Ecco, vedi qui 900k persone che (limitatamente al solo gioco d'azzardo) non sono brave come te a "non comprare".
A meno che l'essere più o meno distrutti moralmente, economicamente e socialmente non "gli piaccia"
Fanno quasi 1 su 60 italiani.
http://www.ilsole24ore.com/art/notiz...?uuid=ABw3xBTD
Non ti passa per la testa che l'utilizzo del suffisso "patìa" stia ad indicare una condizione patologica, piuttoste che volontaria ?
Ciao! Intervengo raramente per mancanza di tempo ma ogni tanto lurko, seppur superficialmente.
Mi ha però colpito la tua disamina sul nostro articolo perché secondo me lo hai preso per qualcosa di più grave di quello che effettivamente voleva essere, anche attribuendoci opinioni che non abbiamo mai dato. Vediamo.
Anzitutto intendiamoci subito così da proseguire la discussione in maniera senz'altro più chiara: nell'articolo non difendiamo il gioco d'azzardo proprio perché non abbiamo mai inteso le loot box e le microtransazioni come "gioco d'azzardo" e, chi ci conosce lo sa, siamo talmente contrari al gioco d'azzardo (se non per una serata di celia con budget prefissato) che non acquistiamo neanche i gratta e vinci.
Inoltre, visti un po' gli animi qui dentro, tengo subito a precisare anche che non abbiamo ALCUN vantaggio o interesse economico a sostenere le microtransazioni e le loot box, nella maniera più assoluta. Ma in questo caso dovreste prendere le mie parole per buone e capisco che per alcuni sia uno sforzo eccessivo.
Dunque, partendo dal presupposto che NON intendo le loot box e le microtransazioni come gioco d'azzardo, tutta la nostra "difesa a spada tratta" nei confronti di questo modus operandi apparentemente balordo, diventa una semplice "opinione su qualcosa" come ricordato dal buon Todeschini. E decade anche tutto il discorso su ludopatie e quant'altro, proprio perché non crediamo che le loot box possano essere assimilabili a questo genere di cose. Non allo stato attuale. Saremo ottimisti noi, forse.
Se effettivamente i publisher debbano pensar bene di arginare il problema, se ci saranno delle limitazioni al fenomeno (in alcuni paesi si sta decidendo se mettere l'avviso sulla confezione del gioco del tipo "contiene microtransazioni") e se definire, di fatto, le microtransazioni come gioco d'azzardo o simile è ancora tutto da vedere. Per adesso tutto il nostro articolo parte dal presupposto, ampiamente condiviso da molti, che le microtransazioni non siano gioco d'azzardo e che se usate per bene e con moderazione possono rappresentare un vantaggio non obbligatorio in un gioco. E si badi bene, una delle frasi del nostro articolo era "purché esse non limitino il gioco base o non si rivelino necessarie per il prosieguo del gioco stesso". È un bel "disclaimer" a mio modo di vedere, non trovi?
È un fenomeno che esiste da qualche tempo ma del quale si sta parlando su larga scala, spesso anche esagerando, solo ultimamente. Prevenire è meglio che curare? Forse sì. Ma nel frattempo prendi atto del fatto che la nostra fosse solo un'opinione e non un'arringa difensiva. Non ne avremmo il benché minimo vantaggio.
Ed entrando nel caso specifico, il pezzo da te incriminato è il seguente:
"A ben vedere esistono tante dipendenze al mondo. E quella di acquistare skin senza sapersi dare una regolata sulla cifra spesa è, dal nostro punto di vista, assimilabile agli acquisti compulsivi di abbigliamento, piuttosto che alla dipendenza
da giochi d'azzardo. E ci chiediamo, quindi, per quanto sia giusto informarli, perché mai i publisher debbano rispondere di questa dipendenza" (e qui si intendeva soprattutto "non a posteriori").
