deckbuilders, indie roguelike, gestionali
che è, la raccolta differenziata?![]()
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In questo mondo / contempliamo i fiori; / sotto, l’inferno (Kobayashi Issa)
It's like just the fuckin' regularness of life is too fuckin' hard for me or somethin' (Chris Moltisanti)
Per quello ho detto che il mondo è vario
Manco gli strategici vi piacciono? Proprio solo action/rpg 3d?
E cosa non ti è piaciuto di hades?
Strategici passi, dai
Dei roguelike/lite non sopporto l'elemento randomico e la ripetitività. Hades aveva idee interessanti, soprattutto dal pdv narrativo, ma era, ovviamente imho ,1) troppo lungo "for its own good" (= troppe run per arrivare alla conclusione), e 2) l'esito delle run era eccessivamente legata agli item che capitava di trovare a ogni rinascita.
In questo mondo / contempliamo i fiori; / sotto, l’inferno (Kobayashi Issa)
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Però quello che dici è l'essenza stessa del gioco. L'elemento randomico significa fare in modo che tu debba riuscire ad adattare il tuo gioco a quello che trovi anziché costruirti tu le condizioni che vuoi. Random non vuol dire "se ho culo vinco, se ho sfiga perdo", vuol dire "ok, questo ho in mano, come riesco a farlo rendere al meglio?".
Anche il discorso "troppo lungo" mi suona sempre strano. Leggo spesso "eh spero non duri troppo/eh fosse durato qualche ora in meno sarebbe stato meglio", boh in genere quando un gioco mi piace non penso mai "cazzo non vedo l'ora che finisca"
Mi sembra che ogni tanto ci sia un po' la corsa a "finire un gioco", senzazione che non conosco bene visto che gioco quasi solo a cose che non finiscono.
Non dubito sia l'essenza del gioco. Anzi è proprio quel tipo di meccaniche e di design che non mi piace, a pelle, anche se posso intuirne l'allure![]()
Sulla "lunghezza" dei giochi ci sarebbe da discutere. Io personalmente preferisco esperienze "compatte", gestibili e moderate come richiesta di tempo. Con i giochi troppo lunghi di solito devo preventivare un'esperienza diluita con un sacco di interruzioni forzate, di settimane o anche mesi, che mi fanno perdere il filo e il gusto (soprattutto se si tratta di opere con una forte componente narrativa).
Ultima modifica di Milton; 08-06-24 alle 20:00
In questo mondo / contempliamo i fiori; / sotto, l’inferno (Kobayashi Issa)
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Quello perché, come quasi tutti in questo thread, vedi i videogame come un mezzo per raccontare una storia. Il giocatore è fondamentalmente l'esecutore di una storia già scritta, certo con le sue biforcazioni e l'illusione della libertà, ma comunque unisce i puntini per arrivare al disegno finale, e quindi segue un processo che ha un inizio e una fine. Spesso il desiderio di non tirarla troppo per le lunghe deriva dal fatto che il gioco basa tanto sulla narrazione e poco sul gameplay, che diventa noioso.
Io invece trovo la narrazione, le interazioni dei personaggi, la finta libertà, tutto molto artificiale, mi sembra di vedere i caratatteri verdi che scorrono dietro la matrix. Nel tempo ho provato alcuni di questi giochi forzandomi anche di andare avanti in quelli che sono considerati da tutti come dei capolavori, ma mi sono annoiato a morte anche con Mass Effect e The Witcher 3, proprio perché - se non ti piace la parte narrativa - il gameplay lascia molto a desiderare.
Per contro posso giocare per centinaia di ore a Factorio e mai mi viene da pensare "uff, non vedo l'ora di poter dire che l'ho finito e non toccarlo più"![]()
Allora, qui il discorso si fa complesso ma interessante. Proviamo a buttare giù due riflessioni a braccio.
A me il VG interessa principalmente come medium per raccontare storie (a modo suo) e trasmettere emozioni (a modo suo). Dico "a modo suo" perché non mi interessano i film interattivi, ma le opere che usano gli stumenti del game design per raggiungere certi scopi (narrativi, artistici, emozionali, etc.). Detto questo, certo, molto spesso c'è attrito tra narrazione e gameplay (quello che con un parolone si chiama "dissonanza ludonarrativa"), ma negli esempi più felici non è così (un esempio su tutti, Dark Souls).
Quanto all'artificialità, non sono sicuro di capire. È chiaro che l'esperienza ludica, come quella veicolata da film e libri, è "scriptata" fino a un certo punto. Il VG da questo punto di vista è molto meno vincolante rispetto ai media tradizionali, ma anche le esperienze di gioco più libere, più orientate al gameplay come diresti tu, sono comunque costrette da "regole" (e la sottigliezza del game design sta proprio nel rendere quelle regole il più possibile invisibili). E, ihmo, se c'è una visione artistica (di qualunque tipo), le regole di ingaggio sono necessarie.
Quella che tu descrivi come esperienza di puro gameplay è comunque un'esperienza mediata e regolamentata (ed è normale che lo sia). Pensare che un'esperienza più orientata alla narrativa sia più "artificale" di una più basata sul gameplay mi sembra dunque un po' ingenuo. La matrix dietro c'è sempre, anche se con forme diverse![]()
Ultima modifica di Milton; 08-06-24 alle 20:43
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Hai ragione ma credo intendesse che in alcune categorie di giochi, le linee scriptate alla Matrix sono più nascoste
Certo, tutti i giochi sono esperienze mediate e regolamentate, ma nei giochi basati puramente sul gameplay questa cosa non è un fondamento necessario ma nascosto il più possibile, regole e struttura sono il gioco.
