
Originariamente Scritto da
Enriko!!
Allora dazi al 15% che includono anche l'auto, il che per le auto vuol dire una diminuzione visto che erano stati portati al 25%...
al momento dall'accordo sono esclusi i farmaci...li sarà un'altra trattativa.
L'europa si impegna ad aumentare gli acquisti in energetici, cosa che comunque sta già avvenendo, e in armi, che con il rearm EU era comunque scontato.
L'europa si impegna sul fatto che le aziende portino investimenti in attività USA per 600 miliardi.
è un buon accordo? brutto boh...
allora l'alternativa era dazi al 30% e sarebbe stato un embargo di fatto, 15% è tanto ma per molti settori gestibile, certo difficilmente sarà totalmente assorbibile.
Il fatto che rimangano i dazi su acciaio e alluminio, da quel che ho sempre sentito dire è più una cosa di facciata che altro, l'export era comunque minimo, insomma trasportare grosse quantità di acciaio in USA è antieconomico dunque di fatto l'export è chiuso ma non è che fosse chissà che export.
Il punto dei 600 miliardi poi è molto fumoso, non si sa bene chi e come dovrebbero essere investiti, e in che tempi.
L'europa rinuncia alla webtax, che comunque al momento era morta per blocco stesso di vari stati europei.
è un cattivo accordo? sicuramente non è un granchè mi viene da pensare, ma l'alternativa qual'era? dazi molto più alti e di fatto un embargo, certo da chiedersi se pergli usa sarebbe stato poi sostenibile anche per loro dunque si poteva andare a scoprire il bluff...ma voleva dire altri mesi di tensione e incertezza che possono essere anche peggio dei dazi, con sempre il rischio che Trump poi li mettesse veramente.
A quel punto sarebbe stata una guerra commerciale piuttosto disastrosa per tutti, ne sarebbe valsa la pena?
Ora almeno si sa quanto sono, sono alti per alcuni settori, per altri più gestibili ma ci si può lavorare...
Il problema come faceva notare uno di ISPI, è quanto ci si può fidare di questo accordo? insomma trump è trump...inoltre alcuni punti dell'accordo non sembrano molto chiari (vedi la storia dei 600 miliardi), dunque se poi come probabile questi investimenti fossero molto "fumosi", dilatati nel tempo ecc...
O in seguito a questo accordo la bilancia commerciale non dovesse poi cambiare di molto cosa farà a quel punto Trump? si accontenterà della vittoria politica, cioè poter sbandierare l'accordo al suo elettorato dicendo "problema risolto" (problema che poi si è inventato lui ma vabbé), o dirà di nuovo europa brutta e cattiva ci ha preso in giro e bla bla?
Per il resto non è neppure una vittoria completa neppure per gli USA, le norme sull'importazione dei cibi e prodotti agricoli dagli USA non sono cambiate, dunque continueranno a poter esportare solo quello che rispetta gli standard europei.
Inoltre il settore dell'auto su cui Trump ha incentrato la battaglia ne esce marginalmente colpito.
Rimane il nodo farmaceutico su cui l'Italia è piuttosto esposta, trump ha fatto dichiarazioni piuttosto autartiche, del tipo che non possiamo dipendere dall'estero per un settore così strategico, dall'altra si è reso conto pure lui che dazi a quel settore sono una mazzata per il sistema USA visto che va a colpire molti farmaci non sostituibili.
Dunque li è tutto da vedere come andrà.
C'è poi da fare una valutazione più globale, per l'italia export usa è circa il 10% del totale, è una bella fetta.
I dazi si stima porteranno una riduzione del 4%...è un bel colpo ma assorbibile nel medio periodo su altri mercati che potenzialmente si possono aprire.
Di sicuro le politiche di Trump stanno portando accelerate su vari fronti a chiudere accordi per altri mercati di sbocchi, che sta diventando una necessità per tutti quelli che hanno un forte export verso gli usa.
Vedi l'accordo UK India, ci stavano trattando da anni, e l'hanno chiuso settimana scorsa.
Il Giappone sta riaprendo verso l'Europa, c'è l'accordo con i vari stati del sud america da chiudere, la cina preme pure lei per rinegoziare accordi (ma della cina c'è poco da fidarsi).
L'india è un mercato potenzialmente abbastanza interessante ad oggi "molto chiuso", insomma sono vari mercati dove c'è del potenziale e le politiche di Trump potrebbero portare ad uno sblocco.