Dopo averne personalmente parlato nella
recentissima anteprima, intorno a ciò che sarà
Call of Duty: WWII soprattutto sul versante tematico, oggi all’E3
ho potuto cimentarmi con altri giornalisti sul multiplayer del gioco, precisamente nel deathmatch a squadre e nella classica modalità a punti di controllo. Non mi aspettavo chissà quali novità, ed effettivamente è stato così: l’impressione è sempre di gran velocità e divertimento competitivo senza troppi fronzoli, in quella che è – e non poteva non essere – una rievocazione degli esordi anche nel feeling dell’azione. La velocità del fante può risentire del peso delle armi,
la velocità media di ricarica è ben più lenta (almeno, rispetto ai capitoli moderni e futuristici) e, in generale, si torna a un minimo di attenzione in più quando si tratta di valutare i gingilli: ad esempio, tra le
10 classi (cinque principali, e due varianti per ognuna, dagli aviotrasportati ai tiratori semplici) ho preso in mano il tank della situazione uscendone malconcio, a causa di munizioni incendiarie potenti nei danni a cascata ma pazzescamente lente nel venir ricaricate. D’altra parte, come ribadisco nella videochiacchiera,
la campagna in singolo è il vero pezzo forte di quest’anno, ed è per lei che attendo con più ansia una vera prova sul campo.