I soprano è per predisposti.
È una serie lenta. Vai avanti a vederla più per apprezzare il linguaggio del media, le scelte registiche, la bravura degli attori, insomma la tecnica più che per il semplice desiderio di vedere dove va la trama. Trama che comunque non è MAI, dico MAI, prevedibile. Non ho mai azzeccato quale piega prendesse, neanche il classico "adesso muore", cioè anche la semplice predizione di lì a 30 secondi è davvero difficile.
La profondità emotiva e caratteriale dei personaggi principali è trattata egregiamente, con una chiara predilezione della sceneggiatura per i temi psicologici. Lo stesso protagonista frequenta lo psicologo ma l'atto di farlo non è mai accompagnato dal processo chiarificatore che spesso serve a concludere gli episodi di serie più semplici con la 'morale' o il senso dell'episodio; no, spesso serve solo ad aumentare la complessità e il senso di incomprensibilità di molte azioni umane.
Per me è un'opera sull'incommensurabilità della natura umana. Uomini potenti da un lato incredibilmente delicato dall'altro. Persone che hanno strette le redini comando al lavoro che poi ha no la famiglia che va a farsi fottere. Ecco magari i rapporti familiari a volte pesano troppo su tutta la struttura narrativa, nel senso che ogni tanto di seguire l'ennesima lite casalinga ti girano le scatole forse, ma è un ritratto della società. Ci sta.
Migliori episodi secondo me sono quelli onirici, dove tutto è un mezzo sogno. C'è un episodi alla fine della serie, che è tutto un sogno, e figa quella è il top. È davvero un top di scrittura.
Per quanto riguarda l'invecchiamento, direi che l'età si scorge per i tempi molto dilatati, la fotografia classica e le inquadrature molto discrete, a camera fissa senza troppi orpelli.