"Si tratta di assassinio, più o meno. Uccidere la gente. La nobile arte dell'assassinio diplomatico. O di accecare, o assordare. O indebolire le membra, o causare paralisi o una tosse debilitante o l'impotenza. O la senilità precoce, o la follia o...Ma non importa. Questo è stato il mio mestiere. E sarà il tuo, se accetti. Sappi solo, fin dall'inizio, che io ti insegnerò a uccidere. Per il tuo re. Non nella maniera vistosa che ti sta insegnando Poiana, non sul campo di battagliadove gli altri ti vedono e ti incitano a gran voce. No. Io ti insegnerò le maniere crudeli, furtive, educate di uccidere. Ci farai l'abitudine, oppure no. Quello non tocca a me. Ma io farò in modo che tu sappia come si fa. E mi occuperò anche di un altra cosa, dato che questo è l'accordo che ho stipulato con re Sagace: che tu sappia ciò che stai imparando, come non accadde a me quando avevo la tua età. Dunque. Dovro insegnarti a diventare un assassino. Ti va bene, ragazzo?".
La Folla - Ray Bradbury (racconto)
Il signor Spallner si copri il viso con le mani.
C’era la sensazione di muoversi nello spazio, l’urlo incredibile della tortura, l’impatto e il rotolare dell’auto sul muro, attraverso il muro, oltre e di sotto come un giocattolo e lui che veniva lanciato fuori. Poi… silenzio.
La folla arrivò correndo. Là dove giaceva, lui la sentì venire. Avrebbe potuto dire le loro età e le dimensioni dal rumore dei numerosi passi sull’erba estiva, sul terreno e sull’asfalto della strada; dal calpestio sui mattoni sparsi fino al punto in cui l’auto era mezzo sospesa nel cielo della notte, le ruote che continuavano a girare con un’assurda forza centrifuga.
Il Lago - Ray Bradbury (racconto)
Avevo solo dodici anni. Ma sapevo quanto l'amavo. Quel tipo d'amore che arriva prima di qualunque significato di corpo o di morale. Quel tipo d'amore che non è più cattivo del vento e del mare e della sabbia sdraiati vicini per sempre. Era fatto di tutti i lunghi giorni caldi sulla spiaggia, e di tutti i silenziosi giorni bisbiglianti del ronzante insegnamento a scuola. Tutti i lunghi giorni d'autunno degli anni passati, quando io portavo i libri di Tally da scuola a casa. Tally!
Chiamai il suo nome per l'ultima volta. Rabbrividii. Mi sentii l'acqua sulla faccia, senza capire come ci fosse arrivata. Le onde non erano schizzate tanto in alto.