“Cyberpunk 2077 è gigantesco, e non sto parlando solamente riguardo le quest o ciò che vedi al primo impatto. Mi riferisco alla moltitudine di oggetti diversi, del sistema di interazione e delle meccaniche. Nel gioco, nulla è spalmato su un fondo piatto dove possiamo fare cose meno esose lato hardware, ma sono condensate in una grande città e senza praticamente tempi di caricamento”, spiega Marci Iwinski, co-fondatore di CD Projekt RED.
“Già questa, da sola, è una grande sfida, ma ci siamo complicati da soli le vite volendo rendere il gioco visivamente epico su PC, per poi aggiustarlo su console, soprattutto old gen. Questo era il nostro presupposto primario. Giunti a questo punto, riteniamo che il tempo abbia provato come questo obiettivo sia stato sottostimato”.
“Dal momento che la città è così affollata, la bandapassante delle console, che è quel che è, ci ha costantemente messi a dura prova. Qualsiasi cambiamento e miglioramento aveva bisogno di essere testato, e quando è stato fatto, non abbiamo riscontrato tutti i problemi che avete provato voi giocatori. Man mano che ci avvicinavamo alla release finale, avevamo visto miglioramenti significativi ogni singolo giorno, e pensavamo davvero di poter consegnare il gioco senza update”, conclude Iwinski.
Indubbiamente anche la COVID-19 ha giocato un ruolo chiave nella vicenda, come anche lo stesso Iwinski dichiara. “Tutto ciò è accaduto mentre lavoravamo da casa con tutte le costrizione imposte dalla pandemia COVID-19. Un sacco di dinamiche che normalmente diamo per scontate sono andate perse a favore di videochiamate e email”; sintomo di quanto i lavori per CD Projekt, già complicati di suo, si siano ulteriormente complicati con la COVID.