Benvenuti a St. Jeremy
Li vide di sfuggita, ma era certo di aver scorto, fissando il bosco dal finestrino della macchina su cui viaggiava, due occhi molto brillanti. "Probabilmente qualche animale." Robbie Osbourne non ci badò molto, era troppo stanco per il viaggio di sei ore coi suoi genitori. Partirono subito dopo pranzo, dalla loro città natale, diretti a quel paesino di provincia circondato da boschi, sulle montagne.
Viaggiava con suo padre, Fred Osbourne, un poliziotto ormai prossimo alla pensione che era stato spedito a sostituire il precedente sceriffo. Con loro c'era sua madre, Jasmine, una donna dal carattere mite e dai lunghi capelli castani che teneva raccolti in una crocchia. Robbie, di certo, aveva preso da suo padre: avevano entrambi degli scuri capelli ricci, anche se il vecchio, alle soglie dei sessant'anni, iniziava ad avere delle stempiature che copriva sovente col berretto d'ordinanza. Erano simili anche nel fisico, alti e slanciati, il padre un po' più muscoloso. Sua madre invece era bassa e segaligna.
"Dovrò stare sei mesi in questo buco di posto, magari senza uno straccio di segnale telefonico, in mezzo a contadini che sanno parlare solo della salute del bestiame o del tempo. Figuriamoci, non gli funziona neanche l'illuminazione stradale..." I suoi pensieri furono interrotti bruscamente dallo scintillio alle sue spalle di due luci, simili a fari, che inseguivano l'automobile su cui viaggiava; eppure... Non sembrava un altro veicolo: esse ondeggiavano come se... "Come se fosse una belva al galoppo...!" Si girò per sbirciare sul cruscotto e notò che andavano a più di cinquanta miglia all'ora, impossibile per un animale correre così forte. Robbie si girò per cercare nuovamente quei bagliori, ma non li trovò più. Suo padre notò i suoi movimenti. << Robbie, che succede? Ti stai annoiando di già senza i tuoi amici? Dieci minuti e saremo arrivati. Diavolo, ci abbiamo messo più del previsto, colpa di tutti quei lavori in corso! >> Jasmine sorrise brevemente. << Forse avremmo dovuto partire prima, ma l'importante è aver fatto un viaggio tranquillo. Qui poi il panorama è splendido. >> Robbie non prese parte alla conversazione; continuava a fissare l'oscurità che avvolgeva la macchina in cerca di altre stranezze. Ricordò di aver letto storie piuttosto angoscianti su quella zona montana: articoli di giornale riguardanti casi di persone scomparse, trovati su uno dei tanti siti di misteri che visitava. I suoi amici bollavano come stronzate quelle storie, ma lui ci credeva; c'erano troppi dettagli raccolti dagli appassionati, troppe notizie circoscritte in quel luogo. <<Pà, tu sai cos'è successo al vecchio sceriffo?>> Chiese già temendo la risposta. << Un incidente di caccia a quanto mi hanno detto. Avranno alzato il gomito e lo avranno scambiato per un cervo. Il caso era chiuso ancor prima che mi nominassero sostituto. Una disgrazia, tutto qua.>> Jasmine si incupì; odiava le armi e la caccia, ma adorava suo marito, malgrado fosse un poliziotto.
Finalmente la macchina raggiunse le prime casupole e si fermò nel piazzale della stazione di polizia. I tre scesero dall'autoveicolo e scaricarono le valigie. Il grosso dei bagagli era stato spedito il giorno prima ed era già nell'alloggio dello sceriffo. L’ingresso consisteva in un paio di panche per i visitatori e un largo bancone con una piccola lampada da tavolo, che era l’unica fonte di luce di quella stanza. L'ufficiale di piantone era anche più vecchio di Fred. Il poliziotto, un uomo di colore e pelato, con un fisico robusto, li accolse con un piccolo sorriso. << Voi dovete essere il sergente Osbourne, il nuovo sceriffo; io sono il Vice Burns. >> Allungò una mano per stringere saldamente quella di Fred. << Sarete stanchi per il lungo viaggio. Non molto lontano c'è la vostra casa; ci sono impacchettate le cose dell'ex sceriffo, le manderemo ai familiari domattina. >> Robbie non poté trattenersi. << Dev'essere stata una vera tragedia; ma in passato non ci sono stati altri casi? >> Il vecchio poliziotto lo guardò con uno sguardo vacuo ma sempre sorridendo gli rispose: << No, sono qui da quarant'anni e non è mai avvenuto nulla di inusuale da queste parti. Questo è un luogo tranquillo, malgrado le voci che girano. A volte capita di sentir parlare di qualche famiglia di campeggiatori che si perde nei boschi, ma sono solo sciocchezze. Non è mai capitato nulla di brutto qui. >> Robbie non sembrava molto convinto da quelle parole ma per il momento non poté far altro e seguì i suoi nella stanza per disfare i bagagli.
