Ma va che strano eh. le pmi sono quelle che meno possono fare giochetti con gli imponibili (rispetto alle grandi aziende) e quindi si cuccano tutto il 65% per cento di tasse. Devono anticipare le tasse fino al 100% di quel che guadagneranno (ipoteticamente) l’anno successivo, anticipare l’IVA anche se il cliente non paga e poi se non fatturano finisce la liquidità. E no non c’entrano le due settimane, non é quell la tempistica, si parla di proiezioni, le aziende devono pianificare il proprio futuro. c’entra l’annullamento degli ordini e quindi la non possibilità di scontare fatture e riba se é previsto che il cliente visti i crolli globali ti pagherà con un vaffanculo a 30gg.
ma va che é strano eh? Sicuramente restano senza soldi per comprarsi Porsche e bamba
Ultima modifica di Frappo; 31-03-20 alle 10:02
[doppio
E ale
È un altro punto debole.
Dai, su. Non nascondiamoci. La piccola impresa tenuta artificiosamente piccola è un problema quando succedono cose che mettono in difficoltà tutti, la pmi è la più esposta e la più veloce a finire a gambe all'aria, a seconda del suo settore.
Inoltre non tutti gli imprenditori sono così, ci sono anche quelli che mettono in cassa integrazione per i pochi ordini mentre si comprano l'attico fronte mare a Jesolo. E non dicono che non debbano comprarselo, eh. Buon per loro se possono.
Inoltre, in Lombardia l’evasione media é ca il 12%
Mentre la tassazione supera il 60% dell’utile.
Quindi si, se chiudi mesi (non 1 mese, sappiamo bene che sarà lunga) sei nella cacca, piangi e magari chiudi, è con te molti lavoratori. Inoltre, ma dovrebbe essere noto, le imprese hanno un volano molto lungo, campano di ordini con mesi di anticipo, e devono vedere lontano se vogliono sopravvivere.
Ergo le risate finali oggettivamente sono pietose ma non sorprendono, perché siamo il paese più antiimpresa.
Tra quelli più avanzati, Cina inclusa, e perché la gente la pensa come te, necro e tanti altri
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È un modello di impresa da ripensare, nato in anni in cui la globalizzazione non era nemmeno nei sogni degli economisti.
Dai, su Frappo. Capisco tu stesso sia una pmi ma non dirmi che la sofferenza non è diventata quasi insostenibile da quando il mercato si è aperto al globale.
Pensi sia un modello di impresa ancora attuale?
E guarda non parlo dell'azienda che fa le viti speciali per le astronavi per marte, l'iperspecializzazione va ancora bene.
Parlo di quelle migliaia di aziende che fanno cose che si possono fare agilmente in decine di altri paesi. Mobili, abbigliamento, tutte aziende con grosse difficoltà dopo l'ingresso di grossi soggetti esteri che producono le stesse cose in maniera molto più economica. Se si fossero aggregate ai tempi non sarebbero saltate come birilli dieci anni fa e non salterebbero come birilli il mese prossimo.
Ultima modifica di Necronomicon; 31-03-20 alle 09:58
manco per il quarzo, abbiamo affinato la nostra qualità produttiva per diventare al top nel nostro settore, tre anni di fila in cui facciamo record di fatturato, l'unico grosso impedimento è rappresentato dallo Stato, non dalla globalizzazione o dal mercato
il mercato è duro, sopravvivono i migliori, devi per forza specializzarti, l'Italia non sarà comunque mai un paese dove fare grandi numeri a basso prezzo, devi essere leader
E ovvio che la tendenza sarà sempre quella di fusione tra piccole imprese per diventare medie e grandi. Ma questo c'è da anni
Ed in ogni caso tutto questo non c'entra nulla con quello che hai scritto prima:
cmq scusa se ho aggiunto, avevo scritto che non continuavo. ribadisco che hai ragione
ni
l'impresa da 30 persone che fa mobili non deve mica competere con ikea
è come dire che Ferrari dovrebbe produrre milioni di macchine come fa Toyota,ovviamente no perchè si rivolgono a mercati diversi
Momenti toccanti in questo topic:
-riferimenti a conversazioni su bs come sorta di certificato di serietà : praticamente come far parlare di alta cucina uno sciame di mosche che pasteggia a merda
-mutui agevoli prima dell’euro. Certo, a tassi del 13% nel 1992, per dire.
-economia meglio con la lira: certo , si compensava la non competitività italiana svalutando la lira a gogo, drogando il mercato. Quando il giochino si è rotto, ciaone.
Oh, sono il primo a dire che l’Europa ci sta facendo una figura del cazzo a più riprese (dipende forse dall’aver creato prima l’euro che gli europei?) , ma probabilmente se fossimo restati a batter moneta ci saremmo fatti ancora più male, anche perchè non si può fare debito o svalutare all’infinito senza che qualcuno paghi. Quello che i politici che sventolano il ritorno all’euro cercano di fare è semplicemente posticipare il problema: un po’ di bengodi ora e cazzi di altri poi. Un po’ miope come approccio.