Nel contesto di una convivenza more uxorio in Italia, non esiste una normativa specifica che regoli le conseguenze della fine della relazione in termini di divisione di beni comuni come i conti correnti cointestati. Tuttavia, il principio generale che si potrebbe applicare è quello dell'equa divisione, basata sull'apporto di ciascuno durante la relazione.
Sottrarre denaro da un conto corrente cointestato senza il consenso dell'altra parte può portare a complicazioni legali, anche se non esiste un matrimonio. La parte lesa potrebbe intentare una causa per il recupero dei fondi sottratti, invocando il principio di gestione congiunta del conto cointestato.
Se Irene intende proteggere i suoi interessi senza incorrere in possibili ritorsioni legali, le strategie lecite potrebbero includere:
Documentazione e Tracciamento: Mantenere un'accurata documentazione di tutte le transazioni e l'apporto finanziario personale al conto. Ciò potrebbe aiutare a dimostrare in un contesto legale la propria quota di contribuzione.
Consultazione Legale: Consultare un avvocato per esaminare le opzioni legali a sua disposizione per proteggere i suoi interessi, in particolare riguardo alla divisione dei beni e la custodia dei figli.
Accordo di Separazione: Negoziazione di un accordo di separazione che delinei chiaramente la divisione dei beni, inclusi i saldi dei conti correnti, con l'assistenza di mediatori o avvocati. Un accordo consensuale può prevenire complicazioni legali future e garantire una distribuzione equa.
Mediante Discussione: Affrontare la questione direttamente con Andrea potrebbe portare a una risoluzione amichevole senza ricorrere a metodi meno trasparenti.
In conclusione, l'azione più sicura e consigliabile per Irene sarebbe agire in maniera trasparente e legale, cercando di tutelare i suoi interessi personali e quelli dei figli attraverso vie legali e accordi consensuali, piuttosto che cercare di sottrarre denaro in modo potenzialmente contestabile.