Death Trash Anteprima

Death Trash

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Death Trash – Anteprima

SIAMO SEMPRE DEBOLI RISPETTO AI NEMICI CHE DOVREMO AFFRONTARE, IL CHE RENDE INDISPENSABILE UN APPROCCIO RAGIONATO

Non manca l’abilità di craftare oggetti e protesi biomeccaniche, a patto di trovare i progetti e i materiali necessari. I vari personaggi che incontriamo, ci presentano dialoghi a risposta a volte multipla, altre volte fissa, a seconda del livello di alcune nostre skill, e sono tutti abbastanza fuori di testa. Cito a titolo di esempio un anziano signore che ama ballare nudo in onore di non si sa quale divinità, e un gigantesco incrocio tra una piovra e un hamburger che a dispetto del suo look spaventoso vorrebbe solo avere un amico.

SONO FERITO, CHE FACCIO? AH, SI: BLUAAAAAARGHHHH

Per anni e anni le Lobby dei Guaritori hanno disseminato nei dungeon delle fiaschette riempite con un liquido rosso, promettendoci che bevendole avremmo ripristinato i punti vita persi in seguito a uno scontro. Oltre a non sapere gli effetti a lungo temine di questi intrugli, recenti studi hanno dimostrato che anche assumendone in generose quantità, non garantiscono la sopravvivenza in caso di triplo colpo critico inflitto da un boss di livello dieci volte superiore al nostro. Ecco perché il nostro eroe in Death Trash si cura mangiando carne strappata dai mostri ma soprattutto vomitando e poi ingerendo nuovamente il prezioso nettare autoprodotto. E gli agricoltori “Chilometro zero” muti.

Death Trash Anteprima

In grave inferiorità numerica è morte quasi certa.

Ammetto che durante le missioni introduttive che fungono da tutorial ho trovato questa caratteristica un po’ fine a sé stessa, per poi scoprire che esistono alcuni macchinari che si attivano solo usando sostanze organiche come fonte di energia, citazione forse della serie televisiva Blood Drive. Ecco allora che la nobile arte del rigurgito assume importanza: dare la precedenza alla nostra salute o mettere in funzione quell’apparecchiatura?

GRANDI PIXEL GRANDGUIGNOLESCHI

Death Trash ci propone una pixel art veramente molto ben disegnata che conferisce sia agli ambienti che alle creature e al nostro personaggio una notevole personalità, con uno stile che mi ha ricordato i giochi della serie Kingdom e che personalmente apprezzo molto. La generosa dimensione dei pixel non penalizza il dettaglio, e soprattutto con le armi da fuoco la sensazione di far davvero male è resa alla perfezione. I grigi e freddi robot del Cyberwomb sono in netto contrasto con le deformità organiche del mondo esterno, mutazioni estreme come se Resident Evil incontrasse Le Colline hanno gli Occhi.

GRAFICAMENTE CI SIAMO, COL SONORO ANCHE: DEATH TRASH È DECISAMENTE UN GIOCO CHE VALE LA PENA PROVARE

Lo splatter occupa un ruolo da protagonista con schizzi di sangue, cadaveri smembrati, corpi che esplodono e pezzi di macinato di carne che volano da tutte le parti. Immaginate di mettere un candelotto di dinamite dentro un gigantesco pentolone di ragù alla bolognese, e vi sarete fatti un’idea. Sonoro di grande atmosfera, unico elemento del gioco non direttamente creato dallo sviluppatore, che si è avvalso di un professionista esterno. Assolutamente da provare in single player, è prevista anche la possibilità di affrontare la campagna in co-op, ma non ho avuto occasione di provarla.

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