinton, quando lui e la moglie giocavano a fare gli amici dell'OLP prima di fare i conti con 6 milioni di voti di ebrei d'America e con il ruolo di difesa dell'Occidente di Israele in Medio Oriente.
Il vero timore e’ che dopo la condanna degli insediamenti alle Nazioni Unite si anticipi a prima del passaggio di consegne una conferenza di pace in Francia, e lì la pantomima dei due stati due popoli alla moda d'Europa faccia ulteriori passi avanti e metta ancora in maggiore difficoltà Trump appena insediato.
Ieri gli scambi di insulti fra i due governi hanno raggiunto livelli sconosciuti, con John Kerry che faceva dichiarazioni del seguente tipo: Israele può essere o ebreo o democratico, non tutte e due le cose, e l'astensione alle Nazioni Unite riflette i nostri valori, gli insediamenti sono una minaccia alla pace. Netanyahu rispondeva che era una trappola preparata da tempo, che la risoluzione l'hanno organizzata gli Stati Uniti e che hanno colpito Israele alle spalle.
Certo è che Trump eredità la dittatura in Turchia, la guerra in Siria in Iraq e in Afghanistan, la Libia terra di nessuno, Egitto nel caos, una nuova corsa all’allargamento nucleare, tralasciando l'Europa dilaniata dal terrorismo e la Nato con i missili balistici nei Paesi baltici e Romania. Non basta, dell'Iran non si fida nessuno in grado di intendere e volere, in Corea del Nord c'è il nucleare, l'India ha testato un missile che può trasportare testate nucleari, Cina India e Pakistan si misurano sempre più aggressivamente.
Trump Intende rapidamente tornare a un rapporto disteso e di collaborazione con la Russia anche perché è urgente riscrivere i trattati di non proliferazione, di nucleare ce n'è di meno ma ce n'è più raffinato e in mani pericolose. La responsabilità della prossima presidenza sarà perciò enorme e storica, tanto più dopo l'inerzia e la vigliaccheria di Barack Obama.
Il quale emana un ordine esecutivo al giorno, spazia da blocchi permanenti allo sfruttamento di risorse energetiche ad amnistie selvagge anche per criminali pericolosi, e starebbe insieme a Hillary Clinton decidendo se infilare anche l'ex candidata tra i grandi perdonati. Che cosa significa?
Significa che potrebbe emanare, prerogativa che ai presidenti capita di esercitare alla vigilia delle valigie, una decisione di grazia per qualunque crimine possa aver commesso la Clinton nell'esercizio delle sue funzioni di Segretario di Stato. In poche parole, metterebbero una pietra tombale sulla storia maledetta delle mail e sulla storia del povero Chris Stevens, l'ambasciatore lasciato morire in Libia per non guastare la rielezione di Obama nel 2012.
Ma la prassi, la consuetudine e anche le sentenze introducono in questo tipo di pardon presidenziale la ammissione di colpevolezza, come è naturale che sia, altrimenti che ci sarebbe da graziare, la ammissione di colpevolezza della Clinton coinvolgerebbe anche Obama, nel senso che anche lui ammetterebbe di aver saputo e di avere sempre mentito.
Non male per la sua legacy e non male anche per i Clinton e la loro fondazione, e magari per le ambizioni della figlia Chelsea in politica. Tuttavia non farlo significherebbe esporsi a eventuali incriminazioni da parte della futura Amministrazione, e se è vero che Donald Trump subito dopo la vittoria ha escluso di voler mandare la Clinton in prigione, è vero che l'atmosfera è profondamente cambiata, non per responsabilità di Trump, ed è vero anche che nella autonomia delle proprie funzioni il futuro Attorney-General potrebbe aprire un'inchiesta e che potrebbe richiederla un qualunque senatore.
Vabbe ma quali sanzioni vuoi fare, tra 20 giorni arriva il nuovo presidente con tutto il congresso rep che le toglie e invita putin a casa dai :asd:
Vabbè ma la finiamo di copiaincollare da siti di merda come ilgiornale e dagospia? :uhoh:
Ma è possibile dare la grazia a uno che non è ancora stato condannato, anzi che non è nemmeno sotto processo? Non può mica dare l'immunità totale alla Clinton "per qualsiasi crimine abbia commesso" :uhm:
Si ma guarda le fonti, sono due articoli scritti con i piedi. Obanfa dimostra per l'ennesima volta di essere un cialtrone, ma certe parti ( l'amnistia preventiva alla Clinton, il nucleare più raffinato ma in mani più pericolose) non si possono veramente leggere.
