Gli operatori, d'ora in poi, potranno usare il termine "fibra" nelle loro comunicazioni solo ed esclusivamente in presenza di architetture basate su FTTH (fiber-to-the-home) o FTTB(fiber-to-the-building). L'AGCOM, nel provvedimento di oggi, ha finalmente affrontato e (si spera) risolto il nodo delle scorrette comunicazioni commerciali legate ai servizi di connettività residenziale.
Per FTTH si intende una infrastruttura interamente basata su fibra ottica, dove si raggiunge direttamente l'appartamento o comunque l'utenza finale. Per FTTB si intende un'architettura dove la fibra raggiunge il palazzo o l'edificio, per poi sfruttare la rete in rame o altre soluzioni fino all'utente.
"In particolare, gli operatori potranno usare il termine 'fibra' (e affiancarvi aggettivi superlativi o accrescitivi), senza ulteriori precisazioni tecniche, solo se l'infrastruttura sottostante sia costituita esclusivamente da una rete di accesso in fibra, almeno nei collegamenti orizzontali fino all'edificio (FTTB) o fino all'unità immobiliare dell'utente (FTTH)", puntualizza l'AGCOM.
Nel caso in qui la fibra raggiunga solo i nodi intermedi, come l'armadio di strada (FTTC, Fiber To The Cabinet) o la stazione radio base (FWA, Fixed Wireless Access) si potranno usare i termini "Fibra su rete mista rame" e "fibra su rete mista radio" oppure altre definizioni che non prevedano la presenza del termine "fibra".
"Nei casi in cui l'infrastruttura sottostante non preveda l'utilizzo di fibra o comunque non abiliti la fruizione di servizi a banda ultralarga non potranno in alcun caso utilizzare il termine fibra", prosegue la nota.
Inoltre, l'Autorità ha stabilito che nei canali commerciali mirati, gli operatori dovranno fornire al cliente una descrizione più approfondita che aggiunga alla descrizione della specifica architettura di rete, il tipo di tecnologia impiegata, prevedendo inoltre la possibilità per gli utenti di verificare la velocità di navigazione e la latenza del servizio offerto in upload e download.