Il mattino dopo suo padre iniziò il turno di buon ora, mentre Robbie e sua madre fecero un giro della cittadina per fare alcune spese. C'era un solo emporio che vendeva un po' di tutto, in fondo alla strada. Un ufficio postale, una scuola, una tavola calda e una piccola cappella completavano la lista degli edifici del paese. Era mattina presto e la strada principale era ancora deserta. Jasmine sapeva sentirsi a suo agio in qualsiasi situazione; il figlio, invece, sia per il suo carattere introverso che per un senso di disagio che provava dalla sera precedente, era piuttosto taciturno; si limitava a guardarsi attorno sperando (o temendo) di scorgere nuovamente quei due occhi ferini. <<Robbie! Sei ancora tra noi? Aiutami con le buste. >> La voce squillante della madre lo distolse dai suoi pensieri; prese una busta e si incamminarono nuovamente verso l'appartamento.
La giornata proseguì in maniera fin troppo tranquilla e l'umore di Robbie, da nervoso, divenne ben presto più rilassato, quasi infastidito dalla noia. Riuscì a rimettere in funzione un vecchio PC preso in prestito dall'ufficio dello sceriffo; avrebbe scacciato la monotonia navigando su internet. Leggendo i suoi siti preferiti di occulto e mistero, una nuova risposta catturò subito la sua attenzione: attacchi di animali selvaggi nella contea di Larson.
Scorrendo rapidamente l'articolo, notò subito parti degne di interesse: allevatori terrorizzati, capi di bestiame trovati dilaniati, la polizia di contea che indaga sul caso.
Il nome di quel posto gli suonava familiare. "Certo! I cartelli stradali!" Cercò rapidamente una mappa e i suoi sospetti trovarono conferma: era una località confinante con la cittadina di St. Jeremy.
Riprese a scorrere la schermata, arrivando allo spazio per i commenti dei visitatori e qui la cosa diventava ancora più angosciante: alcuni visitatori avevano pubblicato delle foto del luogo dell'attacco. Vide staccionate infrante, impronte più grandi della norma ben visibili sul terreno sterrato, ma ciò che lo sconvolse di più furono le foto del bestiame e per poco non gli tornò su la cena.
Lesse l'ora sulla pendola: erano le dieci e mezza. Suo padre era ancora in servizio e decise di andarlo a trovare; gli aveva sconsigliato di girare solo di notte ma, dopotutto, la stazione di polizia era molto vicina. Cercando di non far rumore, prese la giacca a vento e uscì chiudendo lentamente la porta, per non svegliare sua madre.
Era pieno autunno e la nebbia oscurava alla vista la strada principale ma sapeva dove andare; gli bastò svoltare a destra, costeggiare gli edifici, e si trovò di fronte al portone a vetri della Stazione di Polizia di St. Jeremy. Al bancone, come la notte in cui arrivarono, trovò il Vicesceriffo Burns, che lo accolse col suo consueto sorriso. Alla luce della sua scrivania notò le sopracciglia bianche, come i suoi denti perfetti, malgrado l'età avanzata. << Che ci fai qui giovanotto? Tuo padre non ti ha detto che non si gira di notte? >> Robbie ignorò la frecciatina. << Lo sto cercando, è nel suo ufficio? >> Il sorriso del vecchio poliziotto si allargò. << Si trova ancora di pattuglia in periferia, abbiamo ricevuto una chiamata da una fattoria qua vicino per un blackout; ha preso il Pickup col generatore un'ora fa. Ormai dovrebbe essere di ritorno. Ma tu che ci fai qua? >> Tanto per ingannare l'attesa, Robbie si confidò con Burns, che lo ascoltò molto attentamente, annuendo di tanto in tanto e osservando la cartina. Fissò poi il ragazzo, smettendo di sorridere. << Quello che non capisco, è perché preoccuparsi tanto per un attacco di animali selvatici, possiamo avvisare i guardiacaccia ma nulla di più. >> Robbie sospirò con amarezza. << Ma la faccenda è ben più grave! Guardi le impronte, i danni, le ferite alle carcasse. Non è un branco, è un animale solo e per di più enorme! >> Per quanti sforzi facesse, Robbie non riusciva a convincerlo. Doveva trovare suo padre; lui gli avrebbe creduto. Salutò frettolosamente il poliziotto e uscì dall'edificio.
