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Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus
io l'ho fatto fino al 4 maggio
non dico che storcevano il naso, ma nemmeno accolto con una pacca sulla spalla...
per il mio tipo di lavoro, un salto in ufficio a settimana era il minimo (anche se lo facevo nel dopo cena per non incontrare gente durante il lockdown, ma è un altro discorso), ma quello sarebbe poco
più che capi ce controllano, non hai capi che ti spaccano la minchia con le loro richieste e sì, ho aumentato la produttività nonostante magari la distrazione domestica è maggiore che in ufficio
ma dopo un mese di yay, non vado in ufficio!, ho avvertito una pesantezza notevole, la mancanza dello stacco del tragitto casa-lavoro, dall'ambiente per rientare in quello familiare che vuol dire relax e fine lavoro
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Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus
Meglio in ufficio che a casa
Meglio stare lontani dalla dispensa :bua:
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Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus
Ieri ero ad un party in piscina, ho assistito per la prima volta a tentativi di abbordaggio post covid, naturalmente senza mascherina
Si sta tornando alla normalità anche per le attività rimorchiatorie
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Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus
Rispetto ad una settimana fa i dati dicono +45 ricoverati e +5 in terapia intensiva
Zangrullo parla ancora?
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Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus
Citazione:
Originariamente Scritto da
Tavea
Rispetto ad una settimana fa i dati dicono +45 ricoverati e +5 in terapia intensiva
Zangrullo parla ancora?
Sono virus di importazione straniera, quello italiano è ancora impostato con liv di difficoltà easy :sisi:
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Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus
Citazione:
Originariamente Scritto da
hoffmann
Con un’auto a metano fai almeno 30 km con un euro, se non di più :snob:
Devi fare più di 20-25k chilometri all'anno altrimenti i costi periodici di manutenzione e sostituzione delle bombole, controllo valvole e mazzi vari vanificano tutto il risparmio.
Spesso e volentieri i motori danno anche problemi seri dopo qualche anno a metano, in genere si fottono gli iniettori.
E rimane sempre la minore reperibilità dei distributori e impossibilità di fare self service che vuol dire dover fare il pieno entro orari definiti.
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Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus
Citazione:
Originariamente Scritto da
Maelström
Devi fare più di 20-25k chilometri all'anno altrimenti i costi periodici di manutenzione e sostituzione delle bombole, controllo valvole e mazzi vari vanificano tutto il risparmio.
Ma no :asd:
In famiglia ne abbiamo avute già due di auto a metano e sono morte a 460k e 500k km :asd:
Il risparmio c’è ed è tangibile, altroché.
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Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus
Ripeto, avete mai tenuto conto anche delle spese per manutenzione extra dovute al metano?
E non centra quanti chilometri avete fatto in totale ma quanti chilometri si fanno all'anno dato che per legge le bombole vanno cambiate ogni x anni.
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Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus
Citazione:
Originariamente Scritto da
Maelström
Ripeto, avete mai tenuto conto anche delle spese per manutenzione extra dovute al metano?
E non centra quanti chilometri avete fatto in totale ma quanti chilometri si fanno all'anno dato che per legge le bombole vanno cambiate ogni x anni.
Fidati, ci è convenuto, e pure parecchio :asd:
La spesa di metano era un terzo della benzina.
Avoja a cambiare bombole (ogni 5 anni) :asd: (che poi saranno 200 euro di spesa)
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Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus
Citazione:
10 agosto 2020
Convivere con il virus
di Pier Luigi Lopalco
Nell’eterna lotta fra Uomo e microrganismi nessuna battaglia si è mai conclusa con un vinto ed un vincitore. Semmai con una tregua seguita da un lungo periodo di pace. L’incontro con un microrganismo sconosciuto non è una novità nella storia dell’Uomo. I microrganismi sono sempre stati trasportati da un luogo all’altro del mondo conosciuto da migrazioni, colonizzazioni o semplici rotte commerciali. Dall’incontro con un nuovo microrganismo alcune volte hanno preso il via pandemie disastrose, dalla peste di Giustiniano all’influenza spagnola del 1918-19. Ma sempre, dopo un periodo più o meno lungo, fra nuovo microrganismo ed ospite umano si è stabilito un equilibrio fino alla (quasi) pacifica convivenza delle due specie.
