Caro Giuseppe Cruciani, Nicola Porro e compagnia bella, Trump valuta l'entrata in guerra al fianco d'Israele e chiede la resa incondizionata all'Iran. Visto? I fatti mi danno ragione ancora una volta. Il 19 aprile 2024 a Rete 4 avevo detto che Israele è uno Stato debolissimo rispetto all'Iran. Avevo detto che Israele non può vincere una guerra con l'Iran in uno scontro uno contro uno. Dopo soli cinque giorni di bombardamenti, Israele mostra i segni della spossatezza. Gli indicatori di tale spossatezza sono numerosi. Ne indico soltanto due. Il primo è la decisione di Trump di inviare, con la "massima urgenza operativa", una seconda portaerei in aiuto di Netanyahu (iseri sera). Il secondo indicatore è la decisione di Trump di inviare più di 30 aerei cisterna per il rifornimento in volo (PIU' DI TRENTA!). Gli aerei israeliani devono percorrere 1700 km per arrivare in Iran e sono già spompati. Se l'informazione in Italia sulla politica internazionale non fosse completamente corrotta, vedreste ciò che abbiamo davanti agli occhi. Questa è semplicemente la guerra degli Stati Uniti contro l'Iran con gli aerei americani guidati dai piloti israeliani. I soldi e le armi d'Israele sono soldi e armi americane. Quasi tutto quello che vedete in questa guerra è americano: soldi, bombe, gasolio, aerei, navi da guerra, portaerei, missili, scudi missilistici, munizioni, satelliti. Israele ci mette soltanto i piloti. E l'Iran sta bombardando Israele con il freno tirato, molto tirato. In uno scontro uno contro uno, l'Iran schiaccia Israele con un pugno.

Alessandro Orsini