La Urbe per antonomasia è il perno di questa prima stagione di Suburra: la Mafia vuole entrare a Roma, aiutata da Samurai, un ex membro della Banda della Magliana che userà Ostia, città situata sul litorale romano, come cancello principale. Nel conflitto entrano due famiglie: gli Adami (a capo della zona di Ostia) contro gli Anacleti, e contro i rom e gli zingari che vogliono espandersi e ottenere più potere sulla Capitale.Sullo sfondo stanziano un giovane politico che abbandonerà i propri ideali per il potere e una contabile del Vaticano coinvolta nell’accordo per portare la Mafia a Roma. Nondimeno, le vicende centrali dell’opera sono focalizzate su tre ragazzi, altrettanti criminali che vivono all’ombra delle rispettive famiglie e anelano un’autoaffermazione. I tre giovani stipuleranno dunque un’ambigua alleanza per mettere i bastoni tra le ruote alle famiglie e all’operazione di Samurai.
La criminalità piace allo spettatore, non come una malsana perversione per “vivere” un’avventura gangster, ma come fascinazione verso il male
Come detto, Suburra – La Serie è una conferma e non una rivoluzione. Ciò può rappresentare un problema? No, o meglio, forse no. Ci siamo resi conto che non era stata creata la solita fiction becera quando, nel 2008, andò in onda Romanzo Criminale – La Serie che mise in evidenza diversi punti vincenti che Suburra riprende a pieni polmoni. La criminalità piace allo spettatore, non come una malsana perversione per “vivere” un’avventura gangster noir al di fuori delle nostre vite (tra lavoro, tasse e figli), ma come fascinazione verso il male e la violenza. Ancora oggi, quando qualcuno chiede a Tarantino perché i suoi film siano sempre pieni di violenza gratuita, la risposta è sempre quella: “È maledettamente divertente!”; similmente, Suburra è affascinante e divertente. Le famiglie abbattono ogni muro pudico e si aprono allo spettatore per confermare quella visione strettamente cinematografica della criminalità italiana, fatta di spaccio, prostituzione, preti corrotti e carnali, “orge” politiche e quant’altro.Altro punto vincente delle opere succitate risultò la contestualizzazione ambientale: la Roma di Romanzo Criminale e la Napoli di Gomorra si percepivano ampiamente, agevolate anche dal dialetto senza freni parlato dagli attori. Suburra sfrutta nuovamente questi elementi che – da molti – vengono sottovalutati o resi come eccessivamente superflui se non addirittura ingombranti, quando invece si rivelano importanti per regalare un certo ritmo e per rendere più fluida la sceneggiatura.
Il classico racconto di formazione, in Suburra, si sostituisce ad una formazione criminale che si sviluppa nel classico rapporto padre-figlio
Il classico racconto di formazione, in queste opere, si sostituisce a una formazione criminale che si sviluppa nel classico rapporto padre-figlio. Su questo piano narrativo, l’esempio migliore è quello del personaggio di Aureliano Adami (il Numero 8 della trasposizione cinematografica, e che anche in Suburra – La serie sarà interpretato da Alessandro Borghi): egli è il classico delinquente tutto attributi e zero cervello, caratteristica per cui lo abbiamo amato nel film, e di cui ci verrà mostrata la graduale evoluzione in questa serie che, narrativamente, si colloca come prequel.
I difetti, purtroppo, non mancano: alcuni personaggi non hanno il giusto spessore o vien loro dedicato un minutaggio troppo esiguo – risultando così sprecati, mentre del trittico di poteri Stato-Chiesa-Criminalità solo quest’ultima risulta intrigante, lasciando in ombra i restanti. Se ciò sia voluto per ampliare – nelle prossime stagioni – il discorso sul marcio su cui si fonda Roma non è dato sapere, ma è una mancanza che lascia un vuoto consistente nella trama. Anche durante le ultime puntate della serie si percepisce una certa stanchezza, e la storia si protrae con delle forzature non proprio gradevoli, ma tutto sommato queste risultano ben assorbite se si è disposti a chiudere un occhio.
Giudico quindi come “buona” questa prima produzione nostrana firmata Netflix. Se difetti e sbavature verranno corretti in una prossima, possibile seconda stagione, Suburra si confermerà come uno dei migliori prodotti seriali di genere creati in Italia.
Ricordo infine che Suburra – La serie sarà disponibile in streaming dal 6 ottobre per tutti gli abbonati Netflix.
VOTO 7
Genere: thriller, noir, drammatico
Publisher: Netflix
Regia: Michele Placido, Andrea Molaioli, Giuseppe Capotondi
Colonna Sonora:
Intepreti: Alessandro Borghi, Giacomo Ferrara, Eduardo Valdarnini, Claudia Gerini, Filippo Nigro, Francesco Acquaroli, Adamo Dionisi
Durata: 10 episodi