Re: A song of ice and fire (scuola pubblica inside)
Ok, l'ultimo aneddoto e vado a nanna.
Riguarda un ragazzo belloccio che chiamerò Beicapelli. Anche lui dei balcani :bua.
Beicapelli arriva in classe con mesi di ritardo perché è il solito pacco rifilato da altre scuole: anche lui è stato "riorientato".
Beicapelli per tutto l'anno non fa letteralmente una sega e si premura anche di rompere i coglioni ogni singolo istante che è in classe.
Dopo mesi e mesi di fegato amaro, si arriva alla fine di aprile e Beicapelli si rende conto che non ha la minima speranza di passare l'anno.
Che fare? La coordinatrice della classe è un tipo un po' particolare: ha sicuramente un cuore d'oro, ma è un po' tanto svampita.
Beicapelli comincia a chiederle di continuo di andare dallo psicologo della scuola per parlare. Lei abbocca, lo interroga, vuole capire. Lui allora le racconta una storia strappalacrime del padre che, di tanto in tanto, torna in Italia e instaura un clima di terrore e botte in casa che gli impedisce completamente di studiare (evidentemente lo choc gli impone anche di rompere i coglioni a scuola). Sarà vero?
La coordinatrice comunque ci crede e porta il ragazzo dalla Dirigente. Questa guarda perplessa il ragazzo e l'insegnante e fa notare che l'unica cosa che può fare è una segnalazione ai carabinieri; se il ragazzo è disposto a ripetere tutto davanti a loro. Beicapelli si ritrae.
La Dirigente comunque segnala la cosa per scaricarsi la coscienza. Vengono prese anche delle iniziative per attirare i genitori a scuola, ma questa è un'altra storia.
Beicapelli intanto continua a lavorare ai fianchi la coordinatrice, la quale inizia a mandarci email disperate nelle quali ci implora di fare il possibile per i voti di Beicapelli.
Un giorno Beicapelli, più mogio del solito, confessa alla coordinatrice che il padre è tornato e che il giorno precedente è stato un inferno; nessuno si è salvato: lui, la madre, la sorella e persino il gatto (wtf). Ha anche le prove: è riuscito a registrare tutto con il cellulare. Solo l'audio purtroppo. La coordinatrice ascolta e rimane sconvolta.
Caso vuole che quel pomeriggio stesso ci sia l'ultimo consiglio di classe prima degli scrutini. La coordinatrice ci riferisce gli ultimi terribili avvenimenti, ci implora ancora una volta di fare il possibile e, con un colpo di teatro, tira fuori la registrazione.
Cala il silenzio e l'audio parte.
Non c'è traccia del padre, di Beicapelli, della madre o della sorella: l'unica cosa che si sente è un povero gatto che si lamenta disperatamente mentre viene menato da qualcuno. Noi ci guardiamo basiti mentre ci chiediamo come mandare a cagare la coordinatrice senza che si offenda.
Quando l'audio si ferma è la professoressa di geografia a rompere il silenzio.
- Ma povera bestia...