Si si, sono d'accordo... è chiaro che deve esserci la collaborazione della popolazione locale, ma imho deve anche esserci un aiuto dall'esterno... una situazione del genere non si può "risolvere" senza piena collaborazione da entrambe le parti in causa e senza una forte partecipazione di un forte attore terzo.
Se c'è una cosa che ci hanno insegnato i film alla "fuga da New York" è che se metti un gruppo di disperati in un'area sostanzialmente chiusa ed abbandonati a se stessi, la probabilità che il potere venga preso e tenuto dai figli di puttana è sempre estremamente alto
Sono più forti, più violenti, più decisi e generalmente più "coesi" (nel senso che ad un certo punto emerge un leader e gli altri lo seguono) degli altri... lo abbiamo visto di recente anche in Siria, dove gli estremisti non sono la maggioranza ma sono quelli che hanno guidato la rivoluzione, fatto fuori Assad e di fatto preso il potere anche a discapito delle altre forze che c'erano nel Paese.
Gli aiuti economici da questo punto di vista non servono a molto... servono a garantire la sopravvivenza della gente, ed il mantenimento di una struttura minima di welfare e supporto sanitario alla popolazione. Ma non portano necessariamente ad un cambiamento della struttura politica della regione... probabilmente andrebbero affiancati ad altro.
Detto questo, le leadership palestinesi hanno colpe enormi per aver sprecato occasioni in precedenza, ma negli ultimi 20 anni si sono create le condizioni per non permettere l'emergere di una leadership diversa da quella di hamas... loro hanno preso il potere dentro la regione e non lo hanno mollato più. Dall'altra parte del muro sono emerse delle leadership che hanno fomentato il potere di hamas... perchè ai fini del mantenimento del proprio potere era più comodo avere un dirimpettaio impresentabile, piuttosto che una leadership più "moderata" che potesse presentarsi come attore credibile per una soluzione diplomatica del problema.