Nonostante questo, scrive in un editoriale il New York Times dal titolo “Perché è ok essere meschini con i brutti?' firmato da David Brooks, il fenomeno passa inosservato e i social media tacciono. L’editorialista si chiede perché non esista una associazione nazionale dei brutti che fa lobby o forse, scrive, perché questo tipo di discriminazione è talmente innata nella natura umana da non farci neanche caso. Nel suo editoriale, Brooks fa notare anche che la società celebra in modo ossessivo la bellezza, che oggi più che mai traspare dalle fotografie e dai video mostrati sui cellulari, arrivando a ignorare gli effetti di una discriminazione che, scrive sempre l’editorialista, è ormai dilagante, e che porta a considerare l'obesità come una debolezza morale e come segno di appartenenza a una bassa classe sociale. Nel 2004 uno studio aveva rilevato che le denunce per discriminazioni sull'aspetto fisico sono maggiori di quelle per la razza. Ma c’è di più. Il giornale sostiene che i criminali non belli che commettono reati minori tendono a essere puniti maggiormente rispetto a quelli belli. Senza contare come le persone più attraenti sono considerate più competenti e intelligenti. “L'unica soluzione – conclude il suo editoriale David Brooks sul New York Times - è cambiare le norme”. E prende come esempio Victoria Secret, che ha mandato in pensione le sue Angels, per combattere il lookism