Ovvero: non riteniamo, come da te sostenuto "studiato ad arte" (cioè per invogliare in maniera sistematica alle microtransazioni) un gioco in cui eventualmente i soldi si spendano per sole skin e non intendiamo, in senso più ampio (e come ben specificato nell'articolo) questo tipo di attività come reale gioco d'azzardo da cui possa derivare ludopatia. E ben diverso sarebbe un eventuale discorso su dipendenze e quant'altro, per il quale sarebbe necessario analizzare caso per caso.
Nei nostri video per esempio abbiamo condannato, anche con frasi poco edificanti, le microtransazioni di Star Wars Battlefront 2 e di altri titoli. Insomma, chi ci segue sui nostri canali lo sa. Se chi produce i videogiochi arriva ad esagerare con le microtransazioni, allora sì che non ci siamo. In quel caso le microtransazioni sono da condannare e con esse anche chi le ha permesse (publisher e compagnia al seguito). Ma per chi non ci segue mi sembrava giusto intervenire per dissipare i dubbi. Legittimi forse ma leggermente "appesantiti".
Peraltro, raccogliere pareri contrastanti qui dentro sarebbe uno spunto interessante per un video, con tanto di citazioni e quant'altro. Ma quantomeno è necessario dapprima capire bene il senso del nostro articolo, che però a rileggerlo ci pare piuttosto chiaro e circostanziato.
Grazie.
PS: è vero che la dipendenza da videogiochi è stata inserita dall'OMS nelle patologie da dipendenza. Però in quel caso non si fa riferimento alle microtransazioni ma alla dipendenza da videogiochi in generale, nella quale rientrano anche i videogiochi senza microtransazioni.
Ultima modifica di Raiden (PlayerInside); 31-03-18 alle 03:57
Le microtransazioni di loro non sono gioco d'azzardo.
In sala giochi quando inserivi un gettone compievi una microtransazione.
Le loot box a contenuti tipo black box lo sono. I soldi sono veri, il premio è come il gratta e vinci, e se non vi è un controllo terzo a chi mette i premi, cosa che COSI E', è molto probabile che qualcuno ti possa truffare. Ad esempio: immaginati se ti dicessero che per i gratta e vinci non esistessero premi superiori a 100 euro, anche se sbandierati. EA potrebbe, ad esempio, farlo: chi controlla?
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E qui ci addentriamo nel discorso lootbox e sfumature varie.
Nell'articolo si parla solo delle microtransazioni che sono ben chiare all'utenza e che convertono il tempo in denaro. Quindi decisamente NON gioco d'azzardo. Sai che cosa compri.
Ma nel box dell'articolo incriminato trattavamo delle responsabilità limitate dei publisher riguardo chi spende in skin. Sapendo che sono pur sempre skin. Rientra nel gioco d'azzardo il solo fatto che esse siano un'incognita? Tanto da diventare sistematicamente una patologia in alcuni soggetti?
Ultima modifica di Raiden (PlayerInside); 31-03-18 alle 09:39
Per me le microtransazioni di per sé non sono tutto questo male, ma è importante vedere come le si implementa.
Devono avere solo carattere cosmetico in un gioco con un prezzo di lancio (per i F2P possono fare quello che vogliono). [però diciamoci la verità: se io apprezzo Lara Croft e compro il gioco a 70 euro e poi tu mi metti gli abiti più belli a pagamento, le palle mi girano e non poco]
Da parte mia non esisterebbe nessuna giustificazione in tutti gli altri casi.
Ad esempio, se mi dai la possibilità di acquistare un indumento o un oggetto con statistiche proprie utili nel gioco e se lo stesso oggetto è irrecuperabile nel gioco, allora, per me, è inaccettabile. Soprattutto se si tratta di oggetti di un certo valore intrinseco (il braccialetto che ricarica continuamente l'energia): perchè devo comprarlo? Dopo avere comprato il gioco? Perchè io non posso trovarlo, magari faticando un pochino di più? E faticare non significa livellare per decine di ore: è una mezza truffa che appunto... spinge al raggiro della meccanica di gioco (paradossalmente "ben studiata" ma mediocre) con la microtransazione.