"Bene. E ora che faccio? La strada è in piena nebbia, ma secondo la cartina conduce direttamente alla fattoria fuori città. Basta costeggiare il guardrail, che ci vuole?" Si tirò su la zip della giacca a vento e iniziò a camminare. Ormai era piena notte: dovevano essere le undici passate. Si ritrovò avvolto nelle tenebre più fitte ma riusciva a distinguere ancora la strada sotto i suoi piedi. Stava percorrendo un breve tratto in salita e si appoggiò alla barriera metallica della carreggiata per riposare. All’improvviso, qualcosa all'orizzonte, oltre la coltre di nebbia, gli mozzò il fiato. Erano di nuovo quei bagliori, e stavolta erano più vicini. Provenivano dalla città e il terrore lo paralizzò del tutto. Poi sentì distintamente il rombo di un motore; quelle luci erano quelle di un'automobile della polizia di contea. << Immaginavo di trovarti qui, ragazzino. Salta su, quella salita è micidiale! >> Era il vice Burns.
Chiudendo lo sportello dell'auto e accomodandosi, Robbie notò che aveva ripreso a sorridere. << Come avete capito che mi sarei diretto lì? >> Il vecchio ridacchiò. Le luci del cruscotto fecero risaltare i suoi denti bianchissimi. Le sopracciglia sembravano ancora più folte. << Beh, ragazzo mio, ho il distintivo da quarant'anni. Non sono certo uno sprovveduto e capisco benissimo quando qualcuno mente. Era chiaro che non saresti tornato a casa. >> Robbie si strinse nelle spalle. Raggiunsero la fattoria in pochi minuti e scorsero il Pickup, ma di Fred neanche l'ombra. << Papà! >> Robbie prese una torcia dal cruscotto e si avvicinò al cottage. Sul retro intravide lo steccato di un recinto e ciò che vide all’interno gli gelò il sangue nelle vene: una dozzina di capi di bestiame accasciati a terra. Illuminando il recinto, Robbie poteva scorgere le pozze di sangue e i corpi smembrati. Era uno spettacolo raccapricciante e per poco non fece cadere la torcia.
Il ragazzo correva puntando la luce da tutte le parti, in cerca di suo padre, ma nulla. Iniziò a singhiozzare in preda al terrore. << Signor Burns, bisogna fare qualcosa! Dobbiamo trovarlo; è sicuramente qui in giro da qualche parte. >> Ma il vecchio poliziotto si limitava a seguirlo, con le mani in tasca, totalmente indifferente alla carneficina che aveva di fronte. << Ma che diavolo, hanno iniziato senza di me. Non c'è più rispetto per i vecchi, decisamente. Scusa ragazzo, dicevi? Tuo padre? Sarà sicuramente qui da qualche parte. >> Robbie lo fissava, totalmente stupito dalla sua reazione. << Non possiamo rimanere qui, potrebbe essere ancora nei paraggi ed assalirci! >> Come per attirare la sua attenzione, Robbie gli puntò la luce in faccia e lanciò un urlo di terrore. Sul suo volto era comparsa una folta peluria bianca e le pupille avevano assunto una forma ferina, emanando un bagliore dorato. Burns si grattò la guancia con una mano irsuta e con lunghi artigli. << Eh, non devo avere un bell'aspetto, lo so. Purtroppo con l'età diventa sempre più difficile mantenere il controllo e il cambiamento avviene anche senza che io me ne accorga. >> E poi, alzando la voce: << Quanto a voi, cuccioli, quante volte devo dirvi di aspettare il capobranco? Voi fate continuamente disastri e poi sono sempre io a doverli risolvere! Uscite fuori subito! >> In lontananza, in risposta a quel comando, si udirono innumerevoli ululati; come lanterne nella notte, una dozzina di luci dorate si accesero tutto attorno a loro e pesanti passi in avvicinamento precedettero l'arrivo di un branco di enormi lupi grigi, alti più di due metri. Robbie vide con immane orrore che uno di essi stringeva tra le fauci il corpo dilaniato di suo padre Fred. << Siete degli idioti. Ora dovremo chiedere un altro sceriffo, oltre che inventare un'altra storia per spiegare la sua morte. Quanto a te, ragazzo... >> Burns, ormai quasi del tutto tramutato in lupo, con la voce più roca, si rivolse a Robbie: << Potrei anche lasciarti andare, tanto chi vuoi che ti creda? Tuttavia... >> Le sue fauci sbavavano e mostrò enormi zanne. << Tutto questo sangue mi ha ricordato che non ho ancora cenato. >>