SEGA Mega Drive Mini – Provato

Ho sempre pensato che noi videogiocatori siamo, chi più e chi meno, degli inguaribili romantici. Gli anni passano e con loro, oltre a noi, invecchiano anche le console, i computer e i videogiochi, lasciando il posto ai nuovi arrivati in fatto di sviluppo tecnologico. È il naturale ciclo della vita videoludica cui ognuno di noi, volente o nolente, deve piegarsi, anche se non tutto è destinato ad invecchiare allo stesso modo. Alcune sensazioni che la nostra passione ci sa regalare sono immuni allo scorrere del tempo, perché noi nostalgici appassionati non abbiamo un cuore che batte, no: il nostro cuore bitta forte ed è capace di custodire in sé emozioni e ricordi in grado di resistere a qualsiasi mutamento. Nell’atmosfera vintage del Bug – Arcade Bar ho avuto il piacere di tornare bambino, toccando con mano la nuova proposta SEGA in fatto di mini console: ti ricordavo più grosso vecchio Mega Drive, sei dimagrito un bel po’ vecchio mio! Credo sia piuttosto chiaro a tutti ciò che ci si deve aspettare dal SEGA Mega Drive Mini, perciò non mi dilungherò troppo con le spiegazioni; per chi ultimamente avesse vissuto in un eremo senza Wi-Fi né corrente, ricordo che si tratta di una versione compatta (è grande il 55% del volume originale, praticamente sta in una mano) della mitica console degli anni ’89/’90, dotata di 42 giochi preinstallati, in vendita al prezzo di € 79,99 e collegabile a TV/monitor grazie a un collegamento HDMI. Dotata di due pad USB da 2 metri di cavo, permetterà di affrontare i giochi in solitaria oppure, ove prevista la modalità, in multiplayer locale.

TRE TASTI PER GHERMIRLI, SEI (OTTO) PER FARLO MEGLIO

A proposito dei controller, soffermiamoci un attimo su questa periferica. Come già sappiamo, la versione giapponese avrà il pad a sei tasti, mentre quelle occidentali saranno dotate di pad a tre tasti. Proviamo a far subito luce su una questione di cui tanto si chiacchiera nei “webbar”: sì, il pad a sei tasti è più comodo e soprattutto funzionale per quanto riguarda i picchiaduro, e il perché è presto detto. Per passare dai pugni ai calci sul pad EU bisogna premere start, mentre con quello JAP basta pigiare uno dei tre tasti sopra; ovviamente ci si abitua abbastanza in fretta, ma la differenza in termini di velocità d’esecuzione è fisiologica. Per quanto riguarda invece l’assenza del tasto Mode nel pad EU (mentre nel pad JAP c’è e serve a richiamare la schermata con le varie opzioni come salva, carica, riavvia partita e torna al menù principale), è sufficiente tener premuto il tasto start per far comparire le medesime opzioni, evitando così di doversi alzare per premere il tasto reset sulla console. I pad a sei pulsanti prevedono inoltre due tasti dorsali (ragion per cui sarebbe più corretto dire otto tasti, NDprecisinoditurno), mentre quelli a tre pulsanti no. Per quanto concerne i pad disponibili ci saranno varie versioni compatibili con più sistemi, ma durante la prova ho potuto provare solo le versioni a due/sei (otto) tasti collegabili anche al PC.
Sega mega drive mini

la versione giapponese avrà il pad a sei tasti, mentre quelle occidentali saranno dotate di pad a tre tasti

Dopo le precisazioni sui pad penso che qualcuno si stia chiedendo “d’accordo, ma ora andiamo al sodo: fino a che punto la console funziona?”. Beh, a mio parere l’impressione è stata senz’altro buona, credo che chi abbia effettuato il pre-order consapevole delle caratteristiche ormai stranote possa dormire sonni tranquilli: è possibile che SEGA Mega Drive Mini sia una delle retro console meglio progettate fino ad oggi. SEGA ha riposto un’attenzione smisurata nei dettagli, ricreando in tutto e per tutto quel mitico aggeggio che ha saputo fare innamorare milioni di persone. I particolari sono stati finemente curati e sembra davvero di avere tra le mani (anzi, tra la mano) il fratello minore del Mega Drive. Lo sportello delle cartucce chiaramente non è funzionante, ad esempio, però il fatto che ci sia dà quel tocco di classe in più che saprà far brillare gli occhi dei fan più attenti alle finezze. I tasti sulla console invece funzionano, come ha potuto constatare un collega che, muovendo la levetta power di una console-test, ha inavvertitamente interrotto la partita di un’altra collega; fortunatamente, onde evitare questo genere di imprevisti, ci sono quattro slot cui affidarsi per salvare i progressi in qualsiasi momento. Navigando tra le impostazioni, oltre a salvare e caricare le partite, è possibile modificarne alcune per ottenere la migliore esperienza in base ai nostri gusti. Si tratta principalmente di cambiare lo sfondo e la lingua del sistema (modifica che coinvolge anche la copertina dei giochi), la resa audio e infine quella grafica. L’aspetto visivo prevede tre opzioni: 4:3 old style, full screen e filtro CRT (utilizzabile per ottenere l’effetto delle TV a tubo catodico). Insieme ad un’interfaccia semplice e intuitiva, i menù puliti permettono di destreggiarsi senza grosse difficoltà tra i 42 titoli preinstallati in libreria. È possibile inoltre cambiare la visualizzazione della collezione passando ad una visuale laterale, proprio come fossero ordinati sullo scaffale, mentre ogni volta che si lancia un gioco, prima dell’avvio vero e proprio, verremo accolti da una schermata con la copertina del titolo, la data di uscita e una breve descrizione dello stesso.