Se dovessi fare un esempio di come vengono gestite, mi va bene quello che fa Ubisoft in AC Origins: vuoi fare acquisti di oggetti in gioco? Nel menù c'è una vocina in disparte che si chiama "negozio" in alto a destra. Se vuoi ci entri, altrimenti puoi fare finta di tutto.
Grave è quando invece vedi i prezzi proprio mentre giochi, con oggetti acquistabili in mezzo a tutti gli altri: l'esperienza risulta anche "sporca" da vedere ed assaporare.
Per quanto riguarda le skin e oggetti solo cosmetici... se fossero come premi casuali in loot box, poco cambierebbe rispetto le microtransazioni ad oggetto in chiaro: a quel punto però non ne vedo nemmeno il senso. Se io voglio quella skin è logico che compro quella. Non è che ci spenda 1 euro a caso sperando che esca quella che voglio io. A meno che il produttore non voglia, appunto, che io spenda soldi a caso (accumulando le transazioni) finchè non esca quella che davvero desidero io.
Diverso è se nello scatolo chiuso si trova roba con statistiche: per me rimane gioco d'azzardo soggetto a truffa, perchè non esiste un ente terzo a controllare i contenuti. E quindi verificare che certi oggetti ci siano davvero. Una persona affetta da ludopatia potrebbe acquistare in continuazione sperando che esca quella certa cosa. Ma non uscirà mai. Perchè quella cosa non c'è. Il produttore però ti dice che c'è!
E siamo d'accordo, è proprio quello che scriviamo nell'articolo: "purché (le microtransazioni) non siano necessarie per il prosieguo del gioco".
Esattamente. Ribadito più volte nell'articolo. Compri quello che vedi per risparmiare tempo. Ma puoi anche "faticare" per ottenerlo senza pagare. Poi noi non lo facciamo. Anzi, proprio perché giochiamo un sacco non ne vediamo il motivo PER NOI, ma ne capiamo le ragioni per chi volesse ricorrere a questo metodo.Se dovessi fare un esempio di come vengono gestite, mi va bene quello che fa Ubisoft in AC Origins: vuoi fare acquisti di oggetti in gioco? Nel menù c'è una vocina in disparte che si chiama "negozio" in alto a destra. Se vuoi ci entri, altrimenti puoi fare finta di tutto.
Anche qui, diciamo la stessa cosa. E quel ragazzo che ha speso 19.000 euro lamentandosene con i publisher rientra in questa categoria. Sapeva di comprare skin. Solo skin.Per quanto riguarda le skin e oggetti solo cosmetici... se fossero come premi casuali in loot box, poco cambierebbe rispetto le microtransazioni ad oggetto in chiaro: a quel punto però non ne vedo nemmeno il senso.
Appunto.Diverso è se nello scatolo chiuso si trova roba con statistiche
Insomma... a parte il fatto che il gioco d'azzardo, così come qualsiasi definizione, non dovrebbe ricadere nell'ambito dei "per me", però sostanzialmente abbiamo detto la stessa cosa. Non difendiamo il gioco d'azzardo come da dubbio sollevato da fairfriend.
sì, chiaro, per me la differenza sostanziale è nel
"E quel ragazzo che ha speso 19.000 euro lamentandosene con i publisher rientra in questa categoria. Sapeva di comprare skin. Solo skin."
Ecco, io qui ci vedo un problema serio. Lasciamo da parte ora il ragazzo stupido che fa certe cose. Dall'altra parte c'è un secondo soggetto che sa che avvengono quelle transazioni e che però fa finta di nulla. Cioè, un soggetto che inserisce le transazioni perchè ritiene che siano una cosa giusta per stare bene sul mercato, e che però nel momento in chi trangugia con ingordigia sparisce col malloppo.
Ricordo la primissima volta che, dopo avere comprato la PS3, spesi una roba tipo 2 euro per la registrazione al PSN (non ricordo benissimo ora, è passato tempo): mi chiamò la banca telefonicamente (per 2 euro!) chiedendo conferma sulla cosa.
Assurdo, per queste cifre (se compro un gioco su Steam a 50 euro non mi chiama nessuno) e completamente random.
Però ecco, se io, EA, vedo che un giocatore ci spende 20 mila euro sui pacchetti una domanda me la porrei. Lo potrei anche contattare e chiedergli "scusa, il gioco costa 70 euro e tu ne hai spesi 3000: va tutto bene? Non è normale. Ah sei ricco e te lo puoi permettere? Ok, scusa il disturbo"
Chiamiamola etica o altro. Siccome l'etica nel mercato non esiste, io sono costretto ad importi delle regole: perchè se c'è da un lato una parte debole che rischia di rovinarsi, dall'altro un sistema giusto deve permettere di fare un controllo della situazione. Perchè se rimane tutto in mano al produttore siamo solo in balia degli eventi.
Ciao Raiden, ti ringrazio per avermi risposto, tra l'altro il giorno prima di Pasqua A proposito, spero che sia andata bene!
Il tuo post in parte mi rasserena, se non altro perché esprime un punto di vista più sfaccettato di quello che traspare dall'articolo. Purtroppo però il box in particolare di cui parlavo, e che mi sono andato a rileggere, continua ad essere sbagliato secondo me.
Kensgold, il ragazzo in questione, ha postato la sua lettera proprio nel subreddit di Battlefront II, gioco che tu hai scritto di non apprezzare. La ragione, il ragazzo scrive, sta nel fatto che quando egli ha scoperto che Battlefront II avrebbe avuto le microtransazioni, ha preferito non comprare il gioco, per paura di ricadere nel suo vizio (il gioco d'azzardo, come egli stesso scrive). Dopodiché racconta di come questo vizio sia iniziato, e a questo punto mi permetto di citarlo testualmente
"In the beginning I began playing an game on my phone. It was a normal city builder clone. The goal of the game was open ended. It started off fine, but slowly changed to favor those who purchased large quantities of their equivalent to credits.(now refereed to as credits to keep things simple)The game progressed and I found that keeping up with the other players was becoming harder and harder. The majority of my guild mates were well off adults who could afford to cash out a couple hundred ever two weeks or so. I began to spend some of the money I had saved over my early years in an attempt to keep up with my friends"
Alla luce di questa testimonianza, che è proprio quella che ti sei andata a scegliere tra l'altro, mi domando come tu ed altri possiate contestare il fatto che certi giochi non siano sviluppati ad arte per trarre in inganno i giocatori. Il fatto che siano skin accessorie piuttosto che boost o altro non conta na mazza, come si dice a Roma. Quel che conta sono i meccanismi che inducono i giocatori a spendere sempre più, in particolare quello delle loot box che, non dandoti la certezza di trovare l'oggetto che desideri, sono comparabili in tutto e per tutto al gioco d'azzardo.
Quanto al tuo disclaimer sono completamente in disaccordo nel ritenerlo anche solo sufficiente. Le microtransazioni non limitano mai il gioco di base, anzi lo espandono, e non si rivelano mai necessarie al proseguimento della partita, ma di certo la agevolano. Quindi vedi che serve veramente a poco.
Ultima modifica di fairfriend; 02-04-18 alle 13:55
Who are you? Are you nobody too?
Grazie a te anzi per aver risposto a tua volta, dimostrando di voler intraprendere una conversazione costruttiva sull'argomento.
Dunque, diciamo che nel caso del ragazzo, la contestazione è fatta nei confronti di Battlefront II. E in quel caso ne ha tutte le ragioni: il gioco era imperniato su un sistema di loot box da cui dipendevano parametri importanti nel gioco stesso, come skill e quant'altro. Contestatissimo da tutti, gli stessi sviluppatori hanno "rimandato" le loot box ripromettendosi di sistemarle, in qualche modo (che dobbiamo ancora vedere).
Riguardo le skin rimango del mio parere: sai che vai a comprare skin e il fatto che te ne possa capitare una o l'altra senza però saperlo prima non cambia la sostanza: sono pur sempre skin e sai che cosa vai a comprare, seppur poi dipenda tutto dalla fortuna di quello che ti capita. Non si tratta di nulla da cui possa dipendere il gioco base, né di necessario per il prosieguo dello stesso.
A quel punto anche i gashapon, le sorprese dell'uovo kinder, le figurine Panini e quant'altro sarebbero "gioco d'azzardo", non credi?
Che poi debba tutto essere ben definito e regolamentato è fuor di dubbio. Però il nostro articolo, sia ben chiaro, non difendeva in alcun modo la natura "azzardosa" delle loot box (non se ne faceva menzione), quanto più dell'aspetto "utile" delle microtransazioni che, come detto sopra, di per sé non sono da considerarsi gioco d'azzardo ma, possibilmente, un ausilio al gioco per i più pigri o comodisti o altro.
Insomma... argomento senz'altro da approfondire ma intanto era bene chiarire su questo fronte.
Grazie
Lo dico senza nessuna ironia, doppiosenso, sarcasmo e quant'altro: ma lo sai che quando scrivi qui nel forum la prosa è molto più fluida, concreta ed in sostanza "leggibile" che non gli articoli sulla rivista ?
Sarà forse che scrivendo in un contesto meno "ufficiale" non subisci lo stress da prestazione ?
Dico sul serio, e sai bene quanto io abbia sempre criticato i tuoi artcoli (e stia ancora aspettando i cannoli con la ricotta..)
Io prendo per oro colato tutte le critiche fatte, anche quelle tue, pungenti. E per quanto non sia d'accordo sul discorso di grammatica e sintassi (in questo modo incolpi anche i proof reader di non far bene il loro lavoro) vedrai che dal prossimo numero abbiamo applicato una sintesi maggiore, in accordo con i capoccia.
Perché se mi dici che la mia/nostra forma è stata finora "pesante" posso concordare. Ma se mi parli di errori grammaticali no, caspita. Per cui, vedrai dal prossimo numero, suvvia. E magari finalmente si fa amicizia. Oppure no e pazienza.
Ma guarda che per me "amici" virtuali lo siamo già.
Non confondere mai la critica al merito degli articoli,anche pesante ma sincera, con qualsivoglia attacco alla persona.
Anzi, è proprio perchè ti rispetto come persona e professionista che mi permetto di criticarti in questo modo, senza false ipocrisie; in caso contrario non ti degnerei neppure di un commento.
Ho finalmente finito di leggere TGM di marzo, dalla prima all'ultima pagina: tralasciando le polemiche sulle microtransazioni (io le vedo come il male assoluto, uno dei peggiori cancri del nostro hobby) rinnovo i complimenti a tutta la redazione per come è stato curato anche questo numero.
Tra le review, oltre all'ottimo speciale su Kingdom Come, ho apprezzato enormemente la recensione di Subnautica, guarda caso sempre ad opera del Carrarino Dico solo che da odiatore dei survival non vedo l'ora di provarlo!
Pollice verso per la recensione di Crossing Soul ad opera di Shea: va bene divagare ma non si può arrivare a fine articolo riuscendo solo a fare intuire la struttura del gioco nelle ultime righe...
A quando il prossimo numero?
Ultima modifica di J_Brahms; 04-04-18 alle 21:01
Meet the new boss. Same as the old boss
Bel numero, bravi tutti.
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