Beh è chiaro che qdss guadagnano un bel po' di soldi online, si sono fatti un nome (merito a loro) ed ora sono delle specie di influencer dei videogiochi... ciò non toglie che i loro contenuti siano scadenti e di basso livello imho. Direi spazzatura.
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Ma cosa intendete come "critico serio"?
Una o un professionista che discute di videogiochi partendo da:
- struttura analitica
- criteri sistematici
- referenze verificabili
- preparazione culturale al di la' dei videogiochi
- ampia esperienza come videogiocatore
- perfetta conoscenza dell'italiano scritto e parlato
- conoscenza dell'industria videoludica e dei mercati
- conoscenza del pubblico di riferimento per una piattaforma e per il videogioco
Una persona con queste qualita' e' molto probabile che riesca a produrre critica videoludica in maniera seria e ragionata, e i piu' talentuosi lo faranno senza essere noiosi. Il problema e' che queste qualita' rendono perfettamente idonei a intraprendere una carriera accademica o nel marketing, percio' i migliori sono parecchio effimeri
Quelle persone fanno 10.000 iscritti a farla grossa.
Il pubblico che passa ore a guardare gente giocare invece di giocare per la maggior parte non ha le caratteristiche per star dietro a gente più preparata, ammesso esista perché di esempi non ne ho mai trovati molti
Datemi qualche nome però
Rhykker?
Esatto, gli "opinionisti" seri e i produttori di contenuti preparati fanno numeri bassi, l'utente medio cerca altro e non ha manco "la testa" per stare dietro a questi profili - non gliene faccio una colpa eh, non devono mica dare un esame
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Se nel giro di vent'anni siamo passati da MBF a pregianza, qualcosa deve essere andato decisamente storto. Io ci ho provato a guardare questi fenomeni web ma fatico ad andare oltre al sempreverde AVGN, gli esponenti di spicco dello sgabuzzino italiano sono uno peggiore dell'altro per il modo spudorato con cui rincorrono le visualizzazioni fra sensazionalismo da instant-meme e/o sponsorizzazioni più o meno smaccate. Twitch poi è la morte cerebrale, ma sarà un problema mio che mi annoiavo mortalmente a vedere gli altri giocare anche nelle sale balneari.
Ma è anche assurdo parlare di "critici" in un segmento di mercato che non ha mai sviluppato un proprio manifesto capace di andare oltre alla guida all'acquisto. Chi in passato ci ha provato è naufragato miseramente nell'indifferenza generale, oggi leggo di Kara e mi cadono le braccia nel vedere quali scribacchini dovrebbero movimentare questo nuovo giornalismo arrembante da Cahiers du Jeu Vidéo. Le personalità di spicco e autorevolezza (quelli che non si limitano a bello/brutto e grafica/sonoro ma sanno proporre argomenti di analisi e dibattito) si contano sulle dita di una mano perchè nessuno è realmente interessato ad ascoltare quello che dicono. Come potete pretendere che si parli seriamente di videogiochi se in questo stesso forum sono considerati un passatempo da non prendere minimamente sul serio o, al più, da trattare con la dovuta leggerezza che si potrebbe riservare al parente scemo? Il motivo per cui a distanza di decenni è ancora considerato un settore privo di credibilità e a esclusivo uso e consumo di ragazzini o adulti bambinoni, cosa che in termini di tam-tam social non è affatta lontana dal vero.
Non conoscevo il Kara. Ma mi aveva incuriosito il termine. Così ho googlato.
Kara manifesto (aggiungete videogiochi sennò il primo risultato è un cimitero. Appropriato, forse, sicuramente buffo ).
La classica introduzione da tema scolastico in cui rielenco lo status quo così ho qualche pagina in più e dieci punti che dovrebbero essere le basi del codice di un qualsiasi giornalista ma vabbè.
Pregianza ne sa qualcosa ma è talmente pieno di sé che un giorno esploderà...
A me dispiace che il tentativo (prematuro?) portato avanti con Ars Ludica sia durato così poco; quindici anni fa quel tipo di approccio era qualcosa di davvero diverso e avrebbe meritato di concretizzarsi in senso più ampio. Ma forse è giusto ricordarlo come un divertente esperimento collettivo tra amici forumici che oggi sarebbe impossibile replicare.
Io il nuovo Game Pro lo leggo. E mi deprimo. Perchè quel manifesto parte dal solito assunto ombelicale che fa il giro vita/morte per poi tornare nell'utero materno (dell'editoria di settore), vorrebbe fungere da punto di rottura ma non aggiunge nulla rispetto alla solita, trita solfa. Però una cosa è la teoria e tutt'altra è l'attuazione pratica, in fondo a me non dispiace quell'entusiasmo un po' naive e passo allora a leggere gli articoli e le recensioni dei "giornalisti di spessore" di cui viene fatto ampio vanto... ventenni allo sbaraglio (non mi stupirebbe se neppure o scarsamente retribuiti, come da tradizione Idra Publishing/Editing), attinti fra collaboratori storici e neolaureati in odore di Vigamus (una rivista fatta in famiglia, insomma). Ce ne fosse uno che presenta un punto di vista realmente ficcante, un'idea laterale con cui riconsiderare i contenuti di gioco, un'analisi che prende in considerazione parametri di valutazione diversi dal risaputo. Argomenti da zero assoluto (i voti invece oscillano tra il solito 7-8 democristiano) in cui pare di leggere dei soggetti che discutono il videogioco con la medesima credibilità di un educatore sessuale che non ha mai scopato in vita sua. Con i columnist poi si va ravanando il fondo del barile ma non mi sarei aspettato nulla di diverso da chi in passato ha dato autorevolezza a benemeriti incompetenti come il rrobe (cose che all'epoca mi fecero perfino rivalutare la prima gestione Eldacar). Nel cambio mi tengo stretto Edge UK tutta la vita, che almeno ha redazionali di un certo spessore.
Stavolta non guardo niente, aspetto la release ufficiale
A 2:10 vedo che Ornstein ha fatto un po' di bodybuilding
Il 25 si fa prossimo!
Un mese...