Tale equilibrio può essere legato a possibili mutazioni spontanee del microrganismo. In termini evoluzionistici, infatti, nel corso delle numerosissime replicazioni cui va incontro un virus o un batterio nei ripetuti passaggi da una persona all’altra, tendono a selezionarsi quei ceppi che presentano caratteristiche di minore gravità. Se un microrganismo riesce ad infettare un ospite senza dare segni di sé e permettere a chi è infettato di andare in giro e contagiare gli altri, ha infatti compiuto la sua missione nella maniera più efficiente. La malattia clinicamente evidente, ed ancor di più la morte, non sono affatto eventi favorevoli per la propagazione della specie di un virus o un batterio. Da parte sua, l’ospite, si difende dalle infezioni sviluppando un certo grado di immunità. Man mano che il virus si diffonde nella popolazione umana, saranno sempre più i soggetti immuni e la propagazione, dunque, sarà sempre più lenta.
I fenomeni di cui abbiamo parlato, però, difficilmente si realizzano in pochi mesi. Il SARS-CoV-2, il virus causa della pandemia di Covid-19, è un piccolo virus a RNA, che presenta una buona propensione alle mutazioni spontanee. Eppure, dai primi isolamenti virali ad oggi, non sembrerebbe che le mutazioni realizzate siano tali da modificarne il comportamento. In parole povere, non abbiamo evidenze che il virus sia diventato né più buono né più cattivo. Come mai, allora, la curva epidemica ha, appunto la forma di una curva, cioè con una fase crescente, un picco e poi una fase di diminuzione fino allo spegnimento? Come mai il virus in Italia ha smesso di circolare con forza?
Il motivo è da ricercare in fenomeni di tipo epidemiologico: le misure di prevenzione, dal lockdown alle attività di tracciamento ed isolamento dei positivi sempre più efficienti, hanno inevitabilmente espresso il loro effetto. Nel caso del Coronavirus, lo stato immunitario della popolazione riveste al momento un’importanza assai limitata, visto che la stragrande proporzione della popolazione è ancora suscettibile all’infezione, come confermato dalla recente indagine sieroepidemiologica nazionale promossa da ministero della Salute e Istat.
Dopo il passaggio della prima ondata pandemica, dunque, gli interrogativi maggiori sono rivolti su cosa potrà avvenire nel prossimo futuro. Sono passate diverse settimane dopo la riapertura successiva al lockdown. Settimane che si sono succedute con notevole calma e senza segni di riattivazione della circolazione virale. Molti hanno attribuito questo fenomeno all’effetto del caldo. Difficile da affermare, visto che le ondate pandemiche hanno interessato e continuano ad interessare Paesi con temperature medie superiori a quelle della nostra estate. Ancora una volta, invece, il periodo di tranquillità è perfettamente spiegabile con la dinamica di circolazione del virus, bloccata dalle misure di contenimento. L’incendio, insomma, si è progressivamente spento.
Purtroppo, la pandemia è un fenomeno globale. Le ondate avvengono in maniera asincrona e mentre in Italia il fuoco si spegneva, incendi violenti si accendevano tutto intorno a noi. L’importazione di casi dall’estero, insieme alla riattivazione di residui di circolazione virale locale, sta lentamente ridando forza all’epidemia anche nel nostro Paese. Il numero crescente di nuovi casi giornalieri, fortunatamente, non si accompagna ancora ad un sovraccarico delle strutture sanitarie. Questo non perché il virus si sia “indebolito”, ma semplicemente perché la circolazione sta interessando ancora fasce di età giovanili in cui l’infezione ha una espressività clinica modesta.
Ma le regole dei virus sono implacabili nella loro matematica semplicità. Se un virus lo si lascia correre, corre. È fondamentale in questa fase, prima che arrivi l’autunno con la ripresa piena di tutte le attività lavorative e scolastiche, che la circolazione del virus rallenti. Convivere col virus quando si ritornerà tutti al chiuso sarà più complicato. Massima allerta dunque da parte della sanità pubblica e massima prudenza da parte dei cittadini, molti dei quali, ahimè, sono profondamente confusi da messaggi contrastanti e dalla delirante propaganda negazionista.
:sisi:
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Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus
Citazione:
Originariamente Scritto da
megalomaniac
Ieri ero ad un party in piscina, ho assistito per la prima volta a tentativi di abbordaggio post covid, naturalmente senza mascherina
Si sta tornando alla normalità anche per le attività rimorchiatorie
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Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus
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Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus
>+1terapia intensiva
>Pandemia
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Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus
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Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus
"Sei un assembramento" cit.
