Non credo lui è il tramite
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Devono far morire uno dei ragazzini, sono troppi ormai
Carina la serie di interviste con Jim Rash (che fanboy :asd:).
Mi spiace
Dipende, se in una scena inquadreranno in maniera evidente un'arma che si sono dimenticati mentre facevano un'attività a caso in un momento di grave pericolo, allora qualcuno morirà... Il riferimento è ovviamente voluto alla scena che chi ha visto la serie facilmente potrà individuare (e che mi ha lasciato basito per la pochezza sia di regia che di scrittura)...
Kronos, mi unisco al tuo cordoglio...
Ma stavo leggendo un po' di cose in giro, episodio 6 stagione 2 al minuto 19:20 il fratello di Max tira un bestemmione? Non lo avevo notato ma è davvero bestemmia o è il doppiaggio in quel momento un po' equivoco? Rotfl
No.
Controllato ora.
Confermo :bua:
Anche di
Quando Max si alza per andare ad aprire allo stalker.
Io l'ho letto/scoperto qui
https://www.hallofseries.com/pagelle...ngs-pagelle/4/
Sto cercando in giro ma non trovo nulla al riguardo rotfl
Sarà un santoddio veloce e doppiato male rotfl
:bohnonsomisafastrano:
Trovata:
"swear" :snob:
Se ascoltate la colonna sonora di Stranger Things su Spotify succedono cose strane :look:
Mi è piaciuta l'ultima puntata, voto positivo.
L'ho adorata dalla prima all'ultima puntata.
Il finale è molto bello, tra l'altro la canzone dei Police con l'ultimissima scena è geniale.
Vero il doppiaggio è un po' calato
- - - Aggiornato - - -
Concordo sul punto 2 :sisi:
Per quanto riguarda il bullo è la cosa che mi è piaciuta di meno.
Ho sperato fino all'ultimo che gli capitasse qualcosa di veramente brutto :asd:
- - - Aggiornato - - -
Beh la scena con la madre di Mike è meravigliosa :asd:
Stranger Things nelle loro intenzioni doveva essere una mini serie che si sarebbe conclusa col sacrificio di Undici.
In Netflix volevano sapere cosa sarebbe successo dopo in caso di rinnovo e loro hanno ammesso di aver improvvisato la parte dei problemi di Will al suo ritorno a fare da eventuale ponte per stagione successiva.
(Non so magari pensavano di più ad una serie antologica)
Poi il successo e il fenomeno mediatico li hanno spinti in una certa direzione così hanno deciso di tenerla.
Scusa l'ignoranza ma come facevano a sapere del successo durante le riprese? Essendo netflix ed uscendo in blocco avranno girato tutto in blocco.
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Per loro la serie sarebbe dovuta finire col sacrificio di Undici quando l'hanno proposta.
Mentre per Netflix c'era bisogno di creare un aggancio per un'eventuale seconda stagione.
E' stata girata così,ha avuto successo ed è divenuto un fenomeno mediatico con i 5 ragazzini ospiti ovunque.
Undici ha spiccato più degli altri e ovviamente l'hanno tenuta nella seconda stagione.
Leggete qui:
Money rules the world :snob:Citazione:
Stranger Things: Eleven doveva morire nella prima stagione
Stefano Dell'Unto 6 novembre 2017
I fratelli Duffer, creatori di Stranger Things, sono intervenuti ad una Master Class alla Chapman University. Come riportato da CinemaBlend, Ross Duffer ha spiegato: “Forse non dovrei dirlo perché mi piace fingere che sia tutto pianificato ma, all’inizio, doveva essere una miniserie. Eleven doveva sacrificarsi e salvare il mondo. Tutto lì. C’è stato un momento in cui le miniserie erano un grosso affare.”
“E’ qui che entra in gioco la componente commerciale. Quando abbiamo cominciato a lavorarci abbiamo capito che non avremmo fatto molti soldi con una miniserie. Quando abbiamo proposto il progetto a Netflix, ci hanno detto: ‘Ok, ci piace, ma come prosegue?’ E noi abbiamo improvvisato al momento dicendo: ‘Will tornerà dall’altra dimensione e avrà dei problemi.’ E loro: ‘Fantastico!'”
Credo lo dicano anche in Beyond Stranger Things. Ma non mi sembra nulla di riprovevole.
Intanto pare che la sorella di Mike e il fratello di Will stanno insieme anche nella realtà
Buon per lui. Comunque spero muoia male non Mike
finita la seconda stagione e sta serie resta sempre ad alti livelli.
Dice chiaramente "santo dio max" ma se lo youtuber di turno ci piazza il sottotitolo col bestemmione, ci senti quel che ti pare :asd:
È come ascoltare Funky Town dei Lipps Inc. così:
https://www.youtube.com/watch?v=pG-JmvJshto
Ho finito la seconda stagione e vorrei fare alcune considerazioni.