CHI HA TOCCATO LA MIA COLLEZIONE DI GIOCHI? MAMMAAA!!

Ecco, siamo giunti a un argomento delicato e alquanto importante: la libreria dei giochi. Se da un lato è più che probabile che la chirurgica precisione riposta nei dettagli estetici basterà da sola a mandare in brodo di giuggiole gli appassionati di retro gaming, i collezionisti e gli affezionati del Mega Drive, dall’altro è possibile che qualche giocatore di vecchia data contesterà il numero o la qualità dei giochi presenti. È facile immaginare che la collezione finale sia stata selezionata nella speranza (vana? Lo scopriremo presto) di scontentare meno fan possibili, ma in fondo è anche vero che quando ci sono di mezzo i sentimenti non è mai una questione semplice. Sulla selezione dei titoli le discussioni potrebbero potenzialmente non terminare mai, giacché sfociare nel gusto personale e nella sfera affettiva è decisamente facile e rischioso: dalle parole alla violenza fisica e alla conseguente morte per contusioni multiple da pad a tre/sei (otto) tasti, il passo è breve. D’altro canto, nonostante SEGA abbia cercato di soddisfare i gusti e le esigenze della gran parte dei giocatori, andando a pescare una varietà di titoli single/co-op del calibro di Sonic, Alex Kidd, Earthworm Jim, Tetris, Super Street Fighter 2, Golden Axe, The Story of Thor, Altered Beast, Street of Rage 2, Castlevania, Ghouls’n Ghost, Ecco the Dolphin e compagnia bella, è normale che molti altri prodotti altrettanto validi o cui siamo particolarmente legati siano stati esclusi. Sicuramente a più d’uno tutto ciò farà storcere il naso, ma anche questo è normale. Tra l’altro pare che alcuni titoli siano stati esclusi per questioni di licenze e diritti, perciò accontentare il 100% delle persone era effettivamente impossibile. Personalmente, giusto per dire la mia, avrei giocato volentieri ancora una volta a Micro Machines Turbo Tournament oppure a Desert Strike, ma prima o poi mi farò serenamente una ragione della loro assenza, maledizione!
Sega mega drive mini

È facile immaginare che la collezione finale sia stata selezionata nella speranza di scontentare meno fan possibili

Se sui titoli presenti, nonostante a conti fatti la collezione garantisca una buona varietà di generi, si può discutere all’infinito ed è un’impresa quasi proibitiva stabilire la “lista perfetta”, è più semplice prevedere che il comparto hardware/software della console sappia ristabilire la quiete, mettendo d’accordo tutti gli infuocati animi. Sfruttando le conoscenze del team SEGA M2 (gli stessi che si occupano della collana SEGA AGES per Switch), l’emulazione è ottimamente realizzata sotto tutti i punti di vista e rende onore al leggendario avo. L’anteprima ha mostrato tutta la passione degli sviluppatori verso il progetto e le performance, la cura dei particolari e il feeling pad alla mano sono apparse le caratteristiche migliori del SEGA Mega Drive Mini. Per distinguersi dalle altre, una piattaforma di questo genere deve avere solide basi tecniche, un’azzeccata collezione di titoli e la capacità di far rivivere al giocatore le impolverate sensazioni di un tempo. Tenendo anche conto di ciò che propone il panorama delle mini console, il gioiellino SEGA sembra pronto a compiere il proprio dovere, permettendo ai giocatori di avventurarsi rapidamente in una piacevole escursione tra i ricordi: è un’opera a 16-bit realizzata con amore e competenza, non un semplice compitino svolto distrattamente. SEGA si appresta a varare nell’oceano delle mini console la sua piccola imbarcazione dalla grande qualità, un elegante gingillo d’altri tempi che forse non avrà intenzione di rivoluzionare il mondo ma che, grazie alle ricercate minuzie, potrebbe riuscire a ritagliarsi con decisione il proprio posto tra i più belli del reame, magari diventando fonte d’ispirazione e termine di paragone per le future mini console. Ormai manca poco, siamo tutti parecchio curiosi di sapere quale accoglienza riceverà il SEGA Mega Drive Mini: la possibilità di tornare indietro nel tempo è alle porte, se e quanto sarà indimenticabile questo viaggio nel passato lo scopriremo il 4 ottobre 2019 con l’uscita ufficiale della console SEGA.

Articolo precedente
snk neogeo console

SNK ha in cantiere una nuova console NeoGeo per il mercato attuale

Articolo successivo
spotlight nvidia dxr vincitori

Spotlight NVIDIA DXR: annunciato il trio dei vincitori

Condividi con gli amici










Inviare

Password dimenticata