Quello che dico sull'artificiosità della narrazione l'avevo già spiegato in un'altra discussione con absint, riporto il quote:
E qui che per me interviene il codice dietro la matrix. Per quanto gli autori si sforzino, le interazioni umane non sono davvero replicabili in maniera per me convincente. Preferisco allora che l'autore di una storia me la racconti lui con i suoi modi e i suoi ritmi, in un mezzo più adatto.
Invece giochi che si basano sull'atmosfera e non sulla narrazione (es: Dark Souls) mi attirano molto di più, ma per assurdo però io sento molto di più la ripetitività lì (fai un pezzo di strada, incontri boss, muori, rifai pezzo di strada, boss, muori, etc) che in un Hades.
Resta comunque il fatto che, IMHO, se a un certo punto uno prova il desiderio di arrivare in fretta alla fine, è perché il gioco magari racconta una bella storia, ma come gameplay non è divertente.
Sono fondamentalmente d'accordo, soprattutto sui rilievi critici in merito alla narrazione degli open world.
Al di là della narrazione ambientale dei Souls, preferisco i VG che raccontano una storia in modo impensabile per gli altri media. Hades, per dire, è molto interessante da questo punto di vista, come ho già detto. Un esempio meno noto è Ikaruga, un bullet hell freneticissimo con una storia appena abbozzata basata su alcuni sutra del buddismo, che tramite l'esperienza di flow del gameplay fa letteralmente "vivere" qualcosa che si approssima al satori![]()
In questo mondo / contempliamo i fiori; / sotto, l’inferno (Kobayashi Issa)
It's like just the fuckin' regularness of life is too fuckin' hard for me or somethin' (Chris Moltisanti)
Sì però vedi, in Hades c'è un'interessante componente narrativa, ma ci si può divertire un sacco giocandolo anche senza leggere un singolo dialogo, proprio perché il gameplay è fatto benissimo.
Se ipoteticamente in The Witcher 3 (lo prendo come esempio perché è tipo il gioco più osannato di sempre) levi dal giudizio la narrazione, rimane un gioco mediocre.
addirittura mediocre... come mai?
Beh dai, il combat è piuttosto limitato e le attività secondarie come i vari point of interest son tutti uguali rendendo l'open world un po' fine a sé stesso
uh ho sempre sentito che le side quest sono quasi più interessanti della main![]()
Questo perché TW3 in fondo è un open world molto convenzionale con un chiaro stacco tra parti narrative "scriptate" (cut scenes) e parti di puro gameplay. Non deve essere necessariamente così, però: già Breath of the Wild (ma so che non sarai d'accordo) ha, rispetto a TW3, un approccio più convincente all'open world e a come racconta la sua storia (che sembra non esserci, ma in realtà c'è, eccome) usando il mondo in cui è ambientato il gioco
- - - Updated - - -
Brav![]()
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Qua tocca darsi da fare, che all Xbox Showcase hanno mostrato un botto di roba figa.
Fortunatamente non troppe cose che voglio decisamente giocare escono nel 2024, quindi per quest'anno la lista dei must (tra cose gia' uscite in passato e cose che escono quest'anno) e' comunque MOLTO nutrita, non riusciro' a giocare tutto ovviamente...
E non tutto dev'essere day one.
Ad ogni modo, andiamo per gradi e categorie..
JRPG che voglio giocare sicuramente da qua al futuro:
-Octopath Traveler 1
-Octopath Traveler 2 (entrambi in gamepass, godo, speriamo ci restino abbastanza tempo per me per giocarli, specialmente il secondo)
-Persona 3 Reload (gamepass pure lui)
-Persona 5 Royal
-Shin Megami Tensei V Vengeance
-Metaphor Re Fantazio
-Dragon Quest XI
Questi da soli sono lunghissimi, quindi vedremo come e quando.
Ps Studios / Ps Exclusives / Roba che ho per Ps5 che mi preme particolarmente:
-God of War 2018 (che e' in corso d opera, godo molto)
-God of War Ragnarock e Valhalla dlc
-Days Gone
-Spiderman 2
-Final Fantasy XVI
Xbox Gamepass:
-Dishonored 1
-Dishonored 2 e espansione
-Wolfenstein 2 New Colossus
-Atomic Heart
-Starfield
-Halo Infinite campaign
-Doom Eternal
-Jedi Fallen Order
-Jedi Survivor
(penso di non starmi dimenticando niente, ma sicuramente mi sto dimenticando qualcosa)
Ubisoft:
-Prince of Persia The Lost Crown (devo mettermi sotto e finirlo! nngh)
-SW Outlaws
-AC Shadows
Queste cose le ho ben chiare nel mirino.
Non parlo di Switch senno' mi viene un coccolone che gia' c'e' troppa roba da giocare![]()
Andro' man mano scegliendo cosa giocare a seconda di cosa mi attrae in ogni given moment.
Ultima modifica di Absint; 10-06-24 alle 14:21