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Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus
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Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus
Citazione:
Originariamente Scritto da
Bobo
Il problema è che abbiamo in Italia una concezione del lavoro fondamentalmente vecchia.
Non è un caso imho che mediamente le aziende più avanti sotto questo punto di vista siano proprio quelle grosse, generalmente multinazionali in cui c'è una filosofia di lavoro (ed una organizzazione dello stesso) che viene da fuori.
Da noi molto spesso, perlomeno parlando per esperienza personale, mi pare che ci sia l'idea che se non stai in ufficio non lavori, che se non timbri il cartellino non lavori e che se non c'è l'occhio del padrone che ti guarda non lavori.
Poi ho avuto colleghi che passavano quasi 8 ore al giorno a fare uno stracazzo di nulla, ma non essendoci poi un sistema vero e proprio che quantificasse il lavoro del singolo (e questo è un enorme ostacolo allo SW fatto bene), di fatto se la cavavano agilmente pesando sulle schiene degli altri.
Con massima soddisfazione dei capi che magari gli facevano pure i complimenti per la puntualità :asd:
Lavoro in un'azienda di circa 30 persone divise su più sedi ed ormai sono 2-3 anni che alternavamo lavoro a casa che in ufficio, nell'ultimo anno eravamo arrivati ad un massimo di otto giorni al mese anche consecutivi. Inutile dire che dall'inizio di marzo che non vado più in ufficio, di sicuro fino al 15 ottobre siamo autorizzati a fare sw, chi vuole può andare rispettando le opportune precauzioni, ma molto probabilmente si andrà avanti almeno fino a dicembre. Discorso controllo della produttività, utilizziamo una metodologia di lavoro agile, il lavoro da fare è suddiviso in un un tot di sotto attività da completare in un determinato tempo, se sfori le consegne in maniera significativa devi giustificare il motivo, anche perché sono soldi che l'azienda deve tirare fuori da qualche parte
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Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus
Coronavirus, si dimezzano i nuovi contagi: oggi 259, ieri 463. In tutta Italia 4 decessi. Stabili le terapie intensive
26.432 tamponi, mentre ieri erano 37.637
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Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus
a venezia aeroporto vuoto ma volo ryanair pieno e tutti vicini, io avevo le f2p pero' boh...
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Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus
Citazione:
Originariamente Scritto da
Given
Lavoro in un'azienda di circa 30 persone divise su più sedi ed ormai sono 2-3 anni che alternavamo lavoro a casa che in ufficio, nell'ultimo anno eravamo arrivati ad un massimo di otto giorni al mese anche consecutivi. Inutile dire che dall'inizio di marzo che non vado più in ufficio, di sicuro fino al 15 ottobre siamo autorizzati a fare sw, chi vuole può andare rispettando le opportune precauzioni, ma molto probabilmente si andrà avanti almeno fino a dicembre. Discorso controllo della produttività, utilizziamo una metodologia di lavoro agile, il lavoro da fare è suddiviso in un un tot di sotto attività da completare in un determinato tempo, se sfori le consegne in maniera significativa devi giustificare il motivo, anche perché sono soldi che l'azienda deve tirare fuori da qualche parte
Tempo fa, una sera prima dell'epidemia, ho accompagnato a casa un tizio dopo una partita di calcio, aveva premura perché doveva andare a lavorare. Io pensavo facesse il netturbino o il fornaio, invece parlando è venuto fuori che faceva acquisti online sul mercato sudamericano di non mi ricordo più che sarcazzi, per conto di un'azienda danese della quale era dipendente. In Danimarca di persona era andato numero 1 (una) volta, nemmeno all'assunzione ma tempo dopo, in cinque anni. Quello che interessava all'azienda era solo la capacità commerciale di questo tizio e i risultati che portava, poi poteva lavorare perennemente circondato da puttane e coca, che a loro non fregava nulla.
Certo, tra questo estremo e il lavoro pubblico in Italia, specialmente a certe latitudini dell'Italia, ci sono un'infinità di altri livelli, ma potenzialmente il lavoro per risultati e non per modalità o cartellini è il futuro per molti motivi, dalla produttività, alle spese, alla soddisfazione personale, all'inquinamento, etc.