Stranger Things è un prodotto inusuale. Si potrebbe pensare che cerchi la vittoria facile cavalcando l'onda imperante di nostalgia degli anni '80 (è il momento giusto, è quella la generazione che ora fa i film e che ora paga per vederli). In realtà è un prodotto totalmente atipico per i tempi che corrono, ipercinetici ed ipercarichi di informazione. Il modo di raccontare è preso proprio dall'epoca in cui è ambientato: tempi lunghi, consapevolezza di mezzi, elevata caratterizzazione, tessitura del rapporto tra i protagonisti elaborata. Ci troviamo di fronte non ad una sintesi (come lo fu qualche anno fa il bellissimo Super 8 di Abrams, che aprì le danze per il business della nostalgia), non ad una ruffianata, non ad una emulazione fredda (come il recentissimo It che non riesce affatto a dosare i suoi possibili elementi di forza) ma ad una vera rielaborazione compiuta di tutto ciò che fu impattante in quel decennio per una società che era sul ciglio tra l'eterno provincialismo e la definitiva globalizzazione. Come se finalmente oggi fosse il momento giusto, trent'anni più tardi (come in fondo per tutte le epoche), per fare una trattazione oggettiva di tutto ciò che di positivo e negativo ha avuto il decennio in cui molti di noi sono cresciuti passando per quella fase importantissima e ricca di suggestioni che è il confine tra il bambino e l'adolescente. Decennio che qui da noi, complice anche la lentezza della diffusione mediatica (i film passavano in tv dai quattro ai sette anni più tardi rispetto all'uscita al cinema!) e delle mode di usi e costumi che importavamo in ritardo dagli Stati Uniti (di cui siamo perenne colonia culturale e consumistica) si è protratto anche per quasi tutti i '90, luce riflessa di un'epoca abbagliante. Ma perché questa volontà da parte degli autori di ritornare, con tanto amore e qualità, a quegli anni (oltre ai più ovvi motivi commerciali)? Cosa c'era di tanto affascinante ed irripetibile? Secondo me una convergenza di suggestioni ed atmosfere derivanti da un insieme di fattori: la società aveva tutte le comodità di oggi ma era ancora profondamente analogica nella fruizione, cosicché tutte le opere seminali per la cultura pop odierna erano sì velocemente assimilate dai giovani ma perduravano e si fruivano con virtuosa lentezza. La tecnologia non era così invasiva ma soprattutto era aggregante e non isolante. Esistevano quei templi pagani che erano le sale giochi, irripetibili aggregazioni di sognatori, esistevano i pellegrinaggi verso le case dei compagni di scuola più fortunati che avevano l'ultimo meraviglioso gingillo tecnologico dagli eterni caricamenti. Esisteva il tempo trascorso insieme, lungo ed infinito, perché così sembrava la vita agli occhi di un adolescente. Soprattutto a definirci, ad entusiasmarci, erano ancora le opere di creatività e ingegno, non i prodigiosi gingilli per riprodurli. Si guardava la luna, non il dito come oggi. Si facevano le file davanti al cinema per vedere Star Wars non per l'ultimo smartphone. Difatti la serie sa cogliere tutto questo e sa anche e soprattutto cogliere ciò che ha definito una generazione di creativi: il gioco di ruolo, passatempo ancora puramente cartaceo e visionario, così importante nell'economia della storia. Creato negli anni '70, il gioco di ruolo conobbe il proprio boom negli '80 e '90 e fu fondamentale: gruppi di amici finalmente potevano collaborare tutti insieme a definire una immaginazione comune, codificando tutti quei giochi di immedesimazione che amavamo da bambini. Creatività pura e totalmente condivisa, tutto il contrario dell'appiattimento intellettuale che subiamo oggi: tutto è massificato, tutto è visibile a tutti ma non interessa a nessuno. Ecco perché si sente questa necessità, e questa soddisfazione, di tornare ad esplorare con affetto e bisogno un'epoca talmente ottimista, positiva, illuminata. E' quasi fisiologico e Stranger Things è il risultato massimo di questa ricerca del bello, del fantastico, del senso del meraviglioso (per l'amicizia, per il gioco, per la vita, per gli affetti) che oggi sembra smarrirsi sempre più. Il tutto è prodotto e confezionato con mirabile cura e palpabile e sincero amore. In entrambe le stagioni abbiamo assistito ad una riproposizione di tutti gli stilemi e le tematiche che hanno caratterizzato la narrazione di quegli anni. In questa è arrivata anche la "nuova compagna di classe", rossa californiana tutta skate ed onde oceaniche con annesso fratellastro biondo cotonato, muscoloso e ammiccante verso le milf, auto elaborata, jeans strettissimi, violenza reaganiana. Pure la tanto criticata settima puntata mi ha piacevolmente sorpreso con una banda di punkettoni emarginati e disagiati, clandestini morali con tanto di tana, che popolavano l'immaginario di quegli anni.
Il clan di ragazzini è ormai rodato e tutto ruota attorno alla loro meravigliosa amicizia, perno degli eventi e dei nostri sentimenti da spettatori.
Tutti funzionano, anche l'amabile Bob il Cervellone (altro classico tema) interpretato da un amabile Sean Astin.
Il ballo studentesco finale è l'apice emotivo di tutta la vicenda e assistiamo pure noi a quella scoperta dell'attrazione adolescenziale che ci riporta a sensazioni che tutti abbiamo provato.
Comparto visivo e sonoro curatissimo, colonna sonora stratosferica con canzoni dell'epoca, onore a Netflix per averci regalato una vera e funzionante macchina del tempo.
Le "Stranger Things" non sono solo gli eventi meravigliosi che capitano ad Hawkins, Indiana, ma quelle cose per noi strane di quegli anni '80, così belle ma mai così distanti dal mondo attuale, eppure stranamente confortanti e familiari.
P.S.: Le citazioni dirette e indirette a film, fumetti, musica, videogames, libri e giochi di quegli anni sono innumerevoli, mai viste così tante assieme. Quella che mi è piaciuta più di tutte è la scena tra Nancy e Jonathan col tira e molla amoroso nella casa dell'investigatore complottista: uguale identica alla scena tra Indy (Harrison Ford) e Willie (Kate Capshaw) in "Indiana Jones e il Tempio Maledetto". :)