Può l’amore per la propria terra essere fonte d’ispirazione per un videogioco? Sicuramente, e Tchia ne è l’esempio vivente. Prepariamoci a esplorare una trasposizione videoludica della Nuova Caledonia.
Sviluppatore / Publisher: Awaceb / Kepler Interactive Localizzazione: Interfaccia e sottotitoli Multiplayer: Assente PEGI: 7 Disponibile Su: PC, PlayStation 4, PlayStation 5
Esistono paesaggi che sembrano cartoline. Il che sarebbe anche ovvio, dato che le cartoline altro non sono che fotografie di paesaggi, e da qualche parte saranno pur state scattate. Ciò non toglie che per sottolineare la bellezza di un luogo si usi dire “sembra una cartolina”. L’upgrade è “sembra un videogioco”, e si potrebbe riferire a un ambiente non solo piacevole alla vista, ma anche ricco di opportunità per correre, saltare, nuotare, navigare, planare, combattere ed esplorare nei modi più disparati.
Così mi immagino la Nuova Caledonia, terra natale del team Awaceb, che ha ispirato il mondo di Tchia, adventure open world distribuito da Kepler Interactive. Lo sviluppo procede spedito e ci hanno permesso di provare quanto realizzato finora, che nonostante non rappresenti il prodotto finito è sufficiente per calarsi nei panni della giovane protagonista da cui il gioco prende nome e scoprire assieme di che si tratta.
TCHIA: LETTERA D’AMORE PER LA NUOVA CALEDONIA
Una breve intro spiega le ragioni di alcune scelte chiave di Tchia, e tutte sono atte a coinvolgere i giocatori in un’esperienza che sia il più possibile legata alla cultura e alle tradizioni della Nuova Caledonia. Il parlato è in Drehu, lingua canaca, e francese, recitato da attori locali, e lo stesso dicasi per la colonna sonora, composta da veri musicisti neocaledoni.
molto spazio è stato dato ai costumi tipici dell’isola
Poco male se ciò ha limitato la quantità di ambientazioni, precludendo ad esempio il classico regno dei ghiacci, poiché foreste, spiagge, villaggi e specchi d’acqua garantiscono comunque una certa varietà. E non poteva mancare l’ukulele, la particolare chitarra con la quale comporre melodie per piegare la natura alla nostra volontà o semplicemente improvvisare, con esiti nel mio caso dimenticabili, in una sorta di minigame nel quale suonare la giusta nota nel giusto momento, un Guitar Hero unplugged.
LORO IN SPIAGGIA, IO IN CODA AL CASELLO
In questo paradiso terrestre si conduce una vita dal ritmo invidiabile, passando le giornate a pescare e cucinare per poi scatenarsi nel ballo quando si fa sera. Ma l’invidia di chi come me lotta in mezzo al traffico nelle lande della nebbia padana può trovar soddisfazione con l’arrivo di Meavora, malvagio sovrano che rapisce il padre di Tchia e invade l’arcipelago con le truppe Maano, bizzarri mostri di stoffa.
E dopo le prime quest di rito che fungono da tutorial, comincia l’avventura vera e propria.
dopo le prime quest di rito ‘tutorial’, comincia l’avventura vera e propria
DIAMOCI DA FARE!
La versione di prova comprendeva solo una parte dell’intero mondo di gioco, così mi sono lanciato presto nella main quest per valutare la sfida offerta. Tchia è una vera action girl capace di correre, saltare, scattare lungo ripide salite, arrampicarsi sugli alberi, nuotare, immergersi e planare con un rudimentale paracadute, con il quale i più temerari proveranno ad eseguire qualche trick, a proprio rischio e pericolo.
Tutto ciò costa stamina, esaurita la quale, si muore. Avete letto bene: si muore. Punti vita e stamina infatti sono riuniti sotto un’unica barra di energia, che fortunatamente si ricarica piuttosto velocemente e il cui cap può essere alzato mangiando degli appositi frutti. E fin qui, saremmo di fronte a un open world abbastanza canonico. Quindi, si saran detti negli uffici Awaceb, perché non inserire qualche funzionalità fuori di testa?
GUARDA MAMMA! SONO UN BICCHIERE!
Tchia dispone di un magico potere chiamato “salto dell’anima” che le permette, una volta avvicinatasi a dovere, di entrare nel corpo di animali o oggetti particolari, e prenderne il controllo per un periodo limitato. Diventare un uccello ci consente di librarci in volo e raggiungere agevolmente la vetta di una montagna, nei panni di un granchio dalle robuste chele spezzeremo catene che tengono chiuso un forziere, e sotto forma di grosso masso rotoleremo velocemente verso valle travolgendo chi ci capita a tiro.
Quasi tutte le forme impersonabili hanno una peculiarità da sfruttare a nostro vantaggio, ma non mancano situazioni bizzarre quali giocare nel ruolo di un bicchiere o di una bistecca. Chissà, forse più avanti nell’avventura torneranno utili.
E JIMI HENDRIX ZITTO E IMPARA
Anche l’ukulele ha un ruolo fondamentale, giacché durante il gioco si apprendono melodie magiche per influenzare la natura, spawnando piante particolari come i fiori esplosivi da utilizzare come armi, o modificando il corso del giorno, richiamando magari l’alba o il tramonto per meglio portare a termine alcune missioni.
l’ukulele ha un ruolo fondamentale, giacché durante il gioco si apprendono melodie magiche per influenzare la natura
Tutto può ancora cambiare ovviamente, ma a fronte di una realizzazione artisticamente buona e ricca di poesia – ah, se ognuno di noi amasse il proprio Paese come i ragazzi di Awaceb amano il loro! – c’è bisogno di più azione. Rimane comunque un gioco da tenere d’occhio.