In Mycopunk la salvezza dell’umanità è nelle mani di quattro robot mercenari, alle prese con ondate di funghi carnivori su pianeti tossici. Che fine gloriosa.
Sviluppatore / Publisher: Pigeons at Play / Devolver Digital Prezzo: € 14.99 Localizzazione: Assente Multiplayer: Co-op online PEGI: ND Disponibile su: PC (Steam) Data di uscita: Già disponibile in accesso anticipato
Una colonia orbitale ormai infestata da spore letali, un manipolo di robot senzienti e una megacorporazione che vuole solo recuperare minerali preziosi. Questo l’incipit di Mycopunk, un FPS cooperativo tanto scanzonato quanto brutale, in cui estetica psichedelica e missioni suicide in ambienti ostili si fondono adorabilmente.
Approfittando della pubblicazione in Accesso Anticipato su Steam, siamo scesi sul satellite New Atlas e, tra fucili al plasma, jetpack e mutazioni fungine, il delirio – single player, ma ancor più in co-op – è stato immediato parimenti al divertimento.
MISSIONI TOSSICHE, CAOS ORGANIZZATO
Ogni missione di Mycopunk è una scheggia impazzita di colori tossici, creature ripugnanti e ordini che cambiano in corsa. Si parte dal classico “ripulisci l’area” per poi passare a situazioni sempre più folli: scortare carichi radioattivi in territori infestati da blob esplosivi, difendere torrette assemblate alla buona contro sciami di pipistrelli fungini, o attivare enormi cannoni orbitali mentre il terreno crolla sotto i piedi. La varietà è una costante, e ogni missione ha il suo twist.
Ogni missione è una scheggia impazzita di colori tossici, creature ripugnanti e ordini che cambiano in corsa
A moltiplicare il caos durante le missioni ci pensa l’intelligenza dei nemici, i quali non si limitano ad attaccare in massa ma si evolvono sul campo. Alcuni si fondono tra loro, altri mutano forma dopo essere stati feriti, creando abomini imprevisti che cambiano le priorità in battaglia. Capita spesso di dover scegliere se concentrare il fuoco su un colosso fungino o eliminare i piccoli blob prima che diventino qualcosa di peggio.
LE SINERGIE ROBOTICHE DI MYCOPUNK
I quattro personaggi disponibili – Scrapper, Wrangler, Glider e Bruiser – non seguono le classiche categorie di supporto, tank o DPS. Ogni robot ha due abilità uniche e un tratto passivo che spinge verso ruoli specifici, ma la forza sta nella possibilità di combinare gli effetti in battaglia. Il jetpack di Glider può salvare un compagno da un’esplosione imminente, mentre il ground slam di Bruiser è perfetto per liberare un’area invasa da melma acida.
Il vero colpo di genio è il sistema di potenziamento modulare, una chicca per chi ama sperimentare
PROGRESSIONE, ATMOSFERA E OMBRE
Tra una missione e l’altra si torna all’H.U.B. che funziona da base. Qui si acquistano potenziamenti, si organizzano le squadre e si partecipa a minigiochi tanto scemi quanto irresistibili. Il rischio e la ricompensa sono due facce della stessa medaglia: più missioni consecutive si affrontano senza tornare alla base, più premi si ottengono, ma aumenta anche il livello di minaccia. Le ondate diventano più feroci, i nemici evolvono più in fretta e la possibilità di essere travolti sale alle stelle, riuscire a completare un’estrazione può trasformarsi in un’impresa titanica. È un sistema che premia i giocatori audaci e offre una tensione crescente, soprattutto nelle sessioni online con gli amici.
Visivamente Mycopunk è un tripudio di cel-shading psichedelico, tra rovine industriali, deserti alieni e strutture sovrastate da funghi giganti. La direzione artistica è volutamente grottesca, con nemici deformi e palette cromatiche sparate al massimo. Il risultato funziona: il mondo di gioco ha personalità da vendere, pur con ambienti non vastissimi. Non tutto però è perfetto. L’Early Access soffre di qualche incertezza nel bilanciamento della difficoltà e di una leggibilità visiva non sempre impeccabile: quando esplosioni, proiettili e numeri di danno si sommano sullo schermo, è facile perdere di vista i riferimenti. Tecnicamente Mycopunk gira fluido su PC di fascia media stando ai requisiti, inoltre il netcode regge bene anche nelle situazioni più caotiche, lasciando sensazioni positive in ottica futura – corroborate dalla prospettiva di ulteriori iniezioni di contenuti durante i prossimi sei mesi.
Le fondamenta sono già parecchio solide, e la community se n’è accorta come dimostra l’accoglienza Molto Positiva