Sono stato in dubbio per qualche giorno, prima di decidermi a mettere le mani sulla tastiera e scrivere questo editoriale. Il rischio – che non avrei voluto correre – è passare per uno che “se la tira” e che porta acqua al mulino della testata per la quale lavora utilizzando la sottrazione, anziché l’addizione. Un rischio che, alla fine, ho deciso di prendermi, perché è un po’ di tempo che ho alcune cose sulla punta della lingua, e ora cominciano a pizzicare un po’ troppo perché la bocca resti ancora chiusa.
Partiamo da qualche giorno fa. La recensione è quella di Sniper Elite 4. Lo screenshot che vedete qui sopra è stato scattato dal mio PSN al momento esatto in cui è scaduto l’embargo, e ben prima dell’uscita del gioco nei negozi; si presume quindi che la stragrande maggioranza delle copie che partecipano al paniere Trofei siano quelle in mano ai giornalisti (consegnate dai PR locali il giorno 2 febbraio, quindi quasi due settimane prima della deadline). Nel mondo, solo il 4,7% lo aveva finito a livello Facile, e solo il 2,9% a livello Normale. Sniper Elite 4 è un titolo che, per essere giudicato a modo, richiede però di essere affrontato almeno a livello difficile, così da capire l’impatto dell’IA sul nostro essere soldati stealth e, soprattutto, della balistica sul gameplay: qui siamo allo 0,5%. Si potrebbe legittimamente pensare che le percentuali siano abbattute dal fatto che forse, nel frattempo, i negozi abbiano rotto il day one; in realtà, non mi risulta che ciò sia accaduto, e comunque nei giorni precedenti la cattura dell’immagine di cui sopra la situazione era addirittura peggiore. Ogni considerazione in merito la lascio a voi, ché tanto avete già capito dove voglio andare a parare.
Passo indietro. Siamo al 7 ottobre 2014, giorno delle recensioni di DriveClub, di cui mi sono occupato per una testata della quale curavamo i contenuti, prima della nascita del portale su cui state leggendo questo editoriale. Sony aveva distribuito diverse copie per ciascuna testata, così che si potessero provare le funzionalità Club, attorno alle quali era costruita una certa parte dell’esperienza del titolo di Evolution Studios. In un apposito menù era (ed è tuttora, credo) possibile guardare la posizione del proprio gruppo in relazione agli altri, ergo non era lecito nascondere al mondo il quantitativo di punti che ciascun club aveva accumulato strada facendo. Nel circolo della redazione avevamo ricevuto la promo in tre: io, Davide Tosini e Mirko Marangon. Il sottoscritto contribuì al 90% dei punti dell’intero club, visto che gli altri due avevano giocato poco o nulla perché erano in altre faccende affaccendati (uno a mandare in stampa la rivista, l’altro con la recensione di The Evil Within). Oh… non ci crederete mai, ma quasi da solo – alla scadenza dell’embargo – avevo portato il nostro club a essere l’ottavo al mondo, nonché il primo degli italiani a “quasi” pari merito con un’altra delle grandi testate online del nostro Bel Paese (che, tuttavia, aveva ripartito equamente tra i partecipanti l’accumulo); il terzo sito nostrano, in questa speciale classifica, aveva raccolto 1/6 dei soli miei punti, e sempre con la partecipazione attiva di più di un redattore, oltre a quello deputato alla stesura della recensione. E dire che a me, alla scadenza dell’embargo, sembrava di non averci giocato ancora abbastanza, nonostante una trentina di ore abbondanti passate al volante.
Chi svolge questo mestiere deve rendersi conto di avere almeno due grosse responsabilità
Ora, io dico che chi svolge questo mestiere deve rendersi conto di avere almeno due grosse responsabilità. Una è nei confronti del publisher che concede la valutazione di un prodotto dal cui successo (e, tristemente, anche dal cui Metacritic) dipendono movimentazioni di denaro capaci di tenere o meno in piedi una software house, con gente che, magari, finisce a casa senza più un lavoro. Una recensione sotto le aspettative DEVE essere inattaccabile, figlia di un lavoro certosino da parte del redattore di turno. Quando abbiamo dato a Final Fantasy XV e a The Last Guardian un giudizio non estremamente lusinghiero, lo abbiamo fatto con la serenità di chi aveva dedicato il giusto numero di ore a entrambe le produzioni: ciò non significa che siamo stati o saremo infallibili, ma solo che su queste pagine scriviamo cose con cognizione di causa. Se non possiamo recensire un videogioco senza dedicargli il giusto tempo, semplicemente non lo facciamo.
L’altra responsabilità, ancora più grande, è nei confronti del lettori. La trasparenza deve essere il mantra di chi svolge il mestiere di giornalista, ed è a mio avviso corretto che chi fruisce di una recensione sappia con precisione come si sia arrivati a dare un giudizio piuttosto che un altro. Personalmente, apprezzo moltissimo l’approccio degli amici di IGN Italia, i quali usano un box esplicativo alla fine di ogni recensione, laddove il redattore spiega come ha giocato e quanto tempo ha dedicato alla lavorazione. Tuttavia, credo fermamente non basti. Trofei e Achievement rappresentano una chiara cartina tornasole per distinguere chi lavora in modo corretto e chi no. Da qui la mia preghiera: chiedete di essere inclusi nella lista amici dei giornalisti delle testate che seguite; diffidate di chi nasconde le sue attività (al di fuori della necessità di giocare sotto “silenzio radio” durante il periodo previsto dagli NDA) e apprezzate chi, invece, lascia aperta la porta a qualsiasi verifica da parte vostra. Un altro elemento sono gli screenshot: se le recensioni sono accompagnate da immagini grabbate dal redattore, e non da quelle stock pubblicate dal publisher (anche se in qualche raro caso gli NDA costringono a farlo), c’è una buona probabilità che quanto state leggendo corrisponda a un giudizio ponderato. Là fuori ci sono tanti colleghi bravi, che fanno il loro lavoro in modo egregio e pulito; allo stesso modo, però, ce ne sono altrettanti che vergano recensioni senza avere in mano gli elementi per esprimere un giudizio, a volte nemmeno sommario. Gli strumenti per capire chi è degno della vostra fiducia e chi no ce li avete: usateli, e il nostro piccolo mondo che ciarla di videogiochi, che sia su TGM o su altri portali non importa, diventerà col tempo un posto migliore.
Bravo Ivan. Vorrei vedere il Belli scrivere sullo stesso argomento.
Abbonamento meritato :-)
Non pensavo lo scenario fosse tanto brutto... o meglio finto, quasi risibile se non fossi io stesso avido lettore di recensioni (e non solo di videogiochi), vai a sapere quanto valide poi e ... finisco chiedendomi se questo malaffare sia diffuso anche in altri media. :uooo:
Però ottimo punto di vista, sinceramente la cosa non mi stupisce, e scommetto che è lo stesso anche in altri campi. Purtroppo...
Complimenti a voi che non siete così!
Scherzi a parte buon articolo, c'è troppo schifo nel "giornalismo videoludico" e un sacco di siti in questo campo dovrebbero scomparire dalla faccia della terra.
#GamerGate
Lo ha chiesto anche a me, ma ho rifiutato perché
a) non sono un giornalista e non vedo perché debba far finta di esserlo, anche se scrivo benino
b) non avrei tempo di finire i giochi, e non mi va di valutare niente se non lo finisco.
Quindi un plauso a voi, se vi leggo da 20 anni c'è un motivo.
Però mi domando quanti al posto mio avrebbero rifiutato. La risposta mi fa paura.
Assumendo che un videogioco nuovo costi 56 euro (70 meno iva, perche' il tuo amico adesso e' un imprenditore):
1 ora stesura testo
1 ora revisione e formattazione
1 ora di float time
10 ore di gioco di media
sono 13 ore per un titolo.
Assumendo una retribuzione di almeno 8 euro per ora, fanno 104 euro di cash per gioco, con 85% di maggiorazione sul costo iniziale. Beh, almeno si recupera l'IVA, no?
Lo ha chiesto anche a me, ma ho rifiutato perché
a) non sono un giornalista e non vedo perché debba far finta di esserlo, anche se scrivo benino
Questo stile e' sempre attuale: fingere falsa modestia in modo da alzare l'asticella e sminuire gente a caso.
"mi hanno chiesto di cucinare per cena ma non vedo perche' debba far finta di saper cucinare, anche se gli spaghetti agli scogli li faccio benino"
b) non avrei tempo di finire i giochi, e non mi va di valutare niente se non lo finisco.
Quindi un plauso a voi,
Guardala cosi': se ti aspetti che un recensore di RPG completi tutto ogni volta, stai parlando una persona che investe 340 euro di stipendio minimo per un articolo pagato il 10%. Una persona che faccia questo sistematicamente non ha altra scelta che compiere enormi sacrifici dal punto di vista personale ed economico: per se' stesso, per la sua famiglia e per il futuro di entrambi.
Il problema non e' il dover completare un gioco. La responsabilita' della qualita' del gioco sta al publisher, non al recensore.
Se EA e' un publisher di qualita', posso aspettarmi videogiochi di un certo livello, e una manciata di save game preselezionati dovrebbe lasciare il recensore libero di farsi un'opinione in 5 ore o meno.
Non e' davvero chiaro che bisogno ci sia di giocare 20 o 40 ore per giudicare un'opera multimediale interattiva.
Però mi domando quanti al posto mio avrebbero rifiutato. La risposta mi fa paura.
Probabilmente la risposta la sa solo Gabbani.
E non fingo falsa modestia: sono davvero bravo a scrivere, ma non mi sento in grado di scrivere di videogiochi con cognizione di causa, nonostante li spolpi da 25 anni. E gente che mi cassia Dragon Age Inquisition come stronzata dopo aver provato la demo per me dovrebbe deontologicamente far festa.
Esattamente come mio padre prima della pensione era uno chef abbastanza noto negli alberghi fiorentini, ma non si è mai definito un abile pasticcere :boh2:
Ed esattamente per cui tu eri bravino a scrivere sul forum, strappavi anche un sorriso, e ti presero a scrivere il backstage. Poi però qualcosa è andato storto e nessuno capiva un cazzo di quello che scrivevi, la paginetta veniva saltata a pié pari e la redazione cambiò scrittore. E più o meno da quel momento ti sei anche inacidito.
Tu magari no, ma un professionista magari si'.
E non fingo falsa modestia: sono davvero bravo a scrivere
E allora che problema c'e'? Manda 4000 caratteri al Kikko e chiedigli un po' di feedback. Credi davvero che mi abbiano preso per i miei post sul forum? Se credi di avere talento, sfruttalo: nessuno ti dara' un premio per tanta amarezza. E il Kikko ha mille impegni, penso che sarebbe veramente felice di aver un sostituto di talento con cose interessanti da dire. Abbi fiducia in te stesso, ti stupirai dei risultati.
Ed esattamente per cui tu eri bravino a scrivere sul forum, strappavi anche un sorriso, e ti presero a scrivere il backstage.. Poi però qualcosa è andato storto e nessuno capiva un cazzo di quello che scrivevi, la paginetta veniva saltata a pié pari e la redazione cambiò scrittore. E più o meno da quel momento ti sei anche inacidito.
Attenzione, stai dicendo inesattezze o falsita' belle e buone: non ho iniziato a scrivere su TGM per i miei flame sul forum, e ho fornito una spiegazione esauriente del perche' nel thread di addio creato da Belisimo ai tempi.
Il fatto che insulti tanto il mio lavoro puo' solo essere giustificato con l'invidia, che francamente e' un po' futile visto il contesto: ancora una volta, ti esorto a farti coraggio e a contattare il Kikko per un articolo di prova, in qualunque modo sara' un'esperienza valida.
Forza Picard! :alesisi:
Ho detto che non mi sento all'altezza di fare un lavoro che fa un professionista del settore.
Tu hai capito che mi sto esaltando e fingo falsa modestia.
Ho detto che non mi piacevano i tuoi articoli.
Tu hai capito che sono invidioso del tuo lavoro.
Ho ribadito che pur sapendo scrivere benino non mi sento di fare il recensore.
Tu mi sproni a mandare 4000 caratteri a un giornalista.
L'unica parte che mi trova concorde è che ho detto inesattezze, perché quando ho scritto che ti avevano preso per via dei post sul forum sono stato riduttivo. Sul resto stai sbagliando completamente interlocutore. Sono molto sicuro di me, la falsa modestia non fa parte del mio essere.
Ma so anche ammettere che ho dei limiti senza mischiarmi alle migliaia di allenatori/cantanti/giornalisti/attori da strapazzo che infestano l'internet.
Ho detto che non mi sento all'altezza di fare un lavoro che fa un professionista del settore.
Tu hai capito che mi sto esaltando e fingo falsa modestia.
Ho detto che non mi piacevano i tuoi articoli.
Tu hai capito che sono invidioso del tuo lavoro.
Ho ribadito che pur sapendo scrivere benino non mi sento di fare il recensore.
Tu mi sproni a mandare 4000 caratteri a un giornalista.
L'unica parte che mi trova concorde è che ho detto inesattezze, perché quando ho scritto che ti avevano preso per via dei post sul forum sono stato riduttivo. Sul resto stai sbagliando completamente interlocutore. Sono molto sicuro di me, la falsa modestia non fa parte del mio essere.
Ma so anche ammettere che ho dei limiti senza mischiarmi alle migliaia di allenatori/cantanti/giornalisti/attori da strapazzo che infestano l'internet.
E io ti sto dicendo che forse vali piu' di quel che credi come scrittore. Provare non costa nulla.