eccallà la victim card che esce prontamente fuori.L' ultimo caso offertoci dalle cronache milanesi, la porta di casa di due donne ebree marchiata con la svastica, conferma il trend attestato dall’Osservatorio nazionale sull’antisemitismo, che registra un incremento del 93 per cento di attacchi anti-ebraici nel nostro paese tra il 2023 e il 2024.
Soltanto a Milano, è il quarto episodio nelle ultime settimane. Dalla merceria in Via Senato che esponeva un cartello in ebraico che invitava i sionisti a non entrare, ai manifesti «Israeli are not welcome» con cui la città si è risvegliata una mattina di fine giugno. Poi il pestaggio di due ragazzini che indossavano la kippah, fino alle note vicende dell’autogrill di Lainate.
Già, tra l’altro, il capoluogo lombardo aveva vissuto un clima da anni Trenta del secolo scorso poco dopo lo scoppio della guerra, quando una donna che ha voluto rimanere anonima aveva denunciato la stella di David con cui era stata sfregiata la propria abitazione. A Venezia, solo la scorsa settimana due aggressioni a due turisti ebrei: uno americano e un altro francese.
Se si conta che nel solo 2024 sono stati registrati nel paese che promulgò le leggi razziali 68 casi di aggressioni fisiche dello stesso tipo, si deve amaramente ammettere che l’Italia si avvia a non essere più un paese per gli ebrei, che hanno cominciato a togliere i simboli riconoscibili dalle proprie abitazioni e a nascondere la propria appartenenza.
All’estero, se possibile, è anche peggio. Secondo i dati dell’Anti Defamation League, nel solo 2023 rispetto al 2022: Usa +360 per cento; Francia +284 per cento; UK +147 per cento; Germania +37 per cento; Italia +88 per cento; Paesi Bassi +123 per cento; Australia +687 per cento. Nel 2024, in Francia, il 50 per cento dei crimini d’odio del paese sono stati attacchi antisemiti (ebrei 0,7 per cento della popolazione globale).
Inutile negare che si tratti di un clima avallato da una narrazione unilaterale e deformante del conflitto a Gaza, che ha deliberatamente trasformato una logica di guerra fondata sull’eterno ciclo azione-reazione in una logica di sterminio, sulla scia di quel processo di nazificazione di Israele di sovietica memoria.
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