...also spiegatemi la storia -o, per meglio dire, la barzelletta- delle sanzioni causa ingerenze elettorali :rotfl:
Ma che ca**o, manco a Topolinia :rotfl:
in b4: sanzioni ONU sostenute in blocco anche dall'UE :rotfl:
Se non altro tra un paio di settimane 'sto impiastro si leva di torno :facepalm:
No, fa niente, non spiegatemi.
a parte che ne parla anche il Guardian, su alcune robe tipo politica italiana dagospia non va tanto sottovalutata visto che ha spesso fonti da dentro i palazzi
che è sta reazione da checca isterica malmestruata? se hai da argomentare nello specifico su qualcosa argomenta, altrimenti puoi evitare uscite alla cazzo simili.
anche se fosse, merda per merda, fino a prova contraria la tua al massimo finisce al giù nel cesso, questi con la loro ci si pagano lo stipendio, tra le due categorie indovina chi fa la figura del coglione?
allora facciamo così, voi non siete titolati per esprimere giudizi in merito alla bontà delle notizie (e non) divulgate da chicchessia, lasciatevi servire dai vostri padroni:
Citazione:
I CERCA-BUFALE
Si chiama International Fact-Checking Network (IFCN) ed è la rete di organizzazioni che ha sottoscritto i principi del Fact-Checking Code redatto dal Poynter Institute, uno dei più importanti istituti giornalistici e analisi media del mondo. Si tratta di una serie di norme e regole della “buona informazione” che serviranno a capire quando una notizia è vera e corrisponde a criteri di veridicità e affidabilità delle fonti.
Il codice IFCN è stato accettato anche da Facebook che nei prossimi giorni attiverà un sistema di segnalazioni per gli utenti, delle notizie ritenute false; una volta che una notizia è segnalata dai lettori, i “verificatori” IFCN dovranno confermare o meno la segnalazione e in caso positivo, spiegare perché quella notizia non è vera. Il tema delle “fake news” è scoppiato dopo la clamorosa vittoria di Donald Trump che ha sconvolto il sistema dei media e degli opinion makers non solo americani. Trump ha vinto nonostante l’intero mainstream gli fosse completamente contro; e molti dei grandi giornali hanno iniziato a raccontare la “bufala” che la vittoria di Trump sarebbe legata alla diffusione sui social di notizie false con cui ha manipolato la realtà.
Ovviamente queste illazioni rientrano nelle più incredibili “fake news” partorite dalla frustrazione di un sistema di potere mediatico che sa di condizionare sempre di meno l’immaginario simbolico. Ma le pressioni sul mondo del web sono state tali e forti che Facebook, il più importante social network globale, è dovuto correre ai ripari.
Tra queste organizzazioni di “verificatori” che fanno parte del progetto del Poynter Institute ci sono grandi media come la ABC ma anche piattaforme indipendenti di fact-checking, come Politifact (finanziato dagli amici della Clinton). TANA PER SOROS!
Aaron Klein, famoso giornalista d’inchiesta conservatore, è andato a verificare chi è che finanzia il Poynter Institute che gestisce l’IFCN ed ha trovato delle sorprese interessanti. Le ha pubblicate su Breitbart il sito di contro-informazione e difficilmente le troverete sui media che predicano il corretto giornalismo. Tra i principali finanziatori dell’Istituto c’è la indissolubile e onnipresente Open Society di George Soros; si, proprio lui, il grande manipolatore della verità mediatica, lo Shelob del Nuovo Ordine Mondiale (come abbiamo raccontato qui), il fomentatore di crisi internazionali e rivoluzioni colorate (quasi sempre di rosso sangue) finanzia l’Istituto che ha, di fatto, il controllo della veridicità delle notizie che noi pubblichiamo.
Non solo , il Poynter Institute ha ricevuto 1 milione di dollari anche dalla Craig Newmark Foundation, l’organizzazione no-profit legata al fondatore di Craiglist il portale mondiale degli annunci; fondazione da sempre legata all’universo della sinistra globalista.
Newmark e Open Society sono tra l’altro, tra i finanziatori del Centre for Public Integrity, un’organizzazione con sede a Washington che gestisce il Consorzio Internazionale dei Giornalisti Investigativi (ICIJ), il network di giornalisti delle principali testate media mainstream, (da New York Times al Guardian, da Le Figaro, a El Pais, Washington Post a Repubblica) che mesi fa, costruì a tavolino lo scandalo dei Panama Papers, una delle più fasulle inchieste giornalistiche degli ultimi anni, finalizzata a colpire i nemici politici dell’Amministrazione Obama (Putin in testa).
In altre parole, coloro che finanziano manipolazioni giornalistiche nel mondo, finanzieranno lo strumento per sancire quali notizie sulla rete devono essere ritenute vere e quali false. http://blog.ilgiornale.it/rossi/file...ne-300x170.jpgINIZIA LA CACCIA ALLE STREGHE?
Chissà in quale categoria di notizie rientrano le armi chimiche di Saddam, le falsità sulla guerra in Libia, le favole sulle “bombe umanitarie” dell’Occidente, le omissioni sui finanziamenti di Obama ad Al Qaeda o sui i soldi dei sauditi alla Fondazione Clinton, o quelle sulla vera natura del conflitto in Ucraina, tutti argomenti su cui il manistream caro a Soros ha manipolato la verità in questi anni. Speriamo che tutta questa improvvisa attenzione contro le “fake news” da parte di chi in questi anni ha prodotto falsità e manipolazioni, non serva ad iniziare una stagione di caccia alle streghe contro l’informazione libera e indipendente. Le premesse ci sono tutte.
Su Twitter: @GiampaoloRossi
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meglio ricorrere a fonti sere, attendibili e imparziali come repubblica e il fatto quotidiano :tsk: