Lipari, Isole Eolie, dimora di Eolo il Signore dei venti.
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Re: Sopravvalutazione della difficoltà nei videogiochi.
Se è come il primo Dark Souls (l'unico che ho giocato):
La trama c'è solo che è nascosta e raccontata per indizi, trovi un'arma che ha una storia dietro che in qualche modo si collega a un boss che avevi incontrato prima e ne spiega le origini sommato a un'affermazione enigmatica di un NPC, poi ci sono delle piccole quest che hanno esiti diversi a seconda di quello che fai, per esempio ci sono degli indizi vaghi che possono far intendere che un NPC intende assassinare a tradimento un altro e puoi benissimo ucciderlo prima che accada, oppure puoi salvare o condannare a morte certi NPC "ricorrenti" semplicemente esplorando le locazioni in un certo ordine piuttosto che un altro, eccetera.
La difficoltà sinceramente è una stronzata, il gioco ti permette di grindare e di esplorare liberamente in cerca di segreti ed equipaggiamento, semplicemente punisce l'andare a caricare a testa bassa i nemici e l'imprudenza in genere, l'esperienza persa la puoi recuperare tornando sul posto in cui si è morti e in generale i Boss vengono segnalati quindi puoi benissimo spendere l'esperienza e andare ad affrontare boss particolarmente difficili con esperienza minima o a zero.
Il gioco ha una struttura stile metroid, vai in giro un po' dove ti pare e ti ferma solo il non avere l'equipaggiamento giusto che però ti puoi procurare esplorando, se si ha pazienza la difficoltà è più nella cripticità di certi passaggi e delle statistiche delle armi piuttosto che nel combattimento.
Ultima modifica di Det. Bullock; 30-04-16 alle 00:50
"I pity the poor shades confined to the euclidean prison that is sanity." - Grant Morrison "People assume that time is a strict progression of cause to effect, but *actually* from a non-linear, non-subjective viewpoint - it's more like a big ball of wibbly wobbly... time-y wimey... stuff." - The Doctor La configurazione del mio PC. Il mio